I carabinieri hanno sottoposto a fermo due ucraini, ritenuti i presunti scafisti dello sbarco di migranti avvenuto nei giorni scorsi al largo di Capo Bruzzano

I fatti

La notte del 24 ottobre a Bianco, di fronte alla scogliera di Capo Bruzzano, è stata avvistata dalla Guardia costiera l’ennesima imbarcazione a vela con a bordo 46 migranti di nazionalità irachena, siriana e iraniana.  I migranti sono sbarcati al porto di Roccella Jonica e accompagnati, dopo i primi controlli, presso il centro di prima accoglienza. 

Grazie alla rete di ricerca attivata dai carabinieri sono stati rintracciati sulla Statale 106, vicino al cimitero di Africo, i presunti scafisti mentre si stavano allontanando a piedi. Sulla spiaggia, poco distante, i militari dell’Arma hanno trovato anche il gommone con cui i due uomini, ucraini di 27 e 32 anni, si erano allontanati dalla nave e avevano raggiunto la costa. Così al termine di una indagine lampo, da cui sono emersi elementi incontrovertibili, i carabinieri hanno messo le manette ai due stranieri, che dovranno ora rispondere di ingresso illegale sul territorio nazionale e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Sono arrivati a otto gli avvistamenti (e gli sbarchi) di migranti negli ultimi due mesi nella Locride. Le condizioni favorevoli del mare hanno consentito l’arrivo di imbarcazioni a vela che, nella maggior parte dei casi, si fermano a largo della costa oppure, in alcuni casi, sbarcano direttamente a terra, con i migranti che iniziano a disperdersi, dando luogo a veri e propri sbarchi fantasma. 

"Sale a sei – spiegano dal comando provinciale di Reggio Calabria – il numero degli scafisti trovati e fermati dai carabinieri nell’ultimo periodo. La chiave di tutto è la capillarità: la nostra presenza su tutto il territorio è un elemento fondamentale per scoprire cosa accade e, di conseguenza, per aiutare il cittadino".