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Cronaca

Una vita per la cultura e nel cuore la sua Reggio: è scomparsa Teresa Canale Berruti

Il ricordo della scrittrice nelle parole dell'insegnante Francesca Triolo, dell'Istituto comprensivo Nosside-Pythagoras

Qualche giorno fa, a Savona, si concludeva la parabola terrena di Teresa Canale Berruti, una donna il cui cuore ha sempre palpitato d’amore per la sua amata Reggio. E, come spesso accade, il distacco è avvenuto in una città lontana che l’aveva accolta bene, concedendole un’esistenza decorosa e serena, dove certamente però le mancarono molto l’affetto e l’amicizia di quanti la conobbero e la stimarono.

Generosa, eclettica, animata da uno spirito sensibile che le consentiva di cogliere e leggere bene la profondità dell’animo umano e l’essenza delle cose, visse gli ultimi decenni della sua esistenza, curando la pubblicazione di numerosi volumi noti a molti, dal titolo "Na muzzata calabrisi".

"Per anni - ricorda l'insegnante Francesca Triolo dell'Istituto comprensivo Nosside-Pythagoras - si era prodigata per la raccolta di detti, proverbi e ballate, poesie d’amore e di sdegno, racconti calabresi e poesie religiose del territorio reggino, intervistando molti anziani, genuini custodi della memoria, spingendosi anche nei paesini limitrofi, con l’intento di dare alla memoria lo scranno che le toccava".

Teresa Canale Berruti, amò molto i giovani e per le giovani generazioni volle che non mancasse quell’identità culturale che è chiave di lettura per interpretare il presente, il "chi siamo", il passepartout necessario per prendere coscienza della realtà in cui si vive.

I volumi che compendiano la sua ricerca e il suo certosino lavoro reso elegante, tra l’altro, dalle illustrazioni degli artisti Emo Alfredo, Palmiero e Rosetta Amoroso, continueranno ad essere un valido strumento culturale, che permetterà di comprendere e meglio interpretare la società reggina.

"E’ vivo ancora il ricordo quando, nel lontano 1990, - afferma ancora Triolo -  nella sala consiliare del Comune di Motta San Giovanni, a cura del Circolo Culturale Mottese, fu presentato il primo volume "Na muzzata calabrisi" alla presenza di un folto pubblico, sorpreso dalla novità letteraria e piacevolmente coinvolto.

Di Teresa Canale Berruti ricordo la luce vivida dello sguardo, quando mi informava dei riconoscimenti di cui era stata insignita: Medaglia d’oro al Campidoglio, Premio Nazionale del cinquantenario del Corriere di Roma, Premio “Poesia Alberto Sordi”, Primo Premio commemorazione cinquantenario Brutium, Protomoteca in Campidoglio.

Non dimenticherò la sua voglia instancabile di viaggiare, di conoscere, di apprendere, di creare, di proporre soluzioni a varie situazioni problematiche, la sua mente era un tumulto di idee e a tutte voleva dare vita!

Il suo rammarico? Vedere Reggio oziosa, dove i progetti innovativi non trovavano sfogo e assistere a questa lenta agonia della sua amatissima città, le creava disagio, insicurezza, timore, le trasmetteva insomma un senso di precarietà che la turbava.

Il suo desiderio? Vivere serenamente a Reggio e, come era solita fare, quando abitava in città, poter trascorrere parte dei suoi pomeriggi in un noto gazebo del Corso Vittorio Emanuele, con l’immancabile tazzina di caffè fumante e l’inseparabile quadernetto, per annotare le suggestioni spettacolari che la visione dello Stretto, al tramonto, le suggerivano.

Era quello il momento della giornata che amava forse di più, e lo si capiva dall’espressione che assumevano i suoi meravigliosi occhi verdi. L’imperscrutabile, tuttavia, è accaduto! Àtropo, inattesa, ha reciso quel filo di vita delicato e precario, concedendole un dono: tornare nel grembo caldo e accogliente della sua amata Reggio, accompagnata dalla sua famiglia, per trovare onorevole e silenziosa sepoltura".

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