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Venerdì, 19 Aprile 2024
L'iniziativa

Una strada per il fine intellettuale Antonino Consolato Caminiti

La cerimonia si è svolta nella via cittadina, già Vico Petrillina, alla presenza di Paolo Brunetti, sindaco facente funzioni, e dei figli del compianto poeta in lingua e in vernacolo

Nel 25esimo della scomparsa, (16 dicembre 1997), si è svolta nei giorni scorsi, la cerimonia di intitolazione ad Antonino Consolato Caminiti, poeta in lingua e in vernacolo, scrittore e animatore culturale, tra le figure più
significative della cultura reggina del secondo dopoguerra, di una via cittadina, già Vico Petrillina.

Alla manifestazione hanno preso parte Paolo Brunetti, sindaco facente funzioni, Rocco Albanese, assessore, i componenti della commissione toponomastica, Fabio Arichetta e Gianfranco Cordì, i figli Francesco e Mariangela Caminiti, i nipoti ed un nutrito gruppo di amici ed estimatori.

È stato Stefano Iorfida, presidente dell’associazione culturale Anassilaos, che all’illustre concittadino ha dedicato una serie di incontri di approfondimento, a delineare in breve la figura e l’opera di Caminiti mentre il primo cittadino si è soffermato sull’importanza, per le nuove generazioni, di conoscere, attraverso la toponomastica, figure significative della storia, dell’arte, della cultura, dell’economia, dello sport che hanno operato in città contribuendo in maniera significativa alla crescita civile della comunità.

Da parte loro i figli Francesco e Mariangela Caminiti, nel ringraziare le autorità presenti e gli amici ed estimatori, hanno recitato brani poetici tratti dall’opera dello scrittore.

Chi è Antonino Consolato Caminiti

Nasce a Reggio Calabria il 21 novembre 1916. Prende parte alla II Guerra Mondiale e negli anni successivi ricopre
importanti incarichi nella pubblica amministrazione (è stato tra l’altro Direttore di Divisione presso l’Intendenza di finanza di Reggio Calabria). Egli è stato soprattutto un intellettuale che ha amato profondamente la propria città.

Giornalista, condirettore, poi direttore, della rivista “Italia Intellettuale”, fondata nel 1945; protagonista, insieme ad altri uomini di cultura del tempo, tra i quali Giuseppe Tympani ed Ernesto Puzzanghera, della vita artistica e culturale di Reggio e insieme poeta di valore che predilesse il vernacolo reggino, lingua che costituisce una parte significativa del suo corpus poetico a partire dal poemetto in quartine “Rriggiu”, pubblicato nel 1948 come una difesa appassionata e sincera della sua Reggio, in risposta ad un giornalista che aveva dileggiato la città (“Pi rrisposta ‘o rradiucronista i ‘ll’articulu supra ‘a Calabria trasmessu ‘a rradiu ‘nda ffebbraiu ‘ru ’48), e nella silloge “U cantu ra natura” del 1949.

A proposito di questa raccolta è significativo ricordare una lettera inviata al nostro dall’amico attore, drammaturgo, regista e sceneggiatore reggino Leopoldo Trieste “…io ricordavo le tue prime poesie sincere e piene di sentimento che leggevamo per le vie di Santa Caterina tornando da scuola…ci hai messo in corpo la nostalgia della nostra Reggio, ci hai fatto sentire i suoi colori, respirare i suoi profumi…” .

In schietto vernacolo reggino scrisse anche un’ode alla Madonna della Consolazione “A Maronna ‘ra Cunsulazioni” e una lode alle tradizioni dolciarie della città in “U pitrali e u turruni”. Egli stesso ricordava spesso “non sono uno scrittore impegnato. Scrivo se, quando ne ho voglia e di ciò che mi piace, sia che si tratti di poesia in vernacolo e in lingua, di note d’arte e di cronaca, di saggi, di racconti brevi e di profili, di pezzi di carattere sociale e amministrativo”.

Compose anche bozzetti, poi confluiti nella raccolta “Io, tu…gli altri/Storie brevi e profili” stampato nel 1992, che raccoglie nella prima parte, piccole testimonianze di vita vissuta e nella seconda “Gli altri”, una serie di ricordi di uomini “famosi”, dal poeta e scrittore Enzo Bruzzi al già ricordato Leopoldo Trieste, da mons. Giuseppe Agostino a Oreste Dito, dal medico e chirurgo Renato Caminiti a Filippo Aliquò Taverriti e al poeta Felice Soffrè.

Un aspetto interessante dell’attività di Caminiti è costituito, come si diceva sopra, dalla sua partecipazione alla vita culturale della città e ai “salotti letterari” della Reggio del dopoguerra; riunioni periodiche che si tenevano di volta in volta nelle case di ciascuno dei partecipanti o in altre sedi. Degno di essere ricordato l’impegno di Caminiti nella battaglia, cominciata nel 1958, dei giornalisti calabresi per l’autonomia e la fondazione dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria conclusasi nel 1974 con il primo congresso regionale nel corso del quale fu approvato lo Statuto dei Giornalisti della Calabria.

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