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Cgil Cisl e Uil in piazza per il popolo curdo: presidio davanti alla Prefettura

Ieri pomeriggio mobilitazione dei sindacati reggini: "Stop ai bombardamenti nel nord della Siria e all’ingresso delle truppe turche"

Cgil Cisl e Uil di Reggio Calabria sono scesi in piazza per esprimere la loro profonda preoccupazione di fronte ai bombardamenti contro la popolazione curda nel nord della Siria e all’ingresso delle truppe turche. Il sit-in si è svolto davanti alla Prefettura per dire basta a un'escalation militare che si sta generando nella Siria già martoriata dalla guerra cominciata nel 2011 e che ha fatto oltre 250.000 vittime, quasi la metà civili, che hanno perso la vita nel violento conflitto contro l’Isis. Una mobilitazione per chiedere che si attivi subito una forte e decisa azione diplomatica per il rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani. 

"Si tratta - scrivono i sindacalisti Gregorio Pititto, Cgil Reggio Locri, Celeste Lo Giacco, Cgil Piana di Gioia Tauro, Rosy Perrone, Cisl Reggio Calabria e Nuccio Azzarà Uil Reggio Calabria -  di un attacco che avviene in violazione della legalità internazionale e che colpisce un’area già funestata da una guerra cruenta di molti anni che ha prodotto innumerevoli vittime, soprattutto tra i civili, che hanno perso la vita nel conflitto violento contro l’Isis, a favore dei diritti umani, dell'ambiente, della parità di genere, della giustizia sociale".

Le donne curde sono state in prima linea nella lotta contro la violenza cieca del Daesh, pagando un alto tributo di vite e sofferenze. E' importante ricordare che quando la lotta contro l'Isis sembrava una battaglia persa , la popolazione curda è riuscita a organizzare una resistenza inaspettata, schierando anche le donne in prima linea. La strategia statunitense di ritirare le truppe nella zona nord-est, quella presidiata dai curdi siriani, sta lasciando di fatto il campo libero alla Turchia.

Per i sindacalisti reggini: "Le istituzioni sovranazionali ed i governi hanno il dovere di agire affinchè si fermi immediatamente la deriva militare e si apra una conferenza che affidi alla diplomazia la soluzione di tutti i problemi tuttora aperti nella regione. L’Italia, l’Europa e gli organismi internazionali non possono restare indifferenti, intervengano per fermare l’invasione turca nel nord della Siria e la strage del popolo curdo".
 

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