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Festività natalizie, Aloisio: "Le vendite non sono positive"

Il presidente spiega che: "Il Governo ha rimesso in moto la macchina tributaria con l'invio massivo delle cartelle esattoriali"

E' tempo di bilanci per la Confesercenti. Il presidente Claudio Aloisio spiega che: "finite le festività si possono tirare le prime somme per quanto riguarda le vendite natalizie che, purtroppo, non sono positive. Rispetto al 2019 si registrano nell'area metropolitana minori entrate che variano tra il 15% e oltre il 40%. Perdite che si vanno ad aggiungere ai 200 miliardi di consumi in meno tra il 2020 e l'anno appena passato". 

"Per il 2022 gli auspici continuano ad essere negativi  - prosegue - con il previsto aumento esponenziale dei contagi che frenerà ulteriormente l'economia mettendo una seria ipoteca alla buona riuscita della stagione dei saldi. Il periodo emergenziale, quindi, lungi dall'essere alle spalle non è ancora terminato. Anzi, tutti i numeri ci dicono che la situazione è in netto peggioramento". 

"In questo contesto ritengo inspiegabile e preoccupante la posizione attuale del Governo - afferma - che, di fatto, ha rimesso in moto la macchina tributaria con l'invio massivo delle cartelle esattoriali, la richiesta di pagamento delle rateazioni, lo stop della moratoria dei mutui e la probabile sospensione della cig, il tutto accompagnato da proroghe all'ultimo minuto, alcune ridicole come quella sulla rottamazione ter, che ottengono l'unico risultato di creare incertezza e confusione spostando di mese in mese il momento in cui i problemi dovranno una volta per tutte essere affrontati. Tutto ciò senza contare l'aumento spropositato di gas ed energia elettrica che si riverbererà sui costi di gestione e, a cascata, sui prezzi dei prodotti". 

"Ad oggi questo atteggiamento dilatorio, a limite della irresponsabilità, sta creando danni incalcolabili al tessuto commerciale e produttivo - conclude Aloisio - soprattutto nelle aree più deboli come quelle meridionali, che non hanno le risorse per poter reggere le richieste di un fisco cieco e sordo rispetto alla reale situazione economica che stanno attraversando e che rischiano, a meno di un deciso ma al momento non previsto cambio di rotta, di dover loro malgrado soccombere, vittime di una situazione ormai divenuta insostenibile". 

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