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La seduta

Il Consiglio regionale mette i conti a posto e approva il bilancio

Passa anche la modifica alla legge che regolamenta le sale giochi e il gioco d'azzardo, in aula anche il consigliere regionale del Pd Giovanni Muraca

Il Consiglio regionale della Calabria, nella seduta di ieri, ha approvato con i voti della maggioranza di centrodestra e con l'astensione delle opposizioni di centrosinistra e M5s, il  bilancio di previsione del Consiglio regionale per gli esercizi 2023-2025 e approvazione del piano degli indicatori di bilancio esercizi 2023-2025. Nella stessa seduta è stato approvato a maggioranza il rendiconto generale relativo all'esercizio finanziario 2021; il bilancio consolidato dell'anno 2021 e il documento di economia e finanza per gli anni 2023-2025.

Nella stessa seduta, poi, Il Consiglio regionale della Calabria ha approvato con i voti della maggioranza di centrodestra, la proposta di legge relativa alla modifiche del testo normativo regionale 9/2018, che regolamenta le sale giochi e il gioco d'azzardo. Le opposizioni di centrosinistra e il M5s hanno votato contro. Il nuovo testo prevede che "le sale da gioco, le sale scommesse degli esercizi pubblici e commerciali, dei circoli privati e di tutti i locali pubblici o aperti al pubblico e delle rivendite di generi di monopolio in cui sono presenti o comunque accessibili le forme di gioco a rischio di sviluppare dipendenza previste dalla normativa vigente osservano la chiusura dalle ore 24.00 alle ore 09.00".

Il consigliere regionale calabrese, Giovanni Muraca (Pd), condannato dalla Corte d'Appello di Reggio Calabria al processo Miramare, e sospeso dalla carica di assessore comunale di Reggio Calabria per gli effetti della legge Severino, ha partecipato ai lavori del Consiglio regionale. È già la seconda volta che prende parte all'assise regionale. La Corte d'Appello, nelle scorse settimane, ha confermato il piano accusatorio del primo grado ai danni di Muraca, con la condanna a sei mesi per abuso d'ufficio per la concessione dell'albergo Miramare, di proprietà del Comune di Reggio Calabria, ad un'associazione ritenuta vicina al sindaco reggino Giuseppe Falcomatà (Pd).

Giovanni Muraca, ai tempi dei fatti contestati, ricopriva il ruolo di assessore comunale, ed approvò la delibera di concessione dell'immobile. Per quel reato anche il sindaco Falcomatà, e i componenti della giunta comunale presenti, sono stati condannati per abuso d'ufficio e risultano tuttora sospesi dalle rispettive cariche, con una ulteriore proroga di 12 mesi a causa della sentenza d’Appello

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