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Cronaca

La solidarietà del movimento Giovani sulla Strada alla compagna Zante

Il movimento reggino rivolge un appello a tutti i partiti e i movimenti giovanili cittadini per un dibattito pubblico

"L’intero movimento Giovani sulla Strada, si stringe alla nostra compagna Irene Zante, per gli attacchi subiti dal partito Forza Italia Giovani. Riteniamo che gli episodi accaduti e ripetuti nel tempo, non siano oltremodo tollerabili, specie se provenienti da un canale ufficiale di partito. Per prima cosa, ringraziamo chi in questi giorni ci sta tempestando di messaggi di sostegno e affetto, dimostrando che i buoni propositi e i sentimenti positivi esistono ancora, soprattutto fra i giovani e le giovani che appartengono alla realtà alla quale noi principalmente ci rivolgiamo".

E' quanto scrivono in una nota i giovani del movimento reggino che in una nota aggiunge: "D’altra parte però, siamo spiacevolmente sorpresi che ad oggi non sia arrivato un singolo messaggio di scuse proprio dal partito che si è reso cattivo protagonista di questa spiacevole vicenda. Abbiamo letto la risposta data al giornale “il Reggino” e ci stupiamo come si sia persa un’ulteriore occasione di dimostrare i preziosi valori di maturità e rispetto politico, esprimendo delle scuse a chi è stata bullizzata dal loro movimento.

Com’è nel nostro stile, abbiamo aperto una riflessione interna al nostro gruppo, e riteniamo doveroso porre l’attenzione sui problemi sostanziali, strutturali e sociali che emergono dalla vicenda e che al contempo riflettono la cultura ideologica della società nella quale viviamo. È fuor di alcun dubbio come anche le attiviste e gli attivisti di Forza Italia Giovani, siano a loro volta vittime passive ma complici, di un sistema fondato sul patriarcato e sul classismo. Sistema fra l’altro fortemente avallato e sollecitato negli ultimi 20 anni proprio dal loro Presidente Berlusconi.

Allora, la nostra generazione - vittima invece oltre che passiva, spesso anche inconsapevole – si trova spesso a dover rispondere alla logica classista per cui “se non ti laurei, sei un fallito”, figlia dell’ideologia dominante rivolta alla produzione veloce in serie, all’efficienza, al tutto e subito. E c’è chi di questa logica è morto: secondo le ultime statistiche, sono sempre di più i giovani che scelgono di suicidarsi a causa della competizione sempre più forte, all’interno degli atenei così come sul posto di lavoro.

Il covid-19 non ha di certo reso le prospettive più rosee: molti ragazzi e molte ragazze, temono di deludere le aspettative dei propri genitori, amici e parenti e più in generale di un sistema produttivo che ci vuole abili tuttofare. E nell’isolamento del lockdown i pensieri dei giovani hanno subito un’amplificazione senza pari.

Viviamo l’ansia di doverci laureare nei tempi prestabiliti, non possiamo permetterci un cambio di facoltà o strade alternative all’università, perché la società ci collocherebbe ultimi tra gli ultimi, perché secondo il senso comune saremmo destinati alla vergogna e all’umiliazione.

Eppure, - continua la nota - questo sembra a loro non importare: malgrado il conclamato sforzo a favore della città che viene dichiarato ogni giorno sulle loro pagine social, malgrado si vanti un’attenzione particolare al tessuto sociale di Reggio e alle difficoltà del territorio, trovano semplice e immediato screditare un’attivista per aver lasciato l’Università dopo sei mesi o non aver sostenuto gli esami. Da qui invece, segue l’altra analisi, che mette in luce l’atteggiamento intrinsecamente patriarcale per cui una donna non è mai quello che è, ma quello che sceglie di indossare e, sulla base di quello, adatta la sua figura allo stereotipo a noi più vicino e comprensibile.

Per cui è facile che una donna non rientrante nella struttura che la società le ha affidato, a chi non interiorizza i concetti precedentemente espressi, risulti “aliena” nel momento in cui critica o si esprime politicamente su questioni che riguardano tutte e tutti noi. Questo privilegio deve essere a vantaggio esclusivo, elargito solo a chi dimostra accondiscendenza verso i nostri canoni".

I Giovani sulla Strada si chiedono: "Se allora non è la politica, col suo ruolo culturale e dirigente all’interno della società, a dimostrare empatia verso le difficoltà insite nel sistema, chi altro dovrebbe farlo? Ecco, noi riteniamo il ruolo di un movimento politico giovanile sia fondamentale a questo scopo e per questo abbiamo sempre mantenuto uno stile diverso da tutti gli altri movimenti e partiti. Il nostro ruolo, e intendiamo quello di tutti i movimenti e partiti locali, è fondamentale nella crescita e nella disponibilità ad aiutare le categorie più fragili e deboli, isolate dalla politica e dalle istituzioni. Questo è il primo passo per un reale cambiamento".

La nota del movimento si conclude con un appello "a tutte le realtà giovanili presenti in città, compresa chiaramente Forza Italia Giovani: confrontiamoci pubblicamente sui temi politici e sociali che premono la nostra generazione, dimostriamo per la prima volta come mai prima, esista ancora la buona politica e come il confronto assieme al dibattito, siano la base per la crescita culturale e morale di una giovane o un giovane. Ci aspettiamo il nostro appello sia accolto da più realtà possibili. Lo dobbiamo alle tante e i tanti giovani per bene che meritano essere ascoltati e riconosciuti a tutti i livelli istituzionali e non".

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