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Crisi energetica

Caro bollette, le imprese reggine si preparano all'autunno in rosso

Gli esercenti si dividono tra sfiducia, proposte e voglia di reagire. Domani riunione promossa da Confesercenti in vista di una manifestazione pubblica

E’ iniziato l’autunno in rosso per famiglie e imprese, con la minaccia degli ulteriori rincari delle utenze di gas ed elettricità. In città gli esercenti, che stanno tamponando l’emergenza già da mesi, aspettano la nascita del nuovo governo confidando in misure di sostegno che, in realtà, durante la campagna elettorale i partiti avevano promesso di attuare subito dopo il voto. Invece tutto tace e persino la manciata di giorni che separano dalla costituzione del governo Meloni per gli imprenditori reggini è un tempo insostenibile.

1665060370754-2Santo Cama (nella foto) titolare del Café Noir, da gennaio riceve bollette di importo più che raddoppiato rispetto allo scorso anno: nel mese di luglio 2022, in alta stagione turistica, ha pagato 4.603,53 euro, contro i 1.270,54 del 2021, ed è stato costretto a mettere in aspettativa un dipendente e ridurre l'orario a un altro. "In tanti siamo sul punto di chiudere - dice - anche perché si prospettano altri sei mesi di spese ancora più alte e davvero non so quale imprenditore possa sopportare un simile costo dell'energia moltiplicato per quattro. 

Ma la cosa che fa rabbia - continua - è che la gente fallisce per le bollette, perché una chiusura per un indirizzo commerciale o un investimento sbagliato si accetta, ma per chi fa impresa è umiliante fallire per tre bollette". Una situazione che secondo Cama è amplificata dall'ambiente di Reggio, "una città immobile - dichiara amareggiato - che offre zero a chi lavora nel nostro settore, noi viviamo solo grazie all'utenza reggina, che non basta.

Per il resto non c'è stato movimento neanche quest'estate, quando avevamo la grande chance dell'anniversario dei Bronzi". La prospettiva di respirare un po' nel periodo natalizio non basta. "E poi a gennaio cosa faremo? Io oggi sono sotto di 28.000 non preventivati, soldi che ho perso senza neanche capire come, un fulmine a ciel sereno. Gli aiuti del governo, se ci saranno, sono molto in ritardo. Mentre loro giocano a elezioni e scontri di partiti, noi continuiamo a pagare e non è mai arrivato un centesimo. Non mi illudo - conclude - di recuperare tutto, ma Eni ha fatturato sette miliardi in più rispetto all'anno scorso, ridatemi almeno la metà di quello che mi avete preso".

1665072238856-4Le stategie di sopravvivenza del settore sono poche e obbligate. Per i consumi in tanti scelgono le rate, che in questo frangente ha un inevitabile effetto domino, perché le bollette si accavallano e se non si è finito di pagare quella precedente, per la successiva non si può usufruire dell'agevolazione.  "Speriamo di riuscire a pagare - dice la signora Mimma del forno "Pane amore e fantasia", che ha aderito alla campagna Confcommercio delle bollette in vetrina - ci riteniamo fortunati per aver ottenuto due rateizzazioni consecutive, non sempre le accettano". Altri cambiano gestore per sfruttare le offerte per i nuovi clienti, altri ancora si sono salvati fino ad oggi grazie ai contratti a prezzo bloccati, una tattica che però adesso è diventata fallace perché le aziende stanno applicando la legittima modifica unilaterale delle condizioni, spingendo gli imprenditori a continue rescissioni alla ricerca di un'altra temporanea offerta, nell'angoscia di trovarsi la stangata nella temutissima, immimente bolletta di ottobre.

A malincuore poi si alzano i prezzi, in una catena che colpisce l'anello finale, il consumatore. Qualcuno si scusa con i clienti esponendo un avviso motivato del rincaro, e si vede anche qualche cartello surreale. Potrebbe essere la scena di una commedia, ma non fa ridere leggere, nel bagno di un bar frequentato da studenti, la raccomandazione a usare solo uno strappo di carta igienica per non sprecarla. 

1665060370779-2Antonio Fragomeni (nella foto), titolare del noto bar pasticceria di via Sbarre inferiori, ha ammortizzato le nuove spese recuperando sui servizi che prima erano gratuiti (ad esempio la consegna a domicilio). Ma l'imprenditore mantiene un atteggiamento ottimista: "Credo - dice - che chi ha un'attività come questa debba mettere in conto che non ci saranno sempre momenti floridi, soprattutto se si è nel settore da tanti anni. Io ho avuto un rincaro contenuto rispetto ad altri ma sono preparato ad avere presto una batosta.

Noi risentiamo del costo delle attrezzature che consumano molta energia e poi ci ha colpito l'aumento delle materie prime ma preferito affrontare questo problema pensando che siamo in un periodo particolare di trasformazione. Prima il Covid, ora la guerra, la storia ci insegna che periodicamente l'umanità vive grandi cambiamenti e ora ci troviamo in una di queste fasi. Ci sarà una selezione naturale tra le aziende, le più forti e organizzate resteranno, le più deboli crolleranno, è una legge di mercato e noi dobbiamo avere la capacità di adeguarci".

Per Fragomeni il nuovo governo potrebbe aiutare le imprese con il credito d'imposta: "Con una misura del genere - spiega - potremo in parte rientrare dai soldi in più che abbiamo speso tra consumi e materie prime, in ogni caso io sono convinto che le soluzioni si trovano con il dialogo e spero che ci sia sempre un'interlocuzione tra chi ci rappresenta e la nostra categoria, per comunicare i nostri bisogni e poter essere aiutati". 

Non per tutti è facile essere sereni. L'attesa del nuovo governo sta scorrendo in città in un clima generale di sfiducia. Uno stato d'animo diffuso è quello dell'inutilità di qualunque reazione a quello che le piccole imprese stanno affrontando in totale solitudine. Il titolare di un bar della zona sud non vuole essere citato ma dice: "C'è poco di cui parlare, qui l'unico commento è chi può pagare e chi no. Non serve a niente protestare, non ci daranno comunque nessun aiuto, dobbiamo vedercela no, finché sarà possibile". 

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Invece Benito Lisitano, storico commerciante e già vicepresidente provinciale Confesercenti, è combattivo e su Facebook lancia un appello ai colleghi di categoria invitandoli a concordare un orario di apertura e chiusura degli esercizi che utilizzi la luce del giorno. "Migliaia di diffide stiamo ricevendo dalle compagnie e nessuno fa niente! Allora cerchiamo i di muoverci noi! Invito tutti i commercianti ad incontrarci e invito il sindaco e tutta la popolazione reggina a stare al nostro fianco ed alla massima collaborazione perché non vogliamo e non possiamo scaricare i maggiori costi sui prezzi di vendita". Lisitano chiede al Comune di mettere a disposizione degli imprenditori un locale in cui possano riunirci e deliberare la misura strategica per risparmiare energia. Facendo fronte comune: "Da oggi il motto è: aiutati che Dio ti aiuta!!!"

Aloisio Claudio-2Intanto, domani pomeriggio alle 15.30 presso la sede di Confesercenti il presidente provinciale Claudio Aloisio (nella foto) ha invitato gli associati e qualunque imprenditore volesse partecipare a un'assemblea convocata per discutere della situazione attuale e le eventuali azioni da intraprendere per mettere in luce le difficoltà che le imprese stanno vivendo. L'obiettivo, non celato, è una manifestazione pubblica.

"Non è un'iniziativa di protesta - precisa Aloisio - perché sappiamo che sarebbe difficile gestirla e potrebbe esporci anche ad episodi di disordine che distoglierebbero da quello che vogliamo comunicare. Però sarà una manifestazione eclatante, io in prima persona voglio metterci la faccia e spero che saremo in tanti. Deve essere chiaro a tutti che le piccole imprese della città sono allo stremo delle forze. I privati stanno vivendo una situazione altrettanto critica - precisa - ma non si deve dimenticare che il prezzo maggiore lo stanno pagando le imprese, le più colpite già dai tempi della pandemia. Questo momento duro arriva quando ancora non ci si è ripresi dall'emergenza Covid e vogliamo che si sappia che in molti tra i titolari di piccole imprese non sanno la mattina se la sera potranno mangiare".

Non ci sono soltanto le bollette, il bilancio di famiglie e imprese è gravato pure dai tributi, ma Aloisio fa una disamina oggettiva: "I Comuni hanno una manovra di intervento limitata, non dobbiamo fare demagogia ma guardare agli interventi realmente possibili che gli enti possono attuare. Noi siamo contrari ai bandi a sportello, che provocano una distorsione di mercato perché questo meccanismo fa sì che chi arriva tardi non riceverà aiuto pur essendo nella stessa situazione di bisogno di coloro che sono riusciti ad accedere. E spesso chi rientra sono le imprese con maggiori mezzi creando disparità, noi invece chiediamo misure di sostegno etiche, che siano davvero per tutti". 

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