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Cronaca

Emergenza, Marra: "Il Covid-19 avvisa, il terremoto…no! Dobbiamo riflettere"

Secondo il responsabile provinciale del Dipartimento di Protezione civile di FdI: "Occorre demandare l’organizzazione e la strutturazione della Protezione Civile regionale a chi ha le competenze e soprattutto la volontà di fare bene il proprio lavoro"

Sul coronavirus che, sta facendo migliaia di vittime soprattutto nel nostro Paese interviene ancora una volta il responsabile provinciale del Dipartimento di Protezione civile di Fratelli d'Italia, Pietro Marra.

“Serve però un’analisi ad ampio raggio di come evolve la situazione in Italia e di come si sta affrontando l’emergenza- dichiara Marra- che, nonostante tutti gli aspetti negativi, grazie al lavoro degli operatori sanitari, è possibile un grande contenimento delle vittime. Ma purtroppo, non basta l’eroico sacrificio di chi attualmente sta in frontiera, per debellare completamente la pandemia”.

“Nella disgrazia- continua Marra- possiamo però contare sul fatto che la “bestia” avvisa in largo anticipo che sta arrivando, dando così la possibilità ai medici di tentare tutto quello che è nelle loro possibilità per salvare una vita. Certo, come sta accadendo, purtroppo, i decessi si registrano ugualmente a centinaia giornalmente, ma fortunatamente anche i guariti non sono pochi”.

Lo stesso sottolinea che a determinare il gran numero di decessi  sarebbe stata non solo la potenza del virus, ma anche mancanza di strumenti sanitari  e l’incapacità politica d’intervenire nei modi e nei tempi dovuti. “Purtroppo gli strumenti sono troppo spesso, soltanto decreti e ordinanze che rimangono indelebili sulla carta- ci tiene a precisare Marra - piuttosto che diventare risorse materiali e umane, da impiegare immediatamente in caso di emergenza. E per risorse, oltre a quelle sanitarie, mi riferisco soprattutto alla Protezione civile, la struttura del Governo preposta al coordinamento delle politiche e delle attività in tema di difesa e protezione civile, facente capo alla presidenza del Consiglio dei ministri, istituita dalla Legge n. 225 del 24 febbraio 1992. E se tale organismo funziona mediocremente nel resto d’Italia, in Calabria si limita a essere più una sigla, piuttosto che un servizio sufficientemente organizzato. Sintetizzando: in Calabria è solo “un carrozzone” malconcio”.

Il coronavirus però avverte del suo arrivo dando la possibilità di prepararsi adeguatamente. “La Calabria – conclude Marra- territorio ad alto rischio sismico non può permettersi di essere completamente impreparata e disorganizzata nell’affrontare un’eventuale scossa tellurica, dalle dimensioni catastrofiche.

Altro che Covid-19, le vittime potrebbero essere migliaia nel tempo di trenta secondi, senza distinzione di sesso e di età. Il terremoto non sceglie le sue vittime in base all’età anagrafica. Sotto le macerie ci rimangono tutti.

Poi, sarà il Padreterno a fare le sue scelte e portare in cielo chi gli pare. Mentre, la salvezza degli altri, dipende dalla tempestività dei soccorritori e dagli strumenti in loro possesso. Immagino uno scenario veramente drammatico!! In una regione come la Calabria che, non è stata in grado neanche di fornire ai propri dipendenti i Dpi e, non possiede un corpo di Protezione civile degno di essere chiamato tale, non ci rimane che sperare soltanto nella misericordia di Dio.

Eppure, per risolvere il problema, basterebbe demandare l’organizzazione e la strutturazione della Protezione civile regionale a chi ha le competenze e soprattutto la volontà di fare bene il proprio lavoro, per la tutela e la sicurezza della popolazione, senza nessun altro fine”.

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