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Cronaca

Catona, Centro diurno disabili: i genitori sono pronti alla protesta

La struttura resta chiusa, ormai da molti mesi, e non si prospetta una soluzione. Il presidente della Repubblica ha sollecitato l'intervento degli uffici competenti

Ancora un nulla di fatto per i ragazzi disabili del Centro diurno: la struttura di Catona resta chiusa e non c'è un'alternativa. 

I “Laboratori Sociali” sono stati  gestiti, fino alla chiusura, dalla Piccola Opera e il presidente Piero Siclari in questi giorni ha avuto un incontro con il Comune,  per vedere un immobile nella zona sud della città e capire se poteva essere utilizzato ma questo è ubicato a Croce Valanidi e quindi non è idoneo alle esigenze delle trenta famiglie. 

Così Gianfranco e gli altri “ragazzi” stanno ancora a casa senza far nulla e senza aiuto per le famiglie che in questi lunghi mesi, dopo aver superato l'emergenza Covid, si ritrovano ancora privi di un servizio indispensabile per i propri ragazzi.  Dopo quasi due anni a casa, tra pandemia e chiusura del Centro, tutto questo tempo isolati e senza poter socializzare come facevano ogni giorno, i ragazzi - dicono i familiari - corrono anche il rischio di gravi regressioni.

Anna Vadalà, la mamma di Gianfranco, ha ricevuto risposta alla sua lettera al presidente della Repubblica e sperava che cambiasse qualcosa. “Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, - spiega Anna Vadalà-  tramite il suo segretariato lettera-3generale, ha fatto sapere di aver  sollecitato  gli uffici della giunta regionale, del Comune e della prefettura a risolvere la problematica. Ma ancora non abbiamo avuto nessun incontro con il prefetto e solo l'altro giorno ci è arrivata la convocazione per mercoledì 13, alle ore 11, al Cedir ai Servizi sociali”. 

Anna non si arrende e così insieme alle altre famiglie si sono incontrate, a casa della mamma di Sasha, per capire cosa fare e come affrontare la situazione. Hanno discusso a lungo tra loro genitori e anche con il supporto degli operatori del centro, rimasti senza lavoro ormai da tempo.

Sono stanchi ma non ci stanno a vedere calpestati i diritti di questi ragazzi e così hanno deciso di indire una manifestazione di protesta e lunedì 18 ottobre saranno in piazza a far sentire la loro voce e quella dei loro figli affinché i laboratori sociali e il centro di Catona riapra al più presto.

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