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Cronaca

"Musica contro le mafie" tra i finalisti del concorso il reggino Giovanbattista Romeo

Il 6 e 7 dicembre a Cosenza il giovane rapper si scontrerà con 10 artisti provenienti da tutta Italia. Giovane Werther (questo il suo nome d'arte) si racconta a ReggioToday

È tra gli artisti ammessi alla finale della X° edizione del premio "Musica contro le mafie" che si terrà il 6 e il 7 dicembre a Cosenza. Selezionato dalla giuria ‘tecnica’ con il brano: “non ho paura”, il reggino Giovan Battista Romeo, in arte Giovane Werther, considera già una vittoria essere stato scelto tra i 512 artisti che hanno partecipato. “Per me –dice- l’importante è che la gente possa ascoltare ciò che ho da dire”. Studente di professione, Giovan Battista, scrive per ‘esigenza’, spinto da quella  voglia incontenibile di esprimere pensieri ed emozioni.

La passione per la musica e la scrittura li ha sin da quando era ragazzo, da qualche anno però si è dedicato alla musica in modo più serio e convinto. È un rapper ed ha già all’attivo diverse produzioni, l’ultimo dei suoi lavori,  l'album dal titolo: “Voce del verbo anima” e che contiene il brano selezionato per il concorso, è già disponibile sulle maggiori piattaforme musicali. Nonostante si definisca un ‘artista’ , il Giovane Werther a 27 anni ha le idee chiare e, soprattutto, i piedi per terra.

Nonostante l’impegno costante e continuo con la musica e la scrittura ha intrapreso un percorso di studi che gli permetterà di ‘valutare altre strade’, “fare musica è un songo –ci spiega- ma so che non è facile”. Come sei approdato al concorso Musica contro le mafie? “Avevo appena terminato il mio ultimo album, che contiene il brano “non ho paura”, spulciando in giro e leggendo il bando per il concorso, ho notato che il testo del brano rispondeva perfettamente a ciò che veniva chiesto, ovvero che trattasse di temi sociali, di denuncia e di speranza. Allora, mi sono detto: “perché no” e ho inviato il testo”.

Come hai preso la notizia di essere stato tra i 10 artisti selezionati? “Mi ha colto di sorpresa, tanto che ad un certo punto non controllavo più l’andamento della classifica. I brani venivano votati tramite gradimento social e, il mio  aveva ricevuto pochi consensi, quindi, diciamo che mi ero messo l’anima in pace. Poi un giorno, ricevetti una telefonata, e mi comunicarono che le due giurie tecniche avevano scelto proprio “non ho paura” tra i brani finalisti. Per quanto mi riguarda è già una vittoria questa”.

Di cosa parla “non ho paura”? “Parla di un viaggio. Un viaggio metaforico e, allo stesso tempo, reale. Parla del viaggio che i migranti devono affrontare per sfuggire dalle guerre. È il racconto di un bambino che parla al padre e gli racconta la sua città, ma è una città in guerra. Parla del viaggio che uno studente si trova ad affrontare quando si allontana dalla sua famiglia e dalla sua terra e si butta nel vuoto per affrontare il mondo e valicare i confini. È  un viaggio che riguarda tutti noi”.

Cosa ti ha spinto a scrivere un brano sul tema dei migranti? “Ho sempre pensato che chi fa arte ha una marcia in più e, soprattutto, una responsabilità in più. E sento che, in qualche modo, anche io ho una responsabilità in tal senso. Oltretutto ciò che sta accadendo, non si può minimizzare e ridurre a semplice questione di confini e giochi di forza. Ci sono delle vite in gioco. Con la mia musica vorrei invitare al gente a fermarsi e riflettere almeno il tempo di una canzone”.

Prima di quest’importante appuntamento che vedrà Giovan Battista Romeo, scontrarsi con artisti provenienti da ogni regione d'italia, il 30 novembre riceverà il premio artistico- letterario internazionale: “Ingenium volant, liber manent: vili il libro d’artista” promosso dell’associazione Naos. Mentre il 6 e 7 dicembre sarà posiblie guardare e votare Giovane Werther attraverso la diretta social del concorso.

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