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Cronaca

Castore, il Sul proclama lo sciopero: venerdì prossimo i lavoratori incroceranno le braccia

Il segretario Libri spiega che da tempo si è cercato un dialogo con l'azienda. 140 dipendenti aspettano i salari e sono nell'incertezza per il loro futuro

E' grave la situazione finanziaria di Castore, la società di servizi del Comune. Mancano i soldi ma mancano anche le materie prime necessarie per lo svolgimento ordinario del servizio di manutenzione sul territorio cittadino. 

Per questo già da lunedì, così come ha annunciato l'amministratore delegato Stefano Sofi, le attività sono state sospese. La sospensione riguarda "le attività non involgenti servizi essenziali e di pubblica incolumità” . 

Per i 140 lavoratori, dunque, è un momento difficile che arriva dopo lo stato di agitazione e l'incertezza per il futuro. Eppure quando nacque la società Castore, insieme alla gemella Polluce (poi di fatto incorporata nella stessa Castore), si parlò di una svolta epocale nella gestione dei servizi non solo per la città ma anche di uno strumento importante che ridà la dignità del lavoro ai dipendenti. Ecco questa dignità adesso sembra essere persa, non solo per le troppe incertezze sul futuro ma anche per i ritardi sui pagamenti dei salari. 

Da mesi il Sindacato unitario lavoratori (Sul) con il suo segretario Aldo Libri chiede un dialogo con l'azienda, ma senza esito. Così ecco che il prossimo 20 maggio sarà, per ventiquattro ore, sciopero. 

Lo dice senza enfasi Aldo Libri e aggiunge: "Arrivare allo sciopero non è mai bello, è già una sconfitta. Vuol dire che non si è riusciti a parlare, a dialogare,  a trovare un accordo. Noi ci abbiamo provato, da tempo. Adesso non abbiamo altra scelta. Già il 22 febbraio avevamo proclamato lo stato di agitazione ma non c'è stata alcuna procedura di raffreddamento del conflitto, pur se esplicitamente richiesta dal Sul, e la prefettura non ci ha mai convocato". 

"Il sei aprile, poi, solo due giorni prima del nostro proclamato sciopero dell’8 aprile, - spiega Libri - c'è stato un incontro con l'azienda e i lavoratori. Così congelato lo scipero dando credito all’impegno sottoscritto dall’Azienda di continuare una discussione a soluzione delle questioni aperte ma in realtà non c'è stato alcun seguito". 

"Continua infatti, l’intollerabile ritardo nel pagamento delle spettanze dei dipendenti - aggiunge il segretario del Sul - unito all’incertezza per il futuro; e ancora ci sono problemi sulla sicurezza. I lavoratori, soprattutto quelli del settore idrico, spesso quando vanno a fare gli inteventi non hanno le mappe delle condutture e non sanno a cosa vanno incontro visto che in alcuni posti ci sono condotte idriche vicino a condotte elettriche non sempre messe in sicurezza. E' rischioso e non ppossiamo accettare più queste situazioni. Dall'incontro di giorno 6 alcuni provvedimenti sull’ambiente di lavoro, sono stati fatti, ma non hanno ancora determinato una condizione di sicurezza ed igienicità, né si è fissata la richiesta riunione per stilare un piano sicurezza anche con adempimenti progressivi".

"C'è da evidenziate che la discussione aperta no ha avuto alcun prosieguo nonostante le richieste, anche per le vie brevi, del Sul, anche per affrontare e decidere la sorte dei dipendenti impropriamente con contratti a tempo determinato.  I problemi restano sul tappeto e sembrano essere immutabili. Le priorità che il Sul aveva evidenziato sono questioni elementari in un rapporto di lavoro in generale, a maggior ragione quando il datore di lavoro è un pezzo dell’amministrazione cittadina. Soprattutto non si è aperta la discussione chiesta per tramutare il gruppo dei dipendenti a tempo determinato, che sono una quarantina, che ricoprono ruoli essenziali nell’ambito dei servizi che l’Azienda deve garantire, in dipendenti a tempo indeterminato. La stabilizzazione è importante. Il contratto di prossimità, che scade il 31 ottobre, vanno apportate delle modifiche necessarie per i lavoratori, ma a quanto pare non c'è la volontà di farlo. Il Sul è in prima linea - conclude Libri - e anche se altre sigle sindacali non sono sulla nostra stessa lunghezza d'onda noi andremo avanti, anche, se necessario, rivolgendoci al tribunale del Lavoro".

Adesso i lavoratori incroceranno le braccia e vedremo cosa accadrà.  

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