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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Coronavirus e zona gialla, le regioni a rischio a novembre con l'aumento dei contagi

I dati sui nuovi casi e le ospedalizzazioni restano sotto controllo, ma sono in aumento rispetto a qualche giorno fa. Non è escluso che possa esserci un cambio di colore per alcuni territori nelle prossime settimane del mese di novembre, a partire da lunedì 8

Quali regioni italiane rischiano di passare dalla zona bianca a quella gialla nelle prossime settimane, nel mese di novembre 2021? Una cosa è certa: al momento tutte le regioni restano in zona bianca. Non ci sono novità in vista di lunedì 1° novembre. Il ministro della Salute Roberto Speranza non ha firmato nessuna ordinanza per il cambio di colore delle regioni. I dati sui nuovi contagi e i ricoveri in ospedale restano sotto controllo, ma sono in aumento rispetto a qualche giorno fa. Ecco perché non è escluso che possa esserci un cambio di colore per alcuni territori nelle prossime settimane del mese di novembre, a partire da lunedì 8, se i nuovi casi e le ospedalizzazioni dovessero continuare ad aumentare.

Le regioni a rischio zona gialla a novembre 2021

Tutto dipenderà soprattutto dalla percentuale di posti letto occupati nei reparti ordinari e di terapia intensiva degli ospedali. Secondo i dati del monitoraggio settimanale dell'Istituto superiore di sanità resi noti poche ore fa, il tasso di occupazione in terapia intensiva su base nazionale è stabile al 3,7%. Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale invece al 4,5%. Al momento nessuna regione supera le soglie del 15% per l'area medica e del 10% per le terapie intensive fissate dal governo per il passaggio in zona gialla, ma alcune sono da tenere sotto controllo. Di seguito, le percentuali di occupazione dei posti letto regione per regione aggiornati al 28 ottobre sul sito di Agenas, l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali:

  • Abruzzo: 5% terapia intensiva, 4% area medica
  • Basilicata: 0% terapia intensiva, 5% area medica
  • Calabria: 3% terapia intensiva, 9% area medica
  • Campania: 4% terapia intensiva, 6% area medica
  • Emilia Romagna: 3% terapia intensiva, 4% area medica
  • Friuli Venezia Giulia: 6% terapia intensiva, 5% area medica
  • Lazio: 5% terapia intensiva, 6% area medica
  • Liguria: 5% terapia intensiva, 3% area medica
  • Lombardia: 3% terapia intensiva, 5% area medica
  • Marche: 8% terapia intensiva, 5% area medica
  • Molise: 3% terapia intensiva, 3% area medica
  • Provincia autonoma di Bolzano: 6% terapia intensiva, 9% area medica
  • Provincia autonoma di Trento: 2% terapia intensiva, 2% area medica
  • Piemonte: 3% terapia intensiva, 3% area medica
  • Puglia: 2% terapia intensiva, 3% area medica
  • Sardegna: 2% terapia intensiva, 3% area medica
  • Sicilia: 4% terapia intensiva, 8% area medica
  • Toscana: 5% terapia intensiva, 4% area medica
  • Umbria: 8% terapia intensiva, 5% area medica
  • Valle d'Aosta: 0% terapia intensiva, 7% area medica
  • Veneto: 3% terapia intensiva, 3% area medica

Da questi dati, in costante monitoraggio ed evoluzione, si evince che l'attenzione è ora puntata su alcune aree dove i numeri relativi alle ospedalizzazioni stanno crescendo. In particolare, si segnala la provincia autonoma di Bolzano, che raggiunge il 9% di occupazione dei posti letto in area medica e il 6% in terapia intensiva, le Marche (8% in terapia intensiva), l'Umbria (8% in terapia intensiva) la Calabria (9%in area medica) e la Sicilia (8% sempre in area medica). Si tratta, lo ribadiamo, di percentuali ancora lontane rispetto alla soglia stabilita dal governo per il passaggio in zona gialla (15% per l'area medica e 10% per le terapie intensive). Ma l'epidemia di Covid-19 non è alle spalle.

Secondo i dati del monitoraggio settimanale dell'Iss, a livello nazionale l'indice Rt questa settimana è aumentato arrivando quasi a 1. La settimana scorsa il tasso di trasmissibilità era di 0,86, ora invece ha raggiunto quota 0,96 e, secondo le proiezioni della cabina di regia, fra altri sette giorni dovrebbe crescere ancora a 1,14. Aumenta anche il tasso di incidenza del coronavirus che da 34 casi ogni 100mila abitanti è arrivato 46 casi ogni 100mila abitanti. Il tasso di occupazione in terapia intensiva è stabile, per ora si ferma al 3,7%, ma aumenta il tasso di occupazione nei reparti che arriva al 4,5%. La settimana scorsa era al 4,2%. Il numero delle regioni e delle province autonome classificate a rischio moderato è aumentato da 4 a 18. Al momento le uniche classificate a rischio basso sono Basilicata, Sardegna e Valle d'Aosta.

(fonte Today)

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