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L'anniversario

Cardia ricorda il ciclista Pepè Canale: 102 vittorie in carriera

Il consigliere comunale nel quarantennale della morte dello sportivo reggino

Ricorre il quarantennale della morte di Pepè Canale, uno dei più talentuosi ciclisti calabresi di tutti i tempi, e’ quanto afferma il consigliere comunale Mario Cardia. Pepe’ è stato un passista d’eccezione, con un temibile spunto in volata : 102 vittorie in carriera, tra cui le più prestigiose gare in linea nazionali tra i Dilettanti e finanche una tappa del XVI Giro di Sicilia tra i Professionisti.

Professionista, sotto la sapiente guida tecnica ed umana di Bartali.
Il 1959 è un anno da incorniciare: giunge al traguardo del XX Giro Ciclistico della Provincia di Reggio, osannato dai conterranei; vince la Trapani-Palermo, sesta ed ultima tappa del XVI Giro di Sicilia (che, salvo errori, resta l’unico successo di un ciclista reggino tra i Professionisti).


“E’ una vittoria tutta nostra quella di Canale, un successo che ci esalta e non solo perché Pepè Canale è un atleta caro al cuore di tutti gli sportivi meridionali…ma perchè come molti nostri conterranei è stato costretto ad emigrare al Nord per coltivare il suo talento”.
 Parte la carovana del 42° Giro d’Italia e con essa gli entusiasmi, le speranze ed i sogni dei tifosi reggini. Purtroppo, ancora una volta, è in agguato la malasorte; nel corso della tappa Napoli-Vasto, un cane attraversa la strada proprio mentre transita un gruppetto nel quale è presente anche Pepè Canale che, non riuscendo ad evitare l’impatto con l’animale, rovina a terra … risvegliandosi in ospedale.


Poco tempo dopo, alla ripresa dell’attività agonistica un’altra tegola si abbatte sul ciclista reggino : gli viene riscontrata una seria lesione al tendine di Achille, da ridurre con intervento chirurgico, all’epoca decisamente complicato e con tempi tempi di recupero molto lunghi. 
Decide così di chiudere una carriera breve, ma intensissima, che rimarrà, per sempre, scolpita nella storia del territorio, non solo per i trofei messi in bacheca, ma per quelle pedalate disincantate, sincere e polverose, figlie di un’epoca tanto, troppo lontana. 
Il 20 luglio 1982 (a circa 10 giorni dalla vittoria del magico Mondiale di calcio che Pepè ha seguito dal letto), la sindrome di “Ski e Dregher”, male lento e inesorabile, che atrofizza gli arti … lo batte in volata, per come mirabilmente chiosato dal poeta vernacolare Paolo Lacava che, nella lirica Ti Ricordi Pepè, lo definisce campione di ciclismo e di bontà.

Così Mario Cardia: “la Reggio sportiva e non lo ricorda con grande affetto, ho condiviso le emozioni con il figlio noto professionista reggino avvocato Mimmo Canale, uomo che ne incarna le virtu’”.

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