L'emozione dei ragazzi di Corde Libere sul palco di Al Bano: "La nostra musica unisce i popoli del mondo"
Il maestro Alessandro Calcaramo racconta il progetto con la sua orchestra giovanile, nata nel 2014 con una missione culturale e sociale
"E' stata un'emozione fortissima per i ragazzi, e anche per me, aprire il concerto di uno degli artisti più importanti in Italia e all'estero". Alessandro Calcaramo, fondatore della band Corde Libere commenta così l'esibizione del suo gruppo di giovani musicisti come apripista dello spettacolo di Al Bano Carrisi che ieri sera ha riempito piazza Indipendenza. "La pioggia ha causato qualche piccolo problema audio - continua il maestro - ma abbiamo tenuto duro per coinvolgere il pubblico, facendo come sempre del nostro meglio per promuovere le tradizioni musicali, i suoni e i ritmi dei popoli del mondo".
Una soddisfazione resa possibile da Publidema e Novastar, oltre che dagli enti organizzatori, Regione e Città metropolitana. Sul palcoscenico che ha chiuso le celebrazioni del cinquantesimo anniversario dei Bronzi di Riace con il mattatore Al Bano, l'orchestra giovanile diretta da Calcaramo ha eseguito tre pezzi che racchiudono il senso del progetto Corde Libere, passando dalla tammurriata napoletana a "Aria Caddhipulina", tradizionale pizzica salentina scelta in omaggio a Carrisi.
L'esibizione sul palco in piazza Indipendenza: il video
La band ha anche voluto condividere con il pubblico il brano inedito presentato al concorso Sanremo Rock Festival, che ha visto i ragazzi di Calcaramo sfiorare il podio della finalissima classificandosi quarti su un totale di duemila partecipanti. Scritto da Michela Calarco, chitarrista del gruppo, per la musica, e Angelo Libri per il testo, ha come tema l'emigrazione e racconta con poesia le partenze da orizzonti lontani senza ritorno e le vite spezzate in mare, un dramma nel quale l'unica speranza è un'umanità che accoglie e salva.
Di Corde Libere fanno parte 11 musicisti di età variabile tra 14 e 26 anni, con prevalenza di chitarre e strumenti cordofoni come la lira calabrese, il mandolino e il bouzouki greco, oltre alla fisarmonica e diversi tipi di percussioni che rappresentano, com'è nell'obiettivo artistico con cui è la band nata, le sonorità di popoli diversi. Il repertorio esplora infatti il folk del nostro Meridione ma anche la musica celtica e quella sudamericana.
"L'idea - spiega il maestro - è creare contaminazioni ed esperimenti musicali nuovi, ad esempio noi facciamo incontrare la musica brasiliana e la rumba. E' un modo per far capire attraverso la musica come culture che sembrano distanti hanno in realtà tanto in comune". Per sottolineare questa missione, il gruppo ha di recente adottato un logo, creato da Rita Corso, che li identifica come performer di musiche dal mondo e sintetizza il messaggio rappresentando due mani aperte come radici di un peculiare albero della vita, e al centro due persone in abiti tribali, che ballano insieme.
L'avventura di Sanremo Rock è stata entusiasmante per Corde Libere. Dopo aver superato le selezioni calabresi, all'Ariston i giovani artisti si sono imposti nella fase conclusiva e sono arrivati alla finalissima, a contendersi la vittoria con altri 17 gruppi (sugli iniziali 2000). Oltre a Sanremo Rock & Trend (questa la categoria della band reggina), i giovani del maestro Calcaramo hanno conquistato la finale di un altro concorso musicale della città dei fiori, Sanremo Mamely Live in the City.
Il progetto di Calcaramo per valorizzare giovani talenti e promuovere le musiche del mondo
Insegnante nella scuola secondaria di primo grado, Alessandro Calcaramo nel 2014 ha dato vita a questo progetto per valorizzare le giovani eccellenze incontrate nel suo percorso da docente e offrire a questi talenti l'opportunità di esprimersi e non andare dispersi dopo la conclusione degli studi scolastici. Una proposta musicale che, rivolta ai ragazzi, è una sfida in quest'epoca dominata da youtuber e trap di bassissimo livello e artifici tecnici.
Come si riesce ad attrarre verso la musica etnica un sedicenne che ascolta i tormentoni da autotune? "I ragazzi - risponde il maestro - ascoltano quei generi perché sono gli unici che si sentono in radio o alla tv. Bisogna fargli conoscere tutto il resto, ed è questo che io porto avanti. Chiedo di provare a suonare ciò che suggerisco per vedere se piace, chiedo la loro fiducia. I giovani scoprendo questa musica trovano la modalità di far uscire fuori profondità e ricchezza emotiva, doti che hanno ma non possono essere espresse da certa musica scadente e testi discutibili anche come significato morale".
E se celtico e brasiliano registrano alto gradimento tra i suoi giovani allievi, il maestro è particolarmente orgoglioso di aver avvicinato molti ragazzi al mandolino: "E' un piccolo contribuito alla salvaguardia delle nostre tradizioni di cui vado fiero, perché sto facendo conoscere e amare alla nuova generazione questo strumento, che ormai si vedeva soltanto nelle botteghe".
Corde Libere allarga lo sguardo dei suoi giovani artisti verso un pensiero di fratellanza e unione: "Le sonorità che presentiamo - conclude Calcaramo - dimostrano che la terra è abitata da popolazioni diverse ma le radici sono comuni, e questo incontro tra le culture musicali ci dice che siamo un unico popolo".