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Verso la protesta

Centri diurni ko, la lettera dei genitori: "Come lo spieghiamo ai nostri figli?"

La lettera firmata da numerosi genitori delusi e sconfortati per la chiusura dei quattro centri diurni di Reggio Calabria. Venerdì 15 luglio sit-in davanti Palazzo San Giorgio

"L’incontro fra i rappresentanti del Comune di Reggio Calabria e la Regione non ha cambiato la realtà delle cose: i 4 centri diurni non hanno riaperto e 130 bambini da due settimane sono privi di assistenza. Questa è l’amara realtà. Una realtà che, nonostante coinvolga centinaia di persone tra professionisti, dipendenti e utenti, è stata cancellata senza che l’istituzione comunale abbia dato spiegazioni all’utenza e all’opinione pubblica, ancora sbigottita e
incredula dal modo in cui la decisione è stata presa".

Con la chiusura dei quattro centri diurni oltre mille bambini saranno senza assistenza, i genitori dei ragazzi fruitori dei servizi del Centro socio educativo Solaris, gestito dalla Cooperativa Libero Nocera e Centro Socio Educativo Skinner, chiedono la convocazione di un consiglio comunale ad hoc ed in una lettera ribadiscono: "E’ una grande vergogna, sembra che a nessuno interessi quanto stia accadendo, nessuno ne parla eccetto alcune testate giornalistiche, il Consiglio comunale massima espressione della città rimane muto e silenzioso.

Le associazioni delle famiglie disabili, i rappresentanti del forum del terzo settore, dove sono? Si domandano cosa stanno facendo i minori che frequentavano questi centri diurni? Il sindaco, l’assessore Delfino, non possono nascondersi dietro un regolamento che oggi nega l’assistenza a 130 minori senza proporre una alternativa
immediatamente praticabile".

I genitori chiedono al sindaco e al presidente del Consiglio comunale "la convocazione urgente dello stesso consiglio aperto alle organizzazioni sociali del terzo settore e alle organizzazioni sindacali dei lavoratori con all’odg le modifiche da apportare al regolamento regionale".

"Chiusura centri diurni, colpa del pessimo regolamento regionale"

Il Regolamento-D.G.R. n°503 del 25-10-2019 ha di fatto reso impraticabili alcune attività importanti all’interno dei centri diurni per minori disabili (il laboratorio del linguaggio, l’attività motoria, le attività artistiche creative, i laboratori cognitivi) laboratori che venivano gestiti da figure professionali qualificate, nonché, ridotto a una vergogna il monte ore (sei ore settimanali) di altri specialisti fondamentali (assistente sociale e coordinatore).

Attività che venivano svolte per sei giorni settimanali e che l’intervento dei centri di riabilitazione non potranno sostituire. Certamente i servizi sociali dovevano essere regolamentati, ma non si può “buttare il bambino insieme all’acqua sporca”. Un Regolamento la cui esecuzione ha portato alla chiusura di 4 centri diurni per minori, tra i quali il Solaris e lo Skinner per minori disabili e il Girasole e il Lilliput quali centri per minori provenienti da famiglie
multiproblematiche e che rappresentavano delle realtà funzionanti nel Reggino".

Genitori delusi e arrabbiati: "Come lo spieghiamo ai nostri figli?"

"Noi genitori di minori diversamente abili ci chiediamo come faremo a spiegare ai nostri figli....a Sofia, Alessandro, Marco...e tanti altri che è tutto finito, che anni di duro lavoro ed impegno sono stati cancellati così, dall’oggi al domani, perché considerati dai nostri burocrati “Figli di un Dio minore”, un peso economico per la città. L’interruzione comporta un’inevitabile regressione dei risultati raggiunti dopo anni di impegno, grazie al team di esperti e al lavoro d’equipe.

Il Centro per noi è sempre stato una grande famiglia, un punto di riferimento dove i nostri figli, seguiti da esperti professionisti, hanno da sempre trovato la giusta collocazione. E’ difficile spiegare il senso di vuoto, di impotenza e di abbandono che stiamo vivendo come genitori. Avremmo tanto voluto avere dei figli normodotati per dare loro opportunità ludiche e ricreative durante i pomeriggi.

Ma in realtà sappiamo benissimo che i nostri figli a causa delle limitazioni cognitive, fisiche… hanno bisogno di altro. I loro tempi attentivi per la maggior parte di essi sono limitati ed è sperimentato che dopo alcune ore necessitano di rientrare nelle proprie famiglie.

La realtà dei centri Solaris e Skinner per noi è una grande famiglia è “la nostra famiglia”, un modello da imitare non da cancellare. Il loro lavoro non si è mai concluso al centro, ma nelle nostre famiglie con le indicazioni educative a noi offerte, a scuola attraverso il confronto diretto con gli insegnanti e i continui consigli di parent training e il grande impegno sul territorio. Essere diversamente abile significa “essere diversamene speciali”, questo abbiamo imparato nel nostro centro".

I genitori: "Venerdì scendiamo in piazza"

"Ogni figura ha un ruolo fondamentale e centrale nella nostra vita e nei nostri figli e non possiamo permettere a un regolamento che non conosce da vicino la realtà di sconvolgere i nostri equilibri. Non si possono interrompere - scrivono ancora i genitori -  all’improvviso delle attività essenziali che hanno portato dei miglioramenti nell’area del linguaggio, nell’are cognitiva grazie ai nostri psicologici per non parlare dell’importanza delle attività motoria e quelle offerte dai laboratori creativi della maestra d’arte e pedagogista.

Venerdi 15 luglio, alle ore 9, noi genitori insieme agli operatori che lavorano presso i centri diurni chiusi andremo a Palazzo San Giorgio per Chiedere a gran voce al sindaco e al Consiglio comunale che vengano riaperti i centri da subito e che si rendano porta voce verso l’istituzione Regionale affinchè si metta subito mano alle modifiche del Regolamento n°503 del 25-10-2019 e in breve tempo si arrivi alle modifiche richieste nella parte in cui si occupa dei centri diurni per minori poiché iniquo e discriminatorio (le rette non vengono calcolate per come previsto dalle tabelle ministeriali a cui ogni Ente Pubblico si deve attenere) e che venga accreditato l’importante ruolo che svolgono le figure professionali qualificate, oggi messe in discussione e alcune delle quali cancellate, riconoscendo loro, una volta per tutte, la giusta collocazione all’interno delle strutture in cui operano oramai da oltre 30 anni".

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