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Droni per il servizio antincendio boschivo, ecco i costi

La Regione ha pagato circa 160 mila a un'azienda veneta, la campagna ha registrato un calo del 40% dei roghi

Centosessanta mila euro e poco più, Iva compresa, per mettere i droni a disposizione del servizio antincendio boschivo. Questo è quanto ha speso la Regione Calabria per testare, per circa due mesi e comunque sino al termine della campagna antincendi boschivi, la giustezza di un progetto di controllo aereo utile ad incastrare i piromani.

I droni usati per la fase esplorativa e individuazione incendi, come si evince dalla delibera regionale, sono gli Uas con camera Rgb di categoria media fino a 2 chilogrammi di peso.

Mentre, per la fase di post emergenza e verifica spegnimento completo dell’incendio la proposta dell’azienda fornitrice del servizio, con sede in Veneto, prevede l’utilizzo di droni Uas con camera termica con risoluzione minima di 160x120 px radiometrica, con tanto di “controll room" remota.

“Il servizio di prevenzione degli incendi effettuato mediante l’utilizzo di droni - si legge nella determina - si è dimostrato di estrema rilevanza nell’ambito di azioni di contrasto ai fenomeni incendiari che interessano diffusamente il territorio regionale”.

In effetti, leggendo l’atto amministrativo regionale, il servizio di controllo con i droni effettuato in stretta sinergia con la sala operativa unica permanente di Azienda Calabria verde, la Protezione civile regionale, le organizzazioni di volontariato, i vigili del fuoco e le forze dell’ordine “non si è limitato al solo monitoraggio, ma ad una serie di attività integrative di contrasto che hanno reso possibile risultati inattesi, con un decremento degli incendi, rispetto all’anno 2021, di circa il 40%, oltre che varie segnalazioni alle autorità competenti di soggetti, presunti autori di azioni dolose”.

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