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Cronaca

Calopinace, ennesima vittima: quando e quali le soluzioni per fermare le stragi

Fatima è solo l'ultima vittima in ordine di tempo a perdere la vita in uno dei tratti di strada che sta diventando tra i più pericolosi della città

Ancora una vittima della strada, ancora una tragedia che si è consumata sul ‘maledetto’ tratto del ponte Calopinace. Le bretelle, anno dopo anno, stanno conquistando uno dei podi più tristi della nostra città. Quello di strada con il più alto tasso di mortalità, sempre dopo la Statale 106.

Ieri sera l'ennesimo incidente mortale che ha spezzato la vita di Fatima, 64enne, di nazionalità marocchina che, stava rientrando a casa, insieme al marito e ad un’altra persona, quando attraversando la strada del Calopinace è stata colpita in pieno da un motociclista.

Il corpo della vittima, straziato dall'impatto, dopo essere stato scaraventato contro il guardrail, è finito sulla carreggiata. Per il motociclista, ferito durante l’incidente, pare si ipotizzi l’amputazione della mano. L’assessore Zimbalatti, giunto sul posto immediatamente, ha più volte ribadito in queste 24ore, la necessità di prendere immediate soluzioni per impedire che episodi di tale gravità si ripetano ancora.

Purtroppo quello di Fatima non è che l’ultimo degli incidenti mortali sulle bretelle causati dalla velocità, dalla scarsa illuminazione, assenza di marciapiedi. Il 13 ottobre 2018, a causa dell’eccesso di velocità a perdere la vita è il 26enne Demetrio Luvarà, il 4 aprile sempre dello stesso anno un’auto sbanda, urta contro il guardrail e carambola dentro il torrente, a morire è il 40enne Giuseppe Cotroneo. E ancora, il 20 settembre 2017 un uomo viene travolto e investito, lo stesso accadde il 13 febbraio 2014, un uomo, di nazionalità tunisina, senza documenti, viene travolto e ucciso mentre attraversava la strada.

Questi sono solo alcuni degli episodi più gravi, senza citare i piccoli sinistri o incidenti senza feriti. Una strada, la cui pericolosità è nota in città e sulle modifiche o provvedimenti da prendere se ne parla solo quando ci scappa il morto.

L’assessore alla polizia municipale del comune di Reggio Calabria, Nino Zimbalatti, tra i primi ad arrivare sul posto dopo l’incidente, ha parlato della ‘drammaticità’ dell’incidente e, sottolineato, che “certi episodi non dovrebbero mai accadere”.

Proprio quel tratto di strada, che va dal semaforo di Ponte San Pietro ed arriva sino al Ponte di Sant’Anna, è tra i più pericolosi e dove si stanno ripetendo incidenti mortali con estrema frequenza. L’assessore Zimbalatti, si è impegnato a trovare una soluzione immediata. È chiaro che, il semplice redarguire i cittadini con sanzioni o minacce di autovelox non risultano efficaci, allo chiediamo: quando e quali saranno queste soluzioni? 

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