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La mobilitazione / Gioia Tauro

Le associazioni della Piana fanno rete contro rigassificatore e inceneritore

Dopo la manifestazione di sabato scorso le realtà associative locali si ritroveranno giovedì a Cinquefrondi per organizzare la protesta

"È stato solo un primo passo la manifestazione di sabato 7 maggio a Gioa Tauro, la ripresa di una mobilitazione che non immaginiamo di certo breve ma che sicuramente sarà fondamentale per il futuro di questa terra. Siamo scesi in piazza dietro uno striscione che riportava due slogan secchi”. Le realtà associative della Piana di Gioia Tauro stanno facendo rete contro l’idea che il territorio possa subire il raddoppio del termovalorizzatore e la realizzazione del rigassificatore.

Per questo sono scese in piazza sabato scorso, lo hanno fatto per ribadire il loro no a questa idea. “Il primo era - si legge in una nota stampa - un no all’incenerimento per ricordare, come ha fatto il nostro rappresentante dal palco durante gli interventi conclusivi, che qui il problema non è il raddoppio dell’inceneritore, né se questo debba essere costruito in un’altra provincia”.

“Stiamo parlando di una metodica che, lungi dal risolvere il problema dell’emergenza rifiuti, non è sostenibile dal punto di vista ambientale - spiegano - e ancor di più non lo è dal punto di vista economico. Se qualche anno fa erano gli ingenti contributi pubblici a rendere appetibili questi impianti per i privati, con il taglio dei finanziamenti europei e la direttiva riguardante la progressiva riduzione delle emissioni di Co2, appare più evidente che saranno i cittadini a pagarne le spese, in termini di salute e di soldoni, e rimborsare con lauti interessi chi si aggiudicherà il raddoppio con l’annunciato project financing”.

“Con il secondo slogan - si legge ancora - abbiamo portato in piazza il grande assente dalla discussione che ha preceduto questa manifestazione: no rigassificatore. Un impianto pericoloso e inquinante quasi imposto dalla emergenza gas scoppiata insieme alla guerra in Ucraina, riprendendo un progetto datato e messo da parte più per le sue tante criticità che per merito dell’opposizione popolare”.

Per le associazioni, poi, questa struttura: “Oggi viene rimesso all’ordine del giorno, indorando la pillola con la promessa di una preistorica piastra del freddo che non si capisce quale agricoltura debba servire, e soprattutto non spiegando a nessuno se e come quel vecchio progetto è integrabile con altri come quello del bacino di carenaggio o il gateway ferroviario”.

“Due no dietro cui stanno tanti sì, ma soprattutto - si legge infine - sta la voglia di disegnare e costruire insieme un futuro altro per questa terra e per i nostri figli. Il 10 maggio ci sarà l’incontro tra i sindaci del territorio e il presidente Occhiuto, ma come abbiamo detto dal palco i sindaci e le istituzioni devono fare il loro lavoro, noi il nostro, e cioè costruire consapevolezza, partecipazione, mobilitazione”.

Questo percorso di mobilitazione, fanno sapere le associazioni, è solamente iniziato. La prossima tappa si registrerà giovedì 12 maggio alle ore 18.00 presso la sala del consiglio comunale di Cinquefrondi.

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