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La protesta

"Noi siamo Reggio", la voce del popolo contro la giunta Falcomatà

In tanti al corteo di dissenso che ha attraversato il corso per chiedere le dimissioni dell'amministrazione

Erano tanti, sebbene non una folla oceanica (secondo le stime delle forze dell'ordine alla partenza oltre 300). Gente di ogni età, guidata però da un gruppo di giovani, che ha dato ritmo e passione al corteo, ha sfilato oggi pomeriggio sul corso Garibaldi partendo da piazza De Nava per raggiungere piazza Italia e l'ingresso di palazzo San Giorgio e manifestare esasperazione per una città che è morta, come recitava lo slogan della protesta organizzata dal comitato SalviAmo Reggio.

Si parte sotto gli ombrelli e i cappucci: il vento e la pioggia stavolta, dopo due cambi di data, non li hanno fermati. "Prigionieri di un condannato" si legge in uno dei tanti cartelli che non fanno mistero del bersaglio dell'iniziativa e le sue finalità.

I cori cadenzati da rulli di tamburi e trombette da stadio sono inequivocabili: "Dimissioni", "Falcomatà uomo senza dignità", "A casa", ma soprattutto "Noi siamo Reggio". Se infatti il corteo si colloca ideologicamente a destra, i promotori (almeno ufficialmente) non sono stati esponenti politici né si sono viste bandiere di partito. Una strategia precisa, che ha svincolato l'evento da etichette di strumentalizzazioni dandogli la forma di una vera e propria rivolta popolare, un grido di rabbia collettivo che potenzialmente riunisce tutti i reggini scontenti dell'amministrazione della città, al di là del colore politico.

E se anche i manifestanti e chi si è unito al corteo lungo il tragitto fossero stati tutti di area centrodestra, non lo erano quei commercianti del corso che, per supportare la protesta, al passaggio del corteo hanno spento le luci dei loro negozi. Condividendo - è stato questo il segnale che si è voluto dare - il dissenso verso l'operato dell'attuale giunta. In un'atmosfera un po' spettrale che non sembrava quella dell'avvento natalizio, in assenza delle luminarie e con le sole decorazioni dei privati, i manifestanti hanno attraversato il cuore del centro cittadino urlando nei megafoni, tra applausi e striscioni poco diplomatici ("La pazienza è finita"; "Per amore della città, andatevene"; "Non ne possiamo più").

Una protesta presentata come reazione di pancia, nata dai quartieri (hanno aderito anche rappresentanti dei comitati Sbarre e Centro storico) e senza simboli politici, ma ovviamente non sono mancati rappresentanti del centrodestra, presenti per supportare il corteo: da Lucio Dattola, ex presidente della camera di commercio e già candidato sindaco; l'ex consigliere regionale Candeloro Imbalzano; Giuseppe De Biasi, capogruppo comunale della Lega; l'ex consigliere e assessore comunale Giuseppe Agliano; il capogruppo comunale di Forza Italia Federico Milia; ed esponenti dell'opposizione come il consigliere Udc Mario Cardia.  

Il corteo

Il gruppo assiepato sulla gradinata del teatro comunale e sotto le finestre del palazzo di città aspetta adesso la risposta degli amministratori e del sindaco sospeso. Che al momento è lontanissima da quella auspicata: proprio oggi l'assessore Rocco Albanese ha annunciato la consegna dei lavori dell'ultimo tratto del tapis roulant, quasi a sottolineare la determinazione a portare avanti il programma del "secondo tempo" di Giuseppe Falcomatà. Non è una sorpresa che una porzione importante degli elettori entusiasti che lo avevano votato riconfermandolo alla guida di Reggio siano oggi delusi e questo pomeriggio forse più di qualcuno sarà stato, se non tra le file del corteo, sicuramente ad applaudire e approvare l'invito alle dimissioni ripetuto durante la marcia. Ignorarli non sarebbe giusto, oltre che una mossa poco intelligente. Anche perché qualche voce di backstage lascia intendere che l'iniziativa sarà riproposta con cadenza mensile fino al raggiungimento dell'obiettivo. Francesco Marcianò, uno dei giovani organizzatori, lo ribadisce senza sconti: "Chiediamo che la giunta si dimetta, e se non lo faranno noi continueremo a protestare sempre di più. Siamo soddisfatti della partecipazione di oggi e chiediamo ai media di aiutarci mettere alla luce quello che sta accadendo a Reggio, che da loro viene oscurato"  

  

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