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Venerdì, 19 Aprile 2024
A che punto siamo / L'intervista

Comune, Nucera: "Scuole in sicurezza con l'obiettivo di costruirne anche altre"

Lo stato dell'opera dell'amministrazione nell'approfondimento di ReggioToday. Ne parliamo con l'assessora all’istruzione, edilizia scolastica, minoranze linguistiche e cooperazione internazionale

Sulla scrivania dell’assessora Lucia Anita Nucera c’è una composizione di origami: uno stormo di uccelli di carta, tutti bianchi tranne due, che sono gialli. “Li ha fatti mia figlia, mi ha spiegato che i due gialli sono diversi perché si occupano di aiutare gli altri”.

Architetto e docente, Nucera è titolare delle deleghe all’istruzione e politiche educative; edilizia scolastica e impiantistica sportiva e scolastica; edilizia sociale; minoranze linguistiche e identità territoriale; cooperazione internazionale per la promozione dei diritti umani.

Lo stato dell’edilizia scolastica è una spina nel fianco della Calabria, per i plessi di Reggio a che punto siamo? I nostri ragazzi sono al sicuro in quegli edifici? 

“Ho chiesto io una delega a cascata, che coprisse sia il settore dell’istruzione che quello dell’edilizia, perché so bene che quando i dirigenti scolastici si relazionano con l’amministrazione non lo fanno per le questioni didattiche ma soprattutto per chiedere interventi sugli immobili. A Reggio abbiamo 15 istituti comprensivi su un’estensione territoriale da Catona a Bocale, in totale 90 plessi, molti dei quali di proprietà comunale e in altri casi in affitto temporaneo. Gli edifici sono sicuri, certo non neghiamo l’esistenza di criticità, che sono tutte legate alla manutenzione. Molti di questi immobili non sono accatastati, e questo problema lo stiamo affrontando con un piano di accatastamento appena avviato con fondi appositamente messi a bilancio.

Entro il triennio 2022-2024 completeremo il monitoraggio sia sull’agibilità che sulla capienza, certificando ogni singolo edificio. Sappiamo che le scuole hanno bisogno di manutenzione continua e in più dal 1 gennaio scorso abbiamo iniziato a razionalizzare i locali impiegati come sede scolastica in locazione, con l’obiettivo di inglobare ad esempio quelli occupati da una sola sezione quando poi a 500 metri esiste il plesso principale. Ne abbiamo già dismessi molti e continueremo su questa strada. Ma l’obiettivo che abbiamo con il Pnrr non si limita al risanamento delle strutture esistenti, noi vorremmo costruire nuove scuole, da far sorgere nelle zone decentrate”

In molti istituti solo quest’anno sono apparse le scale esterne di emergenza, saranno realizzate per tutti?

“Molti edifici scolastici della città sono datati ed è chiaro che occorrano ammodernamenti, valutati e richiesti dalle singole scuole. Laddove c’è un’esigenza nuova sono gli stessi dirigenti a far effettuare le ricognizioni tecniche e segnalarci quali interventi siano necessari. Nel caso delle scale, alcune in ferro e altre in cemento armato, abbiamo iniziato con quattro scuole e gradualmente tutti gli istituti se ne doteranno. Preciso però che il mio assessorato, principalmente per la delega all’istruzione, è considerato dai dirigenti come un tramite per tutte le istanze, e lo facciamo volentieri smistando poi le questioni ai vari settori competenti (per le scale la competenza è dei lavori pubblici) sempre in piena sinergia”

Il suo assessorato si sta spendendo molto per le palestre scolastiche, quali sono i prossimi obiettivi?

“Stiamo dotando di palestre tutti gli istituti comprensivi, è di pochi giorni fa la consegna quella del Nosside Pythagoras, acquisizione importante dopo anni di inerzia e mancato completamento dell'opera finanziata con i Patti per il Sud. A breve saranno completate anche le strutture sportive degli istituti di Cannavò e Oliveto con fondi Pnrr. Quello delle palestre è un progetto a cui tengo molto, anche alla luce della nuova normativa che introduce nella scuola primaria l’educazione motoria come disciplina autonoma con docenti specializzati – quest’anno nella classe quinta nell’orario curriculare e dall’anno prossimo dalla quarta in poi. Dagli ultimi dati nazionali emerge un allarme sui valori crescenti del sovrappeso tra i bambini italiani, ma oltre all’importanza dello sport per la salute, credo che la scuola attraverso l’attività motoria possa orientare i ragazzi a scegliere la disciplina fisica verso cui si sentono portati per poi intraprendere uno sport all’esterno e coltivarlo in futuro”

Istituto comprensivo San Sperato Cardeto

A San Sperato, anche dopo la dura protesta dei genitori i ragazzi sono finalmente entrati nel nuovo plesso. Perché tanto ritardo per rendere disponibile all’istituzione scolastica una struttura già completata da mesi?

“Grazie all’impegno della dirigenza e del personale della scuola, e anche con un aiuto sul campo dei genitori sono stati arredati i locali e bambini e docenti da lunedì scorso sono entrati nelle loro classi. Manca ancora qualcosa per rendere fruibile l’intero edificio ma l’importante è che le aule siano in sicurezza e i bambini finalmente dentro. E’ una scuola che quel territorio aspetta da tanto e ci ha fatto soffrire per il recupero dei fondi necessari, perché allo stanziamento iniziale si sono dovute aggiungere nuove risorse per poter completare i lavori. Dovevamo consegnare il 10 ottobre e abbiamo dato regolarmente le chiavi alla dirigente Currà. Poi ci sono stati ritardi eccessivi per gli allacci delle utenze, e non è dipeso da noi.

Purtroppo senza energia elettrica non si poteva testare la piena funzionalità dei locali e per questo non si è potuto procedere al collaudo nei tempi previsti. Mi è dispiaciuto molto perché con i lavori ultimati lo scorso maggio quella scuola avrebbe dovuto essere aperta già con l’avvio di quest’anno scolastico. Ho seguito questa vicenda con particolare cura in contatto costante con la dirigente e svolgendo molte riunioni anche con il comparto lavori pubblici. Mi sono scusata personalmente, mi è sembrato doveroso. A breve organizzeremo un’inaugurazione ufficiale con tutta la cura che quella comunità scolastica e quel territorio meritano”.

Qual è invece lo stato dell’opera del rifacimento della scuola di San Brunello?

“E’ un progetto finanziato dal Pnrr, fonte che ci servirà molto per le scuole, ad esempio rifaremo anche il plesso Gebbione dell’istituto comprensivo Alvaro Scopelliti. Io però penso che esistano finanziamenti più allettanti a cui si potrebbe attingere, il Pnrr è considerato una salvezza per il sud ma pone alcuni limiti. Io insisto sulle palestre, con quei fondi non potremo realizzare tutte quelle che coprirebbero il fabbisogno delle scuole di Reggio. All’orizzonte c’è il bando per la transizione ecologica, anche quello potrebbe essere per interventi di questo tipo”

Scuolabus comunali

Tre servizi fondamentali per gli studenti e i loro genitori: la mensa, il trasporto e la fornitura gratuita dei testi scolastici. Come state riorganizzando le mense e i pulmini dopo l’impasse dovuta all’emergenza Covid? Per i buoni libro, poi, da ormai diversi anni i ritardi nell’erogazione gravano sulle famiglie, e chi non ha la possibilità di anticipare le somme è costretto a lasciare i figli con lo zaino vuoto.

“Premetto che la competenza del comune riguarda gli istituti comprensivi statali e anche paritari, mentre le scuole superiori competono alla città metropolitana, ma anche a questi ragazzi non abbiamo mai fatto mancare la nostra attenzione: ci prendiamo cura di loro perché sono ugualmente giovani cittadini di Reggio. Sull’argomento mensa dobbiamo ricordare che usciamo dalla pandemia e da un lungo periodo in cui i locali destinati a questo servizio sono stati utilizzati dai presidi per organizzare il distanziamento.

Eccezionalmente il ministero e le Asp hanno autorizzato le scuole a far pranzare i ragazzi nelle aule con il pocket lunch ma non c’è stata la possibilità di avere le mense. Adesso si va verso la normalità, i dirigenti reggini sono ancora nella fase di risistemazione perché il Covid non è scomparso e bisogna essere pronti per eventuali nuove emergenze. 

In pochissimo tempo il servizio partirà anche nelle scuole che ancora non lo hanno attivato, e lo stesso discorso vale per il trasporto. I buoni libro costituiscono un servizio importantissimo e non solo nell’attuale periodo di crisi, perché sappiamo che Reggio vive una situazione economica delicata da sempre con fasce di popolazione molto deboli. I ritardi di pagamento derivano da un problema di riparto dei fondi tra i livelli di Regione, città metropolitana e comune. Va anche detto che le cifre da stanziare passano dalle richieste raccolte dalle segreterie scolastiche, e tra moduli e scadenze di termini diversi, a molte famiglie capita di perdere il filo e persino di dimenticarsi di fare domanda. Per questo stiamo lavorando a un portale dove i genitori potranno presentare le istanze direttamente, come accade in altri comuni”.

Il drammatico dato territoriale della dispersione scolastica è un’emergenza che state affrontando insieme al settore del welfare. Come si può intervenire concretamente dal lato dell’istruzione?

“Nel periodo 2016-20 ho avuto io stessa la delega al welfare e ho iniziato a lavorare su questo fronte, oggi continuo a farlo in sinergia con quel settore. I dirigenti scolastici sono molto attenti al tema e comunicano tempestivamente i casi a rischio: già dopo pochi giorni di assenza degli allievi viene fatta la segnalazione ai servizi sociali. A livello scolastico, il momento critico è nel passaggio tra gli istituti comprensivi e le superiori, lì avviene la frattura e si perdono tanti allievi che nella fascia d’età degli istituti comprensivi si riescono ancora a tenere dentro grazie rapporto creato nel corso degli anni tra genitori e docenti.

Stiamo tenendo sotto osservazione le due realtà periferiche del Telesio Montalbetti e Radice-Alighieri a Catona, che hanno alti valori di dispersione scolastica. In casi come questi si sceglie di creare un istituto omnicomprensivo, esistono già altri casi in Calabria. Sono scuole in cui sono stati fatti alcuni passi in avanti, ad esempio la Radice-Alighieri è stata presa a modello per le buone prassi di integrazione. L’istituto omnicomprensivo, nato come strumento di dimensionamento per accorpare gradi diversi di istruzione in zone socialmente e geograficamente problematiche, oggi offre molte opportunità di sperimentazione pedagogica.

Penso soprattutto ai ragazzi che non hanno attitudine a un certo tipo di studio e hanno bisogno di essere orientati diversamente, per loro si può anche prevedere un obbligo formativo di tre anni con attestato di qualifica poi spendibile nel mondo del lavoro. Io vedrei bene un progetto pilota che trasformi in competenze le loro passioni e interessi creativi. I ragazzi non la sentirebbero come scuola perché non studierebbero le discipline tradizionali, ma lo sarebbe a tutti gli effetti consentendo di trattenerli in classe fino ai 17 anni e partire dalle loro inclinazioni per costruire un ruolo nella società e nell’ambiente lavorativo”.     

Scuola alunni stranieri

I minori stranieri sono quelli più a rischio abbandono. Qual è la situazione della loro frequenza a scuola in città?

“La nostra scuola è diventata multietnica ma per noi i bambini sono tutti uguali. E’ vero che tra gli stranieri si registra maggiore dispersione, ma il disagio è diffuso e va trattato allo stesso modo al di là della nazionalità.  Negli ultimi mesi è in primo piano la situazione dei minori profughi ucraini, a loro vantaggio abbiamo appena rinnovato la delibera sulla mensa e il trasporto gratis. C’è poi il progetto della regione per offrire attività di mediazione culturale e supporto psicologico, gestito dalla Regione in rapporto diretto con singole scuole, senza passare dal canale comunale”.

I progetti extracurriculari sono un deterrente prezioso all’allontanamento dei minori dalla scuola, oltre ad aiutare le famiglie che non possono sostenere spese per attività sportive e ricreative private. Eppure sappiamo che l’apertura straordinaria delle scuole caldeggiata con più forza dal ministero negli ultimi anni è stata un flop. A Reggio quale adesione c’è a questo orientamento, considerando che le iniziative sono quasi tutte realizzate con personale interno?

“Per questa finalità le scuole utilizzano ormai ogni anno i progetti Pon e io credo che dovrebbero potenziare molto la parte ludica. In particolare avendo una specifica delega, guardo all’utilizzo per l’impiantistica scolastica. In molti casi le scuole attraverso bandi le danno in fruizione ad associazioni che però poi svolgono le loro attività a pagamento.  Si potrebbe creare un fondo per ragazzi in età scolare che, Isee alla mano, dimostrino la situazione di bisogno per frequentare gratuitamente.

Vorrei però spendere una parola per ringraziare i docenti: sono loro a portare avanti tante iniziative ricreative nelle scuole con passione e sacrificio. I nostri insegnanti sono in gamba, sensibili e tenaci, non abbiamo gli strumenti del Nord ma nelle scuole reggine non si guarda l’orologio e i docenti spesso diventano punti di riferimento in casi difficili, di ragazzi che altrimenti non avrebbero nessuno con cui parlare, sarebbero completamente soli. Ho  contatti quotidiani con insegnanti e presidi e so che qualcuno ha operato veri e propri salvataggi di allievi in contesti drammatici”

L’orchestra delle scuole ad indirizzo musicale è un fiore all’occhiello dell’offerta formativa della città. In che modo si può valorizzare e incentivare la partecipazione di sempre più allievi?

“L’orchestra è stata costituita nel 2016 con una delibera dell’ufficio scolastico regionale. Una nota appena approvata prevede che possano partecipare all’orchestra i giovani talenti di eccellenza della città anche se non frequentano una scuola a indirizzo musicale. Sono convinta che lo studio degli strumenti non debba finire con la scuola media, tanto più che Reggio ha un ottimo conservatorio e il liceo musicale Gullì, che esprimono molte potenzialità, e interagendo nell’orchestra con i più piccoli potrebbero fare un po’ da tutor, trasmettere la loro esperienza. Non dimentichiamo che molti grandi musicisti hanno iniziato a suonare proprio a scuola. C’è anche da dire che l’indirizzo musicale manca in 5 dei nostri istituti comprensivi e la mia idea è di arrivare ad estenderlo a tutti, in modo da dare le stesse possibilità ai ragazzi dotati per la musica e soprattutto a quelli che non siano in grado di studiare privatamente”

Edilizia sociale, cosa vedremo di concreto in città nel prossimo futuro?

“Essendo architetto mi è stata assegnata questa delega tecnica che riguarda la ristrutturazione di immobili a fini sociali. La consegna più importante sarà a breve quella del centro di eccellenza per l’autismo che sorgerà nell’ex ausilioteca di Archi riqualificata, ospitando servizi sperimentali di alta specializzazione per la cura dei disturbi dello spettro autistico. In giunta inoltre stiamo progettando la destinazione di un immobile confiscato come luogo ricreativo per ragazzi del circuito del carcere. Credo anche che in città manchi una sede in cui adolescenti e giovani abbiano la possibilità di svolgere attività di teatro, canto e musica”

Durante e dopo la pandemia gli sportelli di ascolto con lo psicologo nelle scuole reggine hanno registrato un incremento. Qual è la situazione attuale? In che modo state supportando i dirigenti nella gestione del disagio e la prevenzione del fenomeno del cyberbullismo, che è stato acuito dall’uso eccezionale della tecnologia durante i mesi dell’emergenza Covid?

“Vengo dal mondo della scuola e so per esperienza che i ragazzi hanno un grande bisogno di parlare, spesso hanno riserve a farlo ma noi docenti e dirigenti percepiamo il loro disagio. Sicuramente avere lo psicologo a scuola è importante e va incentivata la presenza di figure specializzate a scuola, sul punto siamo operando con l’assessorato al welfare e con le associazioni per realizzare sportelli di ascolto a scuola stabili, che rimangano anche al di fuori del progetto psicologico che rientra nella convenzione del Miur ed è nato per l’emergenza Covid. Inoltre con i colleghi Delfino e Palmenta stiamo organizzando un'iniziativa per la giornata della gentilezza perché il bullismo nasce in un contesto di aggressività, a partire dal linguaggio. E’ un periodo in cui la gentilezza si sta perdendo e lo notiamo molto nello sport, che spesso diventa uno strumento per scaricare rabbia. Su questo prima che i ragazzi occorrerebbe educare i genitori e per accorgersene basta andare a una partita giovanile: spesso l’invettiva degli adulti sugli spalti arriva a livelli tali da costringere gli allenatori a farli uscire. Riscoprire la gentilezza anche qui ci ricorda si è rivali in campo ma resta sempre amici”.

Jaskierowicz Arman e Nucera

Una delega a cui lei tiene molto è quella della cooperazione internazionale.

“Sì ed è assolutamente legata al comparto scolastico. Abbiamo avuto un progetto sulla Shoah con l’ambasciatrice di pace che ha trasmesso la sua testimonianza ai ragazzi consentendo una lettura della storia calata nella nostra epoca attuale. E poi vorrei citare la Peace Road, iniziativa realizzata insieme all’Universal Peace Federation, che ha coinvolto le scuole dell’area metropolitana con una serie di eventi lungo tutto il percorso individuato, con il filo conduttore dell’educazione civica e la pace tra i popoli”.

Alle sue spalle vedo esposti i claim promozionali in greco antico delle card turistiche che sono state al centro di un bel progetto culturale. La tutela delle minoranze linguistiche è un tema a torto trascurato, che si vede poco sulla ribalta. Quali sono i fronti su cui sta lavorando?

“Per me è un grande orgoglio aver inaugurato questa nuova delega alla fine del 2016. Tengo molto al recupero e la salvaguardia della lingua dei greci di Calabria, che io parlo e ho insegnato. Con le scuole anche a Reggio stiamo lavorando perché sia attuato il bilinguismo come previsto dalla legge regionale 482 del 1999 di tutela delle minoranze linguistiche, che in Calabria non è ancora mai stato applicato. Considero un autentico sacrilegio perdere una lingua che risale al settimo secolo avanti Cristo. Lo hanno capito nel Salento dove gli istituti comprensivi hanno un’ora settimanale dedicata allo studio della lingua e cultura dei greci salentini, come accade in tante altre regioni italiane con le varie lingue delle minoranze.

A Reggio un progetto molto bello è stato avviato all’Ic Catanoso-De Gasperi per creare un ponte tra la cultura grecanica e quella arbereshe anche utilizzando docenti della scuola e producendo un dizionario bilingue e materiali audiovisivi. Credo che nei giovani si debba costruire una consapevolezza delle radici.  Per molti anni ho insegnato storia cultura e tradizione dei greci di Calabria e quando chiedevo ai ragazzi se fosse più antica Reggio o Roma, d’istinto rispondevano Roma, pensando agli antichi romani monumenti come il Colosseo.

Le origini della Magna Grecia nella nostra città suscitavano in loro grande stupore. Non avrebbero mai definito Reggio come una città eterna, nonostante qui ci sia stato l’apostolo Paolo, che nei suoi scritti ci parla di tutta la ricchezza di templi e arte che oggi abbiamo perso a causa di maremoti e calamità.

A differenza di Roma, i segni della nostra storia antichissima non sono più visibili, l’unica memoria intatta è quella della lingua e cultura dei greci di Calabria. Tanti gesti della nostra vita quotidiana ce li portiamo addosso da quella eredità culturale, sono le nostre radici che nessuno potrà toglierci e dobbiamo custodire”

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