rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Il dibattito

Autonomia differenziata per i calabresi: "Contenti come i tacchini a Natale"

Nel salone del Digies un dibattito fra accademici, politici, categorie produttive e sindacato. Sul banco degli imputati il governatore Occhiuto

Cosa sarà dei calabresi con l’applicazione dell’autonomia differenziata? “Faranno la fine dei tacchini a Natale”, è la metafora irriverente di Domenico Marino, professore di politica economica all’università Mediterranea, a racchiudere compiutamente il senso del dibattito che si è tenuto questa mattina presso il salone del Digies di via Campanella a Reggio Calabria.

A confrontarsi sul tema del disegno di legge di riforma proposta dal ministro leghista Roberto Calderoli, rispondendo alla chiamata del Centro studi di politiche economiche e territoriali della Mediterranea, sono stati accademici, politici, rappresentanti delle categorie produttive e sindacalisti.

Al microfono, insieme a Domenico Marino, si sono alternati - sapientemente moderati dal giornalista Piero Gaeta - il professore Filocamo, l’avvocato Corrado Mollica, il segretario generale della Uil Calabria Santo Biondo, il presidente di Confesercenti Reggio Calabria Claudio Aloisio e il sindaco facente funzioni della Città metropolitana Carmelo Versace.

Tutti concordi nel sostenere che la riforma, se applicata, apporterebbe nuovi danni a una situazione economica e sociale, quella calabrese, che è già appesantita da anni di indifferenza ed errori e finirebbe per allargare quel gap esistente da il Nord del Paese e il resto a sud di Roma in perenne difficoltà.

Al presidente della giunta regionale Roberto Occhiuto, che si schierato dalla parte del ministro leghista Calderoli invitando la classe dirigente calabrese e meridionale ad accettare la sfida dell’autonomia differenziata, saranno fischiate le orecchie per tutta la mattinata. Proprio il governatore, infatti, è finito sul banco degli imputati e la sua apertura nei confronti di una riforma ancora oscura è stata bocciata.

Caustico il giudizio di Claudio Aloisio che ha usato una metafora sportiva per riassumere il suo pensiero. “Stiamo salendo su un ring - ha detto il presidente di Confesercenti Reggio Calabria - per affrontare la sfida con Tyson ma senza aver mai fatto pugilato e con le mani legate dietro la schiena. Capisco il richiamo alla sfida ma prepararsi al suicidio mi sembra davvero troppo”.

Una sfida dalla quale il territorio, però, potrebbe essere completamente allontanato. “Il decreto del ministro Calderoli, che mente sapendo di mentire - ha detto il segretario generale della Uil Calabria, Santo Biondo - viene blindato rispetto alla discussione in parlamento, davanti a una deputazione parlamentare che non riesce a esercitare una minima azione di contrarietà, e il rischio concreto è quello di trovarci di fronte con delle regioni che saranno sempre più ricche e delle regioni, purtroppo sempre le stesse, che saranno ancora più povere. Da questo muove la nostra totale bocciatura del testo della riforma e del lavoro del ministro leghista”.

Una riforma che l’avvocato Corrado Mollica ha definito una “iniquità rafforzata”, partorita da una classe politica che è stato bocciata dal professore Domenico Marino. “L’autonomia differenziata - ha detto Marino - è una malattia perniciosa per la Calabria. Quindi dobbiamo cominciare con il dire, al di là del colore politico, che questa riforma non farà bene alla nostra regione e che dire il contrario non è degno dell’intelligenza dei calabresi”.

La debacle della classe dirigente calabrese davanti ai tentativi di allargare il divario fra il Nord e il Sud del Paese è stata sottolineata dall’intervento di chiusura dei lavori che è stata affidata dal sindaco facente funzioni della Città metropolitana. Carmelo Versace, dopo aver ancora una volta richiamato la Regione ad assegnare le deleghe di competenza della Metrocity, non ha fatto sconti a nessuno. “Si prova a mettere in campo il progetto di autonomia differenziata - ha detto Versace - per l’evidente fallimento della classe dirigente che si è alternata negli ultimi venti anni e, purtroppo, in questa discussione manca proprio la politica, mentre la Regione ancora una volta guarda agli interessi che vanno da Vibo a Cosenza e marginalizza il reggino”.

Carmelo Versace, infine, ha rilanciato un progetto vecchio, che giace nei cassetti del legislatore, che nell’idea del sindaco facente funzioni della Metrocity potrebbe ribaltare il quadro. “Dovremmo riprendere - ha concluso - il disegno di legge sull’Area mediterranea dello Stretto per avere più autonomia e riuscire a mettere in rete servizi e realtà che potrebbero farci vivere meglio”.

Perché l’autonomia differenziata, così la pensa il professore Filocamo, “è qualcosa che si sta passando sopra la teste e rischia di cambiare il Paese ma in peggio”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Autonomia differenziata per i calabresi: "Contenti come i tacchini a Natale"

ReggioToday è in caricamento