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Giovedì, 28 Marzo 2024

"Lo Stato c'è e tutela gli imprenditori sani": il procuratore Bombardieri dopo il blitz contro il clan Labate |VIDEO

Determinanti si sono rivelate le denunce degli imprenditori reggini "strozzati" dalla cosca, dominate nel quartiere Gebbione

"Gebbione è la San Marino di Reggio", con questa affermazione gli affiliati alla cosca Labate di Reggio Calabria definivano, nei colloqui intercettati dalla polzia, il popoloso quartiere a sud della città. E' uno degli elementi emersi dall'operazione "Helianthus", condotta dalla Mobile, diretta da Francesco Rattà, e coordinata dalla Dda che ha portato all'arresto di 14 persone, tra boss e gregari della 'ndrina Labate.

"L'importanza di questa indagine - ha commmentato Giovanni Bombardieri, capo della Direzione distrettuale antimafia in seguito al blitz contro la cosca dei "Ti mangiu" -, è che registriamo con grande sofddisfazione, della denuncia degli imprenditori che oggi capiscono che la scelta non è più limitata a pagare il pizzo e tacere, cosa questa che li espone a una serie di conseguenze e di rischi, perchè pagare il pizzo significa entrare in un gioco criminale, che non li vede vittime ma partecipi del riferimento alla cosca della loro azienda". 

La denuncia degli imprenditori "strozzati" dai "Ti mangiu"

"Hanno la possibilità - continua il procuratore - di denunciare e di ottenere giustizia nelle pretese estorsive criminali che sottopongono a una grave pressione la loro azienda commerciale. Oggi lo Stato c'è, c'è sempre stato e oggi è ancora più forte e può garantire ai soggetti che vorrano denunciare lo svolgimento della loro attività in maniera libera e aperta".

I nomi degli arrestati

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