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Venerdì, 19 Aprile 2024
Il cinquantenario / Centro / Museo Archeologico

Creativo cercasi per i Bronzi, tra errori e idee sbagliate

Da cinquant'anni l'immagine dei guerrieri venuti dal mare è stata penalizzata da campagne di promozione e polemiche. Abbiamo chiesto ai nostri designer cosa farebbero loro

Li abbiamo riportati alla luce e salvati dall’oblio nelle acque del mare, ma i Bronzi non li abbiamo trattati sempre bene. Con la loro bella età e i valorosi retaggi richiederebbero rispetto, invece in questi anni sono spesso finiti sulle prime pagine dei giornali per boutade che li hanno ridicolizzati, con l’aggravante che l’obiettivo era quello di promuoverli. Cinquant’anni di una lunga storia di idee sbagliate, errori imbarazzanti, litigiose gare di sapienza tra storici e intellettuali, e soprattutto assenza di un vero progetto culturale attorno a un tesoro preziosissimo, la fortuna di ospitare due dei pochissimi esemplari di statue bronzee del V secolo a.C. esistenti al mondo.

In versione digitale cafona, poi queer con tanga e boa di struzzo

Il caso più eclatante fu la campagna promozionale voluta dall’allora governatore Giuseppe Scopelliti nel 2011, quando lo spot con cui la Regione voleva attirare i turisti trasformò i guerrieri in due bizzarri ciceroni, non statue ma personaggi vivi scesi dai piedistalli per andarsene allegramente in giro tra le bellezze calabresi.

Un’animazione digitalizzata orrenda, che, complice pure una parlata dialettale sgradevole, li faceva somigliare a due cafoni, chiappe e intimità al vento, pronti a una rozza calata su spiagge e sentieri di montagna nostrani. Non solo: la scelta dell’itinerario veniva fuori giocando a pari e dispari ed evocando la morra, che a queste latitudini fa parte dei codici ricreativi mafiosi, quindi davvero una citazione infelice. I commenti alla campagna pubblicitaria furono di unanime disgusto. Bollando come demenziale, offensiva e patetica l’idea che il governatore presentava come opera dell’ingegno di un team di giovani creativi.

Bronzi di Riace_Bruneau_Ansa-2Gliene abbiamo fatte tante, ai nostri cari Bronzi. Rispetto allo spot di Scopelliti, gli eroi ne hanno guadagnato persino nella versione queer del reporter francese Gerald Bruneau, che all’interno del museo reggino li abbigliò con veli da sposa, boa di struzzo fucsia e tanga leopardati, per poi immortalarli in quell’ambigua mise. Lo aveva già fatto con la statua di Paolina Borghese a Roma, ma lì si era limitato ad avvolgerla nel tulle rosso, una situazione per ovvi motivi molto diversa. (foto Ansa)

Nel 2014, finito il lungo restauro, i Bronzi avevano trovato la loro sede definitiva da pochi mesi e la vicina organizzazione del primo Gay Pride in città fece montare un caso, con l’immediata presa di distanza della soprintendente ai beni archeologici Simonetta Bonomi, che disse di aver autorizzato semplici foto scoprendo solo a cose fatte che Bruneau, allievo di Andy Warhol, voleva rendere le statue un pò civettuole (ma il fotografo ha controreplicato dicendo di aver informato senza possibilità di equivoci su quella che sarebbe stata la sua performance).

Di certo fu una provocazione scioccante, che andava a colpire l’antica cultura classica che elevava bellezza e virilità maschile come virtù, insieme al valore militare, e anche a dare uno sferzante segnale al dibattito su unioni civili e matrimoni gay. L’episodio rimase oscuro, anche perché, per difendersi, Bruneau diffuse immagini del set fotografico, dove si vede chiaramente personale del museo che assiste alla strana vestizione senza battere ciglio.

Sempre nel 2014 un sussulto creativo si ebbe con lo spot di 45 secondi in cui la calda voce di Giancarlo Giannini dava un'anima ai Bronzi mentre immagini di meravigliosi dettagli delle statue emergevano nelle immagini. Un'idea originale perché interpretava il punto di vista degli eroi giunti in una terra sconosciuta che, come recitava lo slogan, "ti sorprende sempre". Insomma, sembra avere ragione Richard Gere quando, da forestiero di oltreoceano, ci suggerisce che, invece degli allestimenti pomposi ma vuori di sostanza, la Calabria dovrebbe valorizzare il suo lato segreto e da scoprire. 

Ma oggi, nelle nozze d'oro tra i Bronzi e la Magna Grecia calabrese, le istituzioni calabresi non hanno impiegato particolare creatività neanche per il logo del cinquantenario, basato su una grafica ipercommerciale oro e blu che incrocia lettere e numeri e sembra copiata a una celebre marca di pasta. Bocciato in modo quasi unanime da cittadini, personaggi della cultura e addetti ai lavori. Nato per armonizzare tutte le iniziative legate all’anno celebrativo, nella sua presentazione ufficiale lo scorso febbraio aveva l’ambizioso obiettivo di essere impiegato anche da privati per legare i loro prodotti all’attrattiva turistica del compleanno dei Bronzi. Invece nei fatti lo abbiamo visto finora, in modo un pò obbligato, soltanto nelle rassegne delle amministrazioni, mentre in città tanti hanno realizzato marchi autonomi e un altro logo ufficiale, insieme alla città metropolitano, lo ha scelto persino il museo archeologico. Insomma, che il gradimento non sia stato come nelle aspettative è chiaro, e neanche gli auspicati esiti di immagine unitaria.

Noi avremmo fatto così: le idee dei creativi reggini

Stasera all’Arena dello Stretto, nel corso della manifestazione per il premio Antonio Scopelliti, una narrazione originale dei Bronzi si vedrà nel cortometraggio animato "Argo" dei creativi di Magmanimation, che affida a un personaggio che arriva da lontano, forse un alieno, il compito di fare da guida tra le stanze del museo reggino e raccontare una storia antica e ignota. Perché dei Bronzi, in realtà, come spiega il designer Pietro Adorato, (nella foto) presidente dello studio di animazione, non sappiamo quasi nulla.

Bronzi di Riace designer Adorato-2"Credo – dice – che questo sia stato negli anni il grande errore di tutta la promozione che si è fatta sul territorio. Abbiamo sempre sfoggiato i Bronzi come identitari della città di Reggio o della Calabria, ma loro provengono da un tempo e un mondo che non esistono più, noi li abbiamo ritrovati ma non ci appartengono. E’ questa storia che dobbiamo recuperare e divulgare, collegandola al nostro territorio e alle tracce della Magna Grecia. Si è sempre pensato che basti la presenza dei Bronzi, abbiamo fatto finta che siano caratterizzanti della città.

Invece è come se avessimo affidato la promozione di Reggio a due forestieri, due profughi arrivati dal mare che abbiamo l’onore di ospitare ma, chi lo sa, potrebbero anche essere stati non eroi ma assassini... allora cosa faremmo, rinnegheremo questa impropabile appartenenza? In più si sono sempre affidate le campagne pubblicitarie a società esterne, che non conoscono Reggio, attingono a informazioni scolastiche dal web, spesso cadono negli stereotipi e non possono avere l’intelligenza emotiva per cercare i nessi culturali tra storia e attualità. I Bronzi non sono il bergamotto e neanche uno shampoo da vendere".

Bronzi di Riace magnanimation-2Pensando alle iniziative del cinquantenario, il cortometraggio con la Fondazione Scopelliti è un progetto a cui Magmanimation tiene molto. "In quattro minuti – spiega – parliamo dei Bronzi in modo inedito, intanto perché non sono loro in primo piano ma il personaggio che ce li presenta, e nel quale possiamo identificarsi. Potrebbe essere un turista, è uno che arriva da fuori e vuole conoscere la storia di queste bellissime opere, che altrimenti vedrebbe andando subito via, perché le troverebbe senza punti di contatto con l’ambiente, splendide e isolate nella loro stanza del museo. Una storia avvolta nel mistero e di cui abbiamo ancora oggi poche certezze, per questo abbiamo scelto di creare un’atmosfera sognante, dove i Bronzi sono il punto di arrivo ma prima c’è il racconto di una grande cultura. La strategia giusta e mai vista in cinquant’anni dovrebbe essere questa: recuperare leggende e origini, spiegare cosa hanno lasciato qui i Greci e interessare i visitatori a scoprirlo".

Bronzi di Riace ritratto Federico 02-2Il disegnatore reggino Antonio Federico, che insegna grafica a Firenze e si occupa di comunicazione con i giovani, commenta: "Non ho visto grande diffusione del cinquantenario, se ne parla poco". Da parte sua Federico ha festeggiato i guerrieri con un’illustrazione ispirata alla magnificenza e bellezza degli eroi, ma con la sua verve ironica qualche anno fa aveva pure realizzato una caricatura dove lo storico Daniele Castrizio, armato di scudo e lancia, riflette sulla quotidiana “battaglia” per tutelare la storia nella città di Reggio. Se avessero affidato a lui la promozione dell’evento, l’artista avrebbe lavorato con i ragazzi delle scuole coinvolgendoli in mostre e approfondimenti sui tanti misteri attorno alle origini delle due opere: "Credo che queste zone d’ombra siano un’opportunità in più per interessarsi alla storia greca, per fare ricerca e suscitare curiosità".

Bronzi di Riace ritratto Federico-2E se dovesse pensare a un videoclip? "Avrei collocato l’attenzione su un evento che ha cambiato le nostre vite. Il terremoto e maremoto del 1908. Immagini del mare che ricopre la città, la nostra gente. I nostri uomini. La natura prende con sè una parte importante della nostra storia. Poi un braccio emerge dalle acque, sono i guerrieri venuti a risollevarci. I giganti del mare vengono a salvare il nostro popolo. Il mare toglie, il mare dà. Il titolo di questa piccola storia sarebbe “Grazie Guerrieri del Mare”. Ecco, io avrei fatto uno spot così, con il sorriso di una bambina che osserva negli occhi i Bronzi e un bambino tenuto in braccio dal papà".

Il 14 agosto a Marina di Pietrasanta metteranno in scena il ritrovamento dei Bronzi calando nel mare della Versilia due copie identiche, realizzate negli anni Novanta e già esposte in un’antologica a Trento. Paradossalmente è l’omaggio più originale del cinquantenario, e se l’è inventato qualcun altro. Somiglia a una lezione dall'alto in basso su cosa dovremmo fare noi, che siamo palesemente in crisi d’idee?  "Tutto quello che ruota attorno all’arte – conclude Federico - è positivo e questa mi sembra un’iniziativa bella, fatta per celebrare un evento della nostra terra, quindi ben venga".

Sulla facciata di palazzo Campanella i giganteschi ologrammi dei guerrieri proiettati in notturna restano muti testimonial dei loro gemelli veri. E quei cloni immateriali sembrano pensare che forse conviene di più farsi pubblicità da soli.

Al MArRC per la domenica dei musei gratuiti è andata benissimo, facendo balzare Reggio tra i primi tredici siti più visitati. Il fatto che non si pagasse non basta a liquidare il successo dell’iniziativa in un giorno dalle temperature bollenti, e invece prova che i Bronzi, come il Colosseo a Roma e gli scavi di Pompei, proprio grazie ai due eroi può ambire a un titolo (tutto da costruire) di città d’arte. Purtroppo il cinquantenario non ha aggiunto niente. Sì, devono fare tutto da soli.

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