Sentenza processo Russo, parla il papà di Maria Antonietta: "Non gioisco, ma sono più sereno"
Accanto alla donna, vittima di violenza, anche le avvocate dell'Udi e di Insieme con Marianna Onlus
Quattro lunghi anni prima di arrivare alla sentenza definitiva che ha condannato Ciro Russo a 17 anni e otto mesi per aver tentato di uccidere, bruciandola via, la sua ex moglie Maria Antonietta Rositani.
Quattro lunghi anni in cui Maria Antonietta ha dovuto lottare, non solo per avere giustizia, ma per la sua vita. Due anni trascorsi in un letto d'ospedale nel centro grandi ustioni, prima, e poi a Reggio Calabria, e duecento interventi chirurgici.
Quattro lunghi anni in cui Maria Antonietta e la famiglia Rositani hanno visto anche, acconto a loro, tante persone che li hanno aiutati in questo tortuoso cammino. Così ecco che dopo la sentenza della Corte di Cassazione, papà Carlo rivolge i suoi ringraziamenti e le sue considerazioni su questa sentenza.
Dice papà Carlo: "Voglio inviare un grazie dal cuore ai nostri legali gli avvocati Alessandro Elia, Massimiliano Santaiti e Maria Lombardo e poi alle associazioni che hanno aderito come Parte Civile Udi e Insieme per Mariana e ai nostri periti dottore Taglieri, la dottoressa D'Aniello e il professore Marasco che hanno con il loro cuore donato a tutti noi famiglia Rositani oltre alla loro immensa capacita' giuridica vicinanza tanta attenzione e un amore più che fraterno".
Poi aggiunge: "Un uomo che tenta di uccidere bruciando viva la sua ex moglie la madre dei due sue figli. Non può che non essere condannato anche se la sua giusta condanna deve essere per questi "esseri non esseri" dalla mentalità criminale patriarcale maschilista fine mai su in isola deserta con una zappa a procurarsi il cibo per la vita.
Che essere non essere è questo che si comporta così? Non riesco a chiamarli uomini. Ma sono pochi grazie a Dio questi “Mali” che affliggono gli’ amori di una coppia all’interno di una famiglia. Ecco perché non posso gioire per la giusta sentenza perché il condannato ovvero l’orco “di turno" è la stessa persona che fino a quattro anni fa viveva, respirava, dormiva tra le stesse mura domestiche di mia figlia e dei miei due nipoti Annie e William e accanto a loro la mia dolce mamma morta per il dolore".
“I figli il bene più grande per noi genitori è ciò che resta di bello a chi viene dopo di noi a ricordo di ieri. Ecco perché - dice Carlo Rositani - non gioisco, ma posso dire oggi di essere più sereno anche se in cuore mio da padre e da italiano che crede nella legge ero certissimo di questa giusta sentenza".
Dunque, in questo lungo cammino c'è stata anche la sorellanza delle donne accanto a Maria Antonietta, non solo a parole ma con i fatti. L'Udi e Insieme a Marianna onlus, infatti, si sono costituite parte civile e adesso esprimo soddisfazione.
"La violenza sulle donne - dicono - è una violazione dei diritti umani: è per questo che l'Udi– Unione donne italiane- con l’avvocata Antonietta Occhiuto, ed Insieme a Marianna onlus con l’avvocata Licia D’Amico si sono costituite parti civili accanto a Maria Antonietta Rositani nel processo penale contro l’ex marito che nel marzo 2019 le ha dato fuoco, portandola ad un passo dalla morte.
La prima sezione penale della Corte di Cassazione all’esito della discussione ha confermato la penale responsabilità dell’ex marito di Maria Antonietta Rositani. Il tentativo dell’uomo di negare la propria responsabilità invocando una inesistente incapacità di intendere e di volere è stato respinto.
In questi anni di processo e di testimonianza accanto a Maria Antonietta Rositani, donna coraggiosa e tenace, sono state presenti Unione Donne in Italia Aps ed Insieme a Marianna Onlus associazione per la prevenzione ed il contrasto della violenza sulle donne e sui minori. Le avvocate Antonella Occhiuto e Licia D’Amico esprimono la soddisfazione per la condanna alla pena di 17 anni ed 8 mesi che mette la parola fine ad una delle più brutali aggressioni alla incolumità fisica e psicologica di una giovane donna.
Al processo hanno contribuito le parti civili costituite, e fra queste Insieme a Marianna ed Udi: anche questa condanna conferma l’importanza del ruolo delle associazioni accanto ed a sostegno delle donne".