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Sanità / Locri

Consultori in agonia senza personale, l'allarme nel territorio della Locride

Il movimento Riprendiamoci i Consultori chiede l'istituzione della Consulta permanente prevista dalla legge 450/75

L'istituzione della Consulta permanente come previsto dalla legge 405/75, il riassortimento di attrezzature e soprattutto bandi per assumere nuovo personale. Sono le principali istanze di "Riprendiamoci i Consultori", movimento spontaneo nato nella Locride per ottenere la riapertura e riorganizzazione dei consultori familiari del territorio. Nel comprensorio dove opera il gruppo i consultori sono sette, di cui uno temporaneamento sospeso, a Stilo, per motivi di sicurezza dei locali fatiscenti, e gli altri, sebbene aperti, funzionano a metà perché sguarniti di gran parte delle figure professionali preposte (assistente sociale, ginecologo e psicologo). Gli esami medici come il pap test e le visite ostetriche e ginecologiche si svolgono, la mammografia no per mancanza di strumentazione. Per gli psicologi in particolare, professionisti che nelle strutture pubbliche calabresi sembrano quasi in via d'estinzione, c'è uno spiraglio con il bando specifico della Regione che assegna 20 ore per i consultori. 

Pochi giorni fa è stato lanciato un allarme anche per Polistena, dopo il pensionamento dello psicologo Francesco Lando, che portava avanti (da solo) il consultorio cittadino, oggi rimasto vacante. Il rischio chiusura è stato paventato dal sindaco polistenese Michele Tripodi, che ha informato di una comunicazione dell'Asp dove, in attesa di assegnare nuovi professionisti, si suggeriva di dirottare gli utenti presso gli assistenti sociali del Comune. Il sindaco ha annunciato che l'amministrazione darà battaglia per la ripresa del servizio, ritenuto un fondamentale supporto per i cittadini e le famiglie che vivono situazioni di disagio. "Abbiamo chiesto un incontro al commissario dell'Asp - dice Tripodi - e anche se finora non ci hanno risposto, daremo ancora tempo. Ma il servizio, sebbene formalmente non lo ha chiuso nessuno, di fatto non funziona, non c'è. Se non avremo riscontri attiveremo tutte le iniziative opportune". 

"Il consultorio è considerato un affare che riguarda solo le donne, ma non è così", dice una volontaria del movimento RiC. "E' un presidio sociale che si rivolge a tanti tipi di utenti, dalle coppie ai genitori, agli adolescenti. Senza dimenticare i tanti stranieri che vivono e lavorano nelle nostre città: in un consultorio una donna straniera può ricevere controlli e cure gratuite in modo riservato e privo di giudizi. Forse in ospedale non ci andrebbe per paura che le facciano domande sulla sua nazionalità o situazione familiare". 

In ospedale poi ci sono gli obiettori, che nelle strutture pubbliche calabresi sono il 72%, una delle percentuali più alte d'Italia. Pochi giorni fa anche a Reggio si è celebrata la manifestazione del collettivo femminista 'Non una di meno' per l'aborto libero, sicuro e gratuito, diritto sul quale oggi le donne avvertono l'incombenza di un pericolo. Nella città dello Stretto c'è un solo medico non obiettore, mentre nella Piana la ginecologa del consultorio rilascia il certificato necessario per eseguire poi l'ivg all'ospedale reggino. 

Nella Locride non esistono medici non obiettori. Nella pagina Facebook di RiC si riporta in anonimato una conversazione con il reparto di ginecologia dell'ospedale di Locri, dove l'utente si sente replicare con durezza che "qua non si fa", riattaccando in fretta. "Una donna che chiama in ospedale chiedendo informazioni sull'interruzione di gravidanza è trattata malissimo", racconta la volontaria. "Nei consultori invece l'ambiente è, o almeno dovrebbe, essere sereno e non giudicante, la legge 194 riconosce a questi presidi un ruolo importante sia nella prevenzione dell'aborto che nella presa in carico della donna intenzionata a praticarlo".

In Calabria il governo Meloni non è la minaccia scoperta oggi contro la 194. "La Regione - dice ancora la volontaria - ha adottato la legge con trentotto anni di ritardo, eravamo sotto un governo di sinistra. Il patriarcato non ha colore politico, ricordiamo che nel 2018 la giunta Oliverio, sebbene con mozione dell'assessore di Forza Italia Orsomarso, deliberò il supporto alle associazioni volontarie che assistono le donne contribuendo a far superare le cause della decisione di interrompere la gravidanza, come prevede l'articolo 2 della stessa 194". Ed è la parte della legge che il partito che ha vinto le elezioni vuole modificare e potenziare. "Noi invece vorremmo che si applicasse in modo capillare l'articolo 9, che attribuisce alle regioni il compito di garantire che le strutture eseguano le ivg, anche prevedendo mobilità di personale".

Sappiamo che in Calabria questo - il ricambio e il rinnovo del personale - è un miraggio. E i consultori subiscono la stessa emorragia di personale degli ospedali. Nella Locride tutti i presidi hanno al massimo una delle figure necessarie e non viene effettuato un rapido turn over con le pensioni (come nel caso di Polistena, l'uscita del professionista era ovviamente un evento noto ma non si è provveduto per tempo con il nuovo bando per sostituirlo). Aggiunge la volontaria di Riprendiamoci i Consultori: "Adesso aspettiamo il 31 ottobre, data entro cui la Regione, ai sensi della legge, deve deliberare l'impegno di spesa per i consultori e vedremo se saranno sbloccati i bandi attualmente fermi. Il fondo per questo servizio è assegnato dallo Stato e ripartito tra le regioni ma da anni non viene rifinanziato". Lo scorso febbraio governatore Roberto Occhiuto ha ricevuto i rappresentanti di RiC impegnandosi per tutte le criticità esposte, ma finora non ha fatto seguito nessun atto concreto.

Un'altra impasse è la Consulta permanente, la cui istituzione è demandata alle Asp. Si tratta di un organismo di partecipazione a tutela del diritto alla salute degli utenti, che coinvolge cittadini, associazioni di volontariato, sindacati e operatori dei consultori e si riunisce per monitorare le istanze del territorio e dare un contributo alla programmazione dei servizi sanitari territoriali. L'Asp cosentina si è già messa in regola, per Reggio (che conta 22 consultori) il movimento RiC ha avviato un dialogo con il direttore del coordinamento dei consultori familiari, Antonio Alvaro, che si è già attivato e da cui si attendono aggiornamenti in merito.

"Il servizio dei consultori - conclude la volontaria - per la sua gratuità è un sussidio importante nella rete sanitaria e sociale. I tanti campi di azione, dalla prevenzione della violenza domestica, al supporto alla genitorialità, la promozione di stili di vita sani e l'educazione sessuale per gli adolescenti, fanno sì che i consultori familiari siano di grande aiuto al lavoro degli ospedali. Un esempio è lo screening per i tumori, ma c'è anche l'assistenza sui disturbi psicologi, che allevia il carico dei centri di salute mentale". Tecnicamente aperti ma con strumentazioni inadeguate e con personale monco o persino assente, i consultori della provincia reggina sono in agonia per deficit del fattore umano e professionale e rischiano di morire certificando l'arretratezza del nostro territorio rispetto alle regioni virtuose.Tra le figure da incentivare una nota a margine riguarda il mediatore culturale, che con l'aumento di un'utenza di donne straniere sta diventando una figura di cui sempre più si sentirà l'esigenza.

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