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Palazzo San Giorgio

Centrodestra, emergenza democratica al Comune

Ripepi: "Al processo Miramare l'Ente non si è costituito parte civile"

"E' gravissima l'emergenza democratica all'interno di Palazzo San Giorgio. Cresce a dismisura, di ora in ora, la casistica di una gestione familistica della cosa pubblica a Reggio Calabria". Così i consiglieri comunali di opposizione di centrodestra al Comune di Reggio CalabriaMassimo Ripepi (Coraggio Italia) presidente commissione consiliare Controllo e garanzia, Demetrio Marino (Fratelli d'Italia), Gianluca Califano (Coraggio Italia), Giuseppe De Biasi e Antonino Minicuci (Lega) e Guido Rulli (Minicuci Sindaco). La considerazione deriva dalla mancata costituzione di Parte civile da parte dell'Ente nel processo Miramare che ha visto condannati in primo grado, tra gli altri, il sindaco Giuseppe Falcomatà, già sospeso per gli effetti della legge Severino.

"La dirigente dell'Avvocatura civica - ha affermato Ripepi - dopo non essersi presentata a tre convocazioni della commissione di Controllo e garanzia da me presieduta, ha fatto pervenire una nota nella quale sono scolpite, indelebili, condotte di gravità estrema sulle quali la Prefettura certamente prenderà provvedimenti".

"Il sindaco - ha specificato - ai sensi dello Statuto Comunale, aveva conferito a novembre 2014 alla dirigente Fedora Squillaci, una delega, tuttora valida ed efficace, per esercitare, in concreto, la rappresentanza dell'Ente in qualsiasi giudizio, civile, penale o amministrativo che fosse".

"La norma statutaria - ancora Ripepi - era vigente nel momento in cui al Comune fu notificato, quale persona offesa, l'avviso di udienza preliminare, fissata per il 17 settembre 2018, del processo Miramare, al fine di una eventuale costituzione di parte civile per il ristoro dei danni connessi alla lesione che la Procura della Repubblica di Reggio Calabria riteneva fosse stata arrecata dall'intera giunta comunale al prestigio, al decoro ed alla trasparenza che devono connotare l'attività dell'Ente".

"La dimensione di gravità assoluta di cosa sia successo - ha affermato il consigliere di Coraggio Italia - la offre su base documentale la dirigente dell'Avvocatura civica, la quale afferma, con specifico riferimento all'anno 2018, di essersi interfacciata sul punto con l'Amministrazione, in particolare trasmettendo tutti i decreti di citazione a giudizio al capo di gabinetto del sindaco pro-tempore, Falcomatà, che valutava gli atti in cui costituirsi".

"Quindi - ha concluso Ripepi - la decisione di non costituirsi parte civile nel processo a carico del sindaco, stando alla nota della dirigente dell'Avvocatura civica, sembrerebbe essere stata del capo di gabinetto, la condotta del quale sarebbe stata orientata verso l'unico obiettivo di tenere indenne il patrimonio del sindaco dall'azione giudiziaria".

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