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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Circuiva persone fragili con riti esoterici per farsi intestare i beni: in manette docente di religione

Operazione "I Samaritani" della guardia di finanza. La donna, nata a Reggio Calabria, ma residente a Messina si impossessava di soldi e case. E' stata tradotta nel carcere messinese

Era solita frequentare opere caritatevoli, mense dei poveri, chiese, soggiorni della Caritas e case di riposo. E di lei, per il suo impegno e per la sua abnegazione nei confronti del prossimo e degli ultimi ci si poteva fidare. Però solo apparentemente. 

Un'insegnante di religione, Maria Dascola, di 59 anni, nata a Reggio Calabria ma residente a Messina,  facendosi scudo della sua professione e delle sue frequentazioni, avrebbe avvicinato e irretito persone psicologicamente deboli e incapaci di autodeterminarsi, spesso con alle spalle anche una storia di vita difficile, con un unico scopo: sottrargli i propri beni.

L'inganno è stato scoperto dalle indagini condotte dai finanzieri del comando provinciale di Reggio Calabria, coordinate dal procuratore aggiunto della Procura reggina, Gerardo Dominijanni, e dirette dai sostituti procuratori, Roberto Di Palma e Angelo Gaglioti, che hanno portato all'arresto della donna con l'accusa di circonvenzione di persone incapaci commesso ai danni di sei povere vittime.

Le indagini

Le indagini della guardia di finanza sono scattate dopo la denuncia di un quarantatreenne reggino che riferiva di essere stato raggirato da alcuni parenti, nel tentativo di sottrargli l’eredità dei defunti genitori. Da una prima analisi della denuncia, però, già sembravano emergere delle anomalie: infatti, il primo elemento che ha insospettito i militari è stata la non corrispondenza tra la calligrafia della firma dell'uomo, che sembrava essere molto elementare, come quelle tipiche dei bambini alle prime armi con la scrittura, e "l’articolazione e la precisione" con cui, nella stessa denuncia, venivano esposti i fatti “incriminanti” nei confronti dei parenti reggini del 43enne.

I militari hanno così avviato, sia a Reggio Calabria che a Messina, una serie di sopralluoghi e appostamenti nei luoghi potenzialmente interessati dalla vicenda e hanno dato ascolto a numerose testimonianze. 

Gli anziani "detenuti" in casa

In seguito a perquisizioni personali e domiciliari i militari hanno scoperto che a Messina in una casa fatiscente, inondata di rifiuti di ogni tipo, in stato di abbandono e in pessime condizioni igienico-sanitarie, erano “detenuti” un’anziana donna messinese, in precarie condizioni di salute anche di natura psichiatrica, sia un reggino, originario “denunciante”, entrambi incapaci di autodeterminarsi. Dopo le cure dei sanitari del 118  i due anziani sono stati affidati ai servizi sociali.

Le immagini della casa degli "orrori"

I militari hanno continuato a indagare analizzando documenti e dispositivi elettronici, pc e telefoni cellulari, che sono stati poi sottoposti a sequestro. Hanno effettuato inoltre accertamenti bancari e perizie psichiatriche nei confronti delle persone offese. 

L'attività investigativa spiegano dal comando provinciale della guardia di finanza di Reggio Calabria: "Ha consentito di giungere, tramite l’incrocio di vari elementi indiziari, a uno scenario completamente differente rispetto a quello inizialmente delineato dai fatti indicati nella denuncia".

I riti esotorici

È emerso inoltre che attraverso un modus operandi ormai ben consolidato (lo stesso che si stava perpetrando anche nei confronti del denunciante reggino), la donna sarebbe riuscita a impadronirsi del patrimonio mobiliare e immobiliare delle vittime, quantificato in svariate decine di migliaia di euro, del loro denaro e di ogni loro oggetto di valore, attraverso l’indotta sottoscrizione di Procure Speciali, testamenti e deleghe ad operare su conti correnti in suo favore.

Inoltre, è stato accertato che la donna, per il perseguimento dei suoi fini di circonvenzione, facesse persino ricorso a rituali e pratiche esoteriche, come è emerso da evidenze testuali e oggetti in cui si sono imbattuti i militari nel corso della perquisizione. In particolare, sono stati rinvenuti documenti contenenti istruzioni per praticare riti magici per rimuovere le vibrazioni negativa dalla casa, una 'corazza di protezione' con simbologia del settore, un 'captatore tri-sensor' e un talismano che assicurerebbe protezione duratura.

La mano di Fatima e la corazza di protezione spiegano gli investigatori: "In età moderna sono utilizzate come oggetti apotropaici (ossia atti o oggetti atti ad allontanare gli influssi maligni), mentre il “captatore tri-sensor”, metterebbe a disposizione del suo possessore delle virtù magiche. Le credenze e i rituali magico-esoterici evidentemente consentivano alla donna di incidere in modo suggestivo ed ancora più penetrante sulla già debole psiche delle vittime, aggravando ulteriormente il processo di creazione di un forte ascendente sulle stesse, ai limiti dell’instaurazione di una vera e propria forma di dipendenza".

Analizzato l’intero scenario nel corso dell’attività investigativa e ricorrendo esigenze cautelari nei confronti della donna e concordando pienamente con il quadro di pericolosità prospettato dagli investigatori, la Procura della Repubblica di Reggio Calabria ha richiesto ed ottenuto dal gip la misura dell’arresto in carcere, eseguita dai finanzieri che hanno così portato la donna nell’ala femminile del penitenziario di Messina Gazzi.

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