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La denuncia / Catona

Catona, Marino: "No a classi solo con bambini rom"

La denuncia dell'associazione Un mondo di mondi dopo la riunione del Tavolo locale

Giocomo Marino, presidente dell'associazione Un Mondo di mondi, non ci sta e denuncia quanto sta accadendo a Catona. Spiega Marino: "Quarantacinque anni fa, con la legge 517 del 4 agosto 1977 , l’Italia  ha eliminato la vergogna delle classi differenziali costituendo la Scuola  aperta a tutte e a tutti.  Eppure a Reggio Calabria,  da tempo, l’Istituto Comprensivo “Radice-Alighieri” di Catona ha costituito una classe differenziale  con soli alunni  rom. E’ un fatto  molto grave che un istituto scolastico pubblico  violi la legge costitutiva della Scuola  aperta  emarginando  un gruppo di minori. Alla gravità  della vicenda in sé , si deve aggiungere anche  quella del contesto in cui questa  è avvenuta e continua ad avvenire" . 

"La vicenda  è emersa ufficialmente nell’ incontro del  Tavolo locale del Progetto Rom Sinti e Camminanti tenutosi il 15 giugno scorso a Reggio Calabria registrato con un verbale che si alleg . Il progetto RSC è un piano nazionale finalizzato all’ inclusione degli alunni Rom, Sinti e Camminanti, finanziato dal Pon Inclusione e promosso  dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in collaborazione con il Ministero dell’istruzione, il Ministero della salute e l’Istituto degli Innocenti. E’ stato avviato nel 2013 ed oggi viene realizzato in 13 città metropolitane, tra le quali è presente anche la città  di Reggio Calabria che ha come scuola di riferimento per la realizzazione delle attività proprio  l’Istituto comprensivo “Radice-Alighieri”. 

Durante l’incontro del 15 giugno scorso un’assistente sociale del Comune di Reggio Calabria  ha sostenuto che :  “... sia necessario evitare le classi con tanti bambini rom tutti insieme, per favorirne l’inclusione ed evitare anche che gli insegnanti possano trovarsi in difficoltà, anche perché la concentrazione nelle classi di soli bambini rom può comportare classi vuote e non si garantisce l’integrazione”. La Dirigente dell’Istituto Comprensivo “Radice Alighieri” ha  risposto “...che le famiglie non rom non iscrivono i loro figli dove frequentano i rom, sostenendo che sia inutile nascondersi dietro un dito”. L’assistente sociale ha replicato sostenendo  “che a prescindere, queste situazioni sono da evitare”. Dopo questi  interventi  l’incontro del Tavolo locale è proseguito  senza che la questione venisse neppure minimamente sfiorata  da nessuno di  20 soggetti presenti, i quali  erano  i rappresentanti dell’Assessorato alle politiche sociali del  Comune di Reggio Calabria ( Assessore e Dirigente settore Minori), i rappresentanti di  altri enti pubblici e privati ed i  responsabili  dell’attuazione del  Progetto RSC".  

"Da considerare che gli alunni rom che vengono concentrati in una classe nell’Istituto Comprensivo provengono dal ghetto urbano di Arghillà nord  dove con le loro famiglie subiscono, da anni, la ghettizzazione abitativa insieme allo stigma di  “causa del ghetto”.  La Scuola che dovrebbe offrire  loro la prima significativa  inclusione sociale invece  continua ad emarginarli.  Pertanto, - continua Marino - l’indifferenza  degli enti presenti al Tavolo locale del Progetto  RSC ,  finanziato  per favorire l’inclusione scolastica  degli alunni rom, è molto grave".

"A nostro parere, è  grazie anche a questo atteggiamento degli enti  che la dirigente dell’Istituto Comprensivo  ha potuto, in un incontro pubblico  registrato,  giustificare senza alcuna remora questa “scelta” rivendicandone, perfino, la necessità. Da considerare, inoltre, che il concentramento di alunni rom in questo Istituto scolastico va  avanti da  anni grazie allo stesso meccanismo . Questa Associazione, come membro del Tavolo locale,  essendo stata assente  all’ incontro del 15 giugno,  ha appreso il fatto dal verbale dell’incontro ricevuto il 7  luglio scorso. Il 18 luglio l’Associazione  ha inviato una lettera a tutti  i componenti  del Tavolo locale ,  invitando la dirigente  dell’Istituto comprensivo ad emettere, entro 15 giorni,  un provvedimento per eliminare la classe differenziale e pregando gli altri enti  ad assumere una posizione sulla questione. Nei giorni successivi l’associazione ha scritto all’ assessora della Pubblica Istruzione del Comune di Reggio Calabria  e ha tentato di parlare con l’assessore alle politiche sociali e con la Dirigente dell’ IC  senza riuscirvi".

"Solo l’Ufficio dei Servizi Sociali  per i Minorenni  del Ministero della Giustizia  ha risposto all’ invito condividendo con l’associazione la preoccupazione per il concentramento degli alunni rom. L’Istituto comprensivo “Radice- Alighieri” non ha risposto e, da quanto ci risulta,  non ha assunto alcun provvedimento per eliminare la classe differenziale . L’assessore alle politiche sociali del Comune di Reggio Calabria e quattro enti privati  hanno risposto  all’ associazione non pronunciandosi sul fatto specifico posto alla loro attenzione ma solo per dichiarare  che  l’Istituto comprensivo opera bene. 

Di fronte al prevalere di questa precisa volontà di ignorare il fatto  l’associazione è stata costretta a segnalare  la vicenda  agli enti  che hanno il compito di tutelare il diritto degli alunni ad una scuola inclusiva. L’associazione ha chiesto - conclude Marino- a queste istituzioni di intervenire per  eliminare la classe differenziale,  riaffermando  il principio  della scuola aperta ed inclusiva conquistato 45 anni fa". 

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