"La centrale operativa Suem 118 in piena emergenza": l'allarme della Cisl Fp
Vincenzo Sera e Salvatore Taverniti chiedono ai vertici aziendali di attivarsi per rendere efficiente e pienamente operativa una struttura fondamentale in questo periodo delicato per la sanità territoriale, per i sindacalisti: "serve un implemento in uomini e mezzi"
Un’emergenza nell’emergenza: la centrale operativa Suem 118 di Reggio Calabria rischia di andare in tilt. E’ questo l’sos lanciato dai vertici della Cisl funzione pubblica di Reggio Calabria, Vincenzo Sera e Salvatore Taverniti.
I numeri della centrale
Entrando nel dettaglio, in centrale operativa Suem 118 lavorano 15 operatori al fronte dei 24 previsti per il normale svolgimento dell’attività lavorativa; con il sopraggiungere della maxi emergenza Covid 19 il lavoro ovviamente è raddoppiato ma nella carente centrale Suem 118 è rimasto lo stesso numero di operatori con notevole carico di lavoro.
Manca il protocollo di emergenza
Per i sindacalisti della Cisl fp “manca praticamente tutto il sistema di maxiemergenza: protocolli, tecnologia , personale, mezzi di soccorso e per questo invita i vertici sanitari “ad adottare, ogni opportuno provvedimento atto ad individuare idonee soluzioni”. “Non si è pensato - scrivono Sera e Taverniti - quando invece era fondamentale e di estrema importanza, di istituire una task force per l’emergenza con medici o infermieri dedicati senza sovraccaricare gli operatori in servizio che sono già allo stremo delle forze; né tanto meno sono stati forniti protocolli operativi agli operatori che vengono aggiornati verbalmente di volta in volta lasciandoli abbandonati a loro stessi”.
Anche i computer funzionano male
La Cisl Fp è venuta a sapere che, ad aggravare la situazione è la strumentazione, i computer delle postazioni in centrale operativa non sono funzionanti al 100%, “infatti una postazione ripristinata poco tempo fa da un guasto funziona male non fornendo all’operatore di turno la possibilità di accedere alle rubriche di emergenze e alla visualizzazione delle chiamate in attesa di risposta; quest’ultima problematica è presente anche su un’ ulteriore postazione”.
Dpi forniti a singhiozzo
Per i sindacalisti, poi, un altro “fatto inaccettabile è che a questo numero esiguo di operatori non viene fornito nessun dispositivo di protezione individuale: mascherina, igienizzante per mani e computer, guanti, cosa gravissima perché se malauguratamente dovesse esserci un contagio in centrale operativa si rischia di far saltare tutti gli sforzi per la gestione dell’emergenza covid-19”. Sera e Taverniti, ancora, sottolineano “che anche agli operatori di ambulanza i Dpi vengono forniti a singhiozzo esponendo il personale tutto a notevole rischio per la salute propria e della collettività”.
Unica soluzione: nuove assunzioni
Per quanto riguarda invece, il parco macchine “già risicato per la normale attività andava implementato sia di mezzi che di autisti/soccorritori”. "La soluzione - concludono Sera e Taverniti - visto l’emergenzialità può essere affrontata con nuove assunzioni e progressioni interne o magari rivolgendosi ad associazioni di volontariato da affiancare ai mezzi del 118 e per dare una maggiore e veloce risposta alla cittadinanza”.