rotate-mobile
Cronaca

Coronavirus, azienda milanese dona gel disinfettante: il grande cuore dei reggini Dito

L'Acquaflex ha destinato alla Croce Rossa 10 tonnellate di gel. A ReggioToday, Antonello Dito, rappresentante della ditta e nipote di Oreste, storico preside del liceo classico

Non era un atto dovuto ma rappresenta un gesto concreto e significativo per aiutare la comunità in un momento complesso, dove l’aria che si respira è pesante e la preoccupazione causa Coronavirus aumenta giorno dopo giorno. L’azienda milanese Acquaflex ha deciso di produrre e donare alla Croce Rossa e nella zona rossa lombarda ben 10 tonnellate di gel igienizzante.

Una lodevole iniziativa made in Reggio Calabria. I titolari dell’attività, l’amministratore Armando e l’ad Antonello Dito, sono, infatti, di origine reggina. Lottare concretamente per il benessere della cittadinanza sembra essere un tratto distintivo per chi proviene dalle nostre latitudini. Come se non bastasse il cognome Dito è tutt’altro che indifferente. Siamo davanti ai nipoti del famoso Oreste Dito, educatore che con i suoi trascorsi in città ha contribuito alla valorizzazione della cultura locale, alla rinascita del liceo Classico e a cui è stato recentemente intitolato un Largo dall’Amministrazione comunale.

Acquaflex consegna igienizzante 3-2Antonello Dito, intervenuto ai nostri microfoni, ha spiegato nel dettaglio la nobile scelta dell’Acquaflex di contribuire alla lotta contro il Coronavirus.

“Abbiamo deciso di fare una donazione di 10 tonnellate di gel disinfettante per mani,  visto che la richiesta è diventata elevatissima. I prezzi - sottolinea Dito - sono schizzati a cifre incredibili. Ci sono anche piccoli flaconi che costano 10 euro. Mio figlio Armando ha avuto l'idea e portato avanti l'iniziativa nel nostro laboratorio di ricerca e sviluppo. In questo momento ci è sembrato giusto aiutare la popolazione che si trova in una delle zone rosse qui in Lombardia. Noi, che ci troviamo nella zona gialla, lavoriamo normalmente con delle precauzioni."

Come vi è venuta in mente l’idea, considerando che la vostra azienda lavora in un altro settore?

“Noi non vendiamo al pubblico, ma produciamo prodotti per il trattamento delle acque industriali e di detergenza industriale per le aziende. L’idea è quindi di aiutare e di passare dalle parole al concreto.

Oggi doneremo la prima tonnellata e mezza alla Croce Rossa, poi il resto. Il valore complessivo non è poco, è di 150 mila euro. Questo gel è scomparso dalla circolazione, siamo gli unici a donarlo. Le difficoltà stanno nella produzione, soprattutto nel reperire materie prime. La richiesta di gel è molto alta, considerando i 10 milioni di abitanti.”

Acquaflex consegna igienizzante 1-2

Quali sono i messaggi che volete lanciare tramite la donazione?

“Uno dei motivi per cui abbiamo deciso di donare il gel è perché desideriamo che tutti seguano l’iniziativa, perché ci sono società più grandi di noi che possono donare di più. Speriamo che gli altri seguano la nostra scia e vadano a donare. Poi vogliamo seguire anche noi l'hashtag #Milanononsiferma, dimostrando anche all’estero che noi non ci fermiamo.”

Come si vive e si lavora in una zona maggiormente a rischio Coronavirus?

"Le cose non stanno proprio come vengono descritte. Prendendo le precauzioni governative, le cose onestamente procedono normalmente, non ci sono problemi né di approvvigionamento né di produzione. Esiste solo un certo timore per i trasportatori che vengono da fuori Italia, i quali hanno paura di raggiungere il nostro Paese. Per il resto la vita scorre normalmente com’è naturale."

Quanto vi siete ispirati agli insegnamenti di Oreste Dito per portare avanti l’iniziativa?

"Mio nonno era mazziniano e c’era la Giovine Italia quando è nato, subito dopo l’Unità d’Italia. Questi valori sono stati trasmessi anche a noi tramite mio padre. Ci sono i diritti e i doveri dei cittadini e la donazione del gel l’abbiamo sentita come dovere di poter aiutare, potendo, la comunità che ci è vicino. Tutta la famiglia segue questa educazione, questo legame che mi lega con mio nonno anche se non l’ho mai conosciuto. Tramite mio padre sì però, ed è nata una relazione che effettivamente, pensandoci, c’è con l’idea che abbiamo avuto. Nel momento in cui la comunità ha bisogno, abbiamo il dovere di contribuire ad alleviare le difficoltà."

Quant'è forte il legame con la città di Reggio? 

“Io sono reggino, sono sempre rimasto reggino nel mio cuore e mi considero tale! Ho fatto il liceo classico dove insegnava mio nonno. C’è una comunità qui da noi, siamo in tanti di Reggio, 10-15, in prevalenza medici, ma siamo tutti legati alla città. È come se avessimo un cordone ombelicale che ci lega a Reggio. Anche i miei figli, nati a Milano, si sentono in parte reggini.”

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Coronavirus, azienda milanese dona gel disinfettante: il grande cuore dei reggini Dito

ReggioToday è in caricamento