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Bronzi patrimonio Unesco, Metrocity avvia un tavolo tecnico-scientifico

L'annuncio in chiusura del convegno internazionale di studi tenuto al museo, dove è stata presentata l'idea progettuale per la prestigiosa candidatura

Si è concluso con lo scenario del patrimonio Unesco il convegno internazionale di studi "I Bronzi di Riace 50 anni di studi e ricerche", che ha riunito nella terrazza del museo archeologico reggino esperti e ricercatori in un confronto culturale e di progettazione. 

La proposta di candidatura dei Bronzi al riconoscimento Unesco era già stata presentata a Paestum nella XXIV edizione della Borsa Mediterranea del turismo archeologico, ma oggi in chiusura dei lavori del convegno organizzato dal Ministero della Cultura e il MarRc nell'ambito delle iniziative del cinquantesimo anniversario, il sindaco metropolitano facente funzioni ha informato dell'apertura di un tavolo di lavoro finalizzato all'avvio della procedura per candidare i Guerrieri al titolo di patrimoni.

Progetto di candidatura al via con il tavolo tecnico-scientifico

L’idea progettuale è stata presentata da Patrizia Nardi, esperta in valorizzazione del patrimonio culturale e già fautrice dell'idea della rete delle grandi macchine a spalla che ha permesso alla Varia di Palmi di essere inserita tra i patrimoni Unesco. L'iniziativa ha raccolto l'adesione da parte di Fabrizio Sudano, segretario regionale del Ministero della Cultura, che si è detto pienamente disponibile a collaborare in contesto di sinergie tra enti. “I Bronzi di Riace sono patrimonio universale a prescindere da un percorso Unesco - ha precisato Patrizia Nardi - ma un progetto internazionale di questo tipo apre ambiti straordinari perchè lavora sui processi di consapevolezza e genera percorsi di educazione al patrimonio che sono alla base del coinvolgimento attivo di tutti i soggetti coinvolti nella tutela, nella salvaguardia e nella fruizione; inoltre produce opportunità di cooperazione internazionale importanti per il territorio”.

Già nelle prossime settimane sarà costituito un tavolo di coordinamento tecnico-scientifico a cura della città metropolitana, per lavorare al piano di fattibilità avendo come riferimento la Convenzione Unesco del 2001 sul patrimonio archeologico subacqueo. Parteciperanno esperti internazionali Unesco, soggetti di competenza ministeriale, oltre che la direzione del museo, gli enti pubblici territoriali e regionali (tra cui il Comune) e le università. Centrale, come previsto dalle raccomandazioni Unesco e la Convenzione di Faro, sarà il ruolo della componente di comunità, che come fruitrice e custode dei patrimoni, dev'essere il motore di ogni progetto.
"Sarà una sfida davvero importante per tutti noi - ha commentato Versace - un obiettivo di squadra che abbiamo voluto lanciare in questo periodo caratterizzato dalle celebrazioni del cinquantesimo anniversario, ma che intende andare oltre, innalzando l'asticella delle ambizioni per un territorio, che ha ancora tanto da raccontare".

Il convegno si chiude sui temi di comunicazione e archeologia pubblica

L'ultima giornata del convegno internazionale ha dato ulteriori spunti di approfondimento sulla promozione dei Bronzi e il loro legame identitario con il territorio. In particolare Davide Bennato, docente di Sociologia dei media digitali all'Università di Catania, e Andrea Gennaro, archeologo e funzionario della soprintendenza di Reggio e Vibo, hanno parlato dell'immagine di queste straordinarie opere come veri e propri oggetti comunicativi. Poesie, articoli di giornale, cultura pop e memorie storiche della città di Reggio hanno attraversato la narrazione dei due studiosi nella loro relazione. Partendo dalla recente polemica della scoperta del tesoretto di bronzi di San Casciano che riaccende la rivalità tra Calabria e Toscana, si è ripercorsa la storia delle contese sui maestosi Guerrieri di Riace, bramati fuori dalla terra del loro ritrovamento, fino alla diatriba tutta calabrese sulla clonazione. L'unicità e l'inamovibilità dei Bronzi, sancita dal pronunciamento popolare del referendum e poi da una sentenza del Tar contro la delibera regionale della discordia (che sarebbe però stata ribaltata dal Consiglio di Stato), li eleva infine a beni identitari della comunità reggina.

Un assunto che, a proposito di candidatura Unesco, si ritrova nella convenzione europea di Faro, sottoscritta dall'Italia nel 2013 e ratificata nel 2020, dove la comunità patrimoniale è definita come "un insieme di persone che attribuiscono valore a degli aspetti specifici del patrimonio culturale, che esse desiderano, nel quadro di un'azione pubblica, sostenere e trasmettere alle generazioni future". L'approccio community-based apre la strada alla visione dei Bronzi, opere iconiche della contemporaneità, come esempio di archeologia pubblica. E sarà uno dei perni della candidatura Unesco, che insieme a quella della Locride come capitale italiana della cultura conferma come stia emergendo una nuova consapevolezza del nostro territorio, un marchio d'eccellenza da proporre al mondo senza complessi di inferiorità.

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