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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Rosarno

I Carabinieri scoprono due piantagioni di canapa e arrestato quattro "coltivatori"

Con l'arrivo della stagione estiva si intensificano i controlli sul territorio della provincia, i ritrovamenti sono stati effettuati a Rosarno e San Ferdinando, le piante una volta essiccate e vendute avrebbero fatto registrare lucrosi guadagni

Due piantagioni di canapa indiana sono state scoperte dai Carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria, guidati dal colonnello Giuseppe Battaglia. I rinvenimenti sono stati effettuati la scorsa settimana a Rosarno e San Ferdinando. All’esito dei controlli, poi, i Carabinieri hanno effettuato quattro arresti.

La piantagione in pieno centro

Il primo ritrovamento è stato effettuato in pieno centro a Rosarno ed in Contrada Ferraro di San Ferdinando, nell’ambito di un servizio straordinario di controllo del territorio finalizzato alla prevenzione e repressione dei reati in materia di sostanze stupefacenti, i Carabinieri della Tenenza di Rosarno e della Stazione di San Ferdinando, assieme ai colleghi Cacciatori di Calabria e del Nucleo Elicotteri di Vibo Valentia, hanno rinvenuto ben due piantagioni di canapa indiana. La prima di esse, scovata a seguito di un servizio di osservazione avviato alle prime luci dell’alba, era situata in un giardino in pieno centro cittadino a Rosarno, composta da circa 100 piante di marijuana dell’altezza media di 80cm circa, in pieno stato vegetativo. 

Si accedeva da un foro nella recinzione

La piantagione, all’interno della quale era possibile accedere solo seguendo un percorso obbligato attraverso un foro ricavato in una recinzione, occultata da una fitta vegetazione, era irrigata manualmente dal gestore del terreno, Raffaele Cambria, 29enne rosarnese, già conosciuto alle forze dell'ordine. L’arresto è scattato proprio grazie all’intervento tempestivo dei militari, insospettitisi dai movimenti dell’uomo, il quale, scavalcando la ringhiera del proprio balcone e passando attraverso il foro appositamente praticato nella recinzione, accedeva alla piantagione, ove deteneva tutti gli attrezzi utili per l’irrigazione e la coltivazione della stessa.

Droga per oltre tre mila euro

Le piante rinvenute sono state campionate e sequestrate per essere successivamente trasmesse al Ris di Messina per le analisi tossicologiche del caso. La droga, una volta raccolta ed essiccata, avrebbe consentito di ricavare circa 5 chilogrammi di marijuana in grado di far conseguire profitti illeciti superiori a 3 mila euro. L’uomo è stato posto dai militari in regime degli arresti domiciliari, così come disposto dall’Autorità giudiziaria di Palmi, in attesa dell’udienza di convalida di fronte al Gip avvenuta lo scorso 29 giugno, all’esito della quale è stata confermata la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti dell’uomo: dovrà rispondere del reato di produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope.

Le piantine in un fondo agricolo in disuso

A distanza di poche ore, nel territorio del Comune di San Ferdinando, in particolare in quella Contrada Ferraro, i militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria confermavano la segnalazione dei colleghi dell’8° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Vibo Valentia, i quali durante un sorvolo avvenuto lo scorso 20 giugno avevano individuato la presenza di una possibile piantagione, ben occultata all’interno di un fondo agricolo in disuso. Il sopralluogo presso il sito indicato dagli elicotteristi, permetteva ai militari di appurare la presenza, in un terreno di 1 chilometro quadrato, di una vasta piantagione di circa 1.500 piante di marijuana del tipo “olandese nana”, dell’altezza media di 1 metro circa, in pieno stato vegetativo. Il campo in esame era ben occultato da un folto muro naturale composto da alte canne e rovi, accessibile attraverso un unico e stretto cunicolo ricavato tra la fitta vegetazione e protetto da un sistema di video-sorveglianza ricaricato con energia solare, in grado di registrare e mandare segnali di allarme in caso di movimenti sospetti da parte delle Forze dell’ordine.

La canapa alimentate con le acque del Mesima

Lo stupefacente veniva alimentato grazie alle acque del fiume Mesima, che scorreva nei pressi nel fondo agricolo, mediante un ingegnoso sistema di irrigazione: le acque del fiume venivano convogliate in fusti ed attraverso un sistema di tubi, l’acqua arrivava direttamente sul campo con un meccanismo di caduta a goccia che permetteva di mantenere sempre irrorato lo stupefacente. 

Scattano tre arresti

Immediata è stata la reazione dei Cacciatori di Calabria, dei militari della stazione Carabinieri di San Ferdinando e della Tenenza di Rosarno, i quali hanno colto in flagrante 3 soggetti all’interno del campo, intenti ad avviare la raccolta dello stupefacente, tagliando le cime delle piante e riempiendo diversi sacchi del peso complessivo di 30 chilogrammi circa. Nonostante un maldestro tentativo di fuga di uno di essi, gli uomini, tutti residenti a Rosarno: Francesco Pronestì, 66enne già noto alle forze dell’ordine, Francesco D’Agostino, 61enne anch’egli già conosciuto alle forze dell’ordine e Giuseppe Salvatore Chindamo 23enne incensurato, sono stati tratti in arresto e detenuti presso la Casa circondariale di Palmi, in attesa dell’udienza di convalida dinanzi al Gip, avvenuta lo scorso 29 giugno, all’esito della quale il giudice ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari per D’Agostino, mentre per Pronestrì e Chindamo è stata confermata la detenzione in carcere: dovranno rispondere anche loro del reato di produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti in concorso.

Dalla vendita ricavi per oltre 800 mila euro

La rivendita al dettaglio dello stupefacente, una volta trattato ed essiccato, avrebbe fruttato circa 800mila euro di proventi illeciti, per un quantitativo totale di merce venduta pari a 500 chilogrammi.

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