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Giovedì, 25 Aprile 2024
Il punto sull'emergenza

Balzo di contagi e rischio zona arancione, Macheda: "La terapia intensiva è satura"

I dati della fondazione Gimbe e il possibile cambio di colore in Calabria. Il primario del Gom: "La maggior parte dei pazienti che arrivano in rianimazione sono non vaccinati e quelli vaccinati hanno altre malattie"

Da domani la Calabria potrebbe passare in zona arancione dopo il monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute. Il cambio di colore potrebbe scattare da lunedì 3 gennaio, ma c'è da dire che il sistema dei colori, dopo il nuovo decreto annunciato ieri, ha sempre meno impatto, visto che il super green pass serve quasi ovunque. 

Ma quali sono i parametri che fanno scattare la zona arancione? Sono tre: l'incidenza deve superare il limite di 150 casi su 100mila abitanti; le terapie intensive devono superare la soglia del 15% ed i ricoveri devono oltrepassare il limite del 30%. Certo è che la Calabria è in sofferenza e anche se in molti stanno correndo a vaccinarsi c'è un aumento di nuovi casi.

Boom di ricoveri al Gom

In città preoccupa anche la situazione al Grande ospedale metropolitano dove vi è un boom di ricoveri e la terapia intensiva è satura con dieci ricoveri su sedici posti. "E' unnuccio macheda-2a situazione molto complessa - spiega Sebastiano Macheda, primario di rianimazione - e siamo in difficoltà. Non solo noi in rianimazione che oscilliamo sempre tra i nove e gli undici pazienti. Fino a questa mattina avevamo infatti undici pazienti poi uno è stato trasferito in reparto, ma anche gli altri reparti ordinari (malattie infettive, pneumologia) sono pieni: ci sono ben 126 pazienti. Dobbiamo pensare anche ai pazienti non Covid e infatti a novembre del 2020 è stato aperto un altro reparto di rianimazione che otto posti, ma di certo la situazione è difficile e in questa fase ci viene in soccorso, quando può, anche terapia intensiva di cardiochirurgia. Ieri abbiamo trasferito un malato a Vibo nelle rianimazioni periferiche ma non sempre è possibile".

"La maggior parte dei pazienti - aggiunge Macheda - che arrivano in rianimazione sono non vaccinati e quelli vaccinati hanno altre malattie. Ancora non abbiamo contezza della diffusione della variante Omicron, i campioni dei test vengono inviati a Catanzaro per il sequenziamento e quindi ancora non sappiamo bene quale variante è che ha colpito i nostri pazienti. Ma penso sia ancora prevalente la Delta, che è più aggressiva, ma  sicuramente Omicron sta girando in città ed in provincia così come nel resto d'Italia e questo lo si evince dalla velocità dei contagi".

Da più parti arriva l'invito a stare attenti ad evitare contatti e usare tutte le precauzioni ormai note anche perché il picco si prevede a Gennaio quando le temperature si abbasseranno ulteriormente anche qui al Sud.

Nella settimana che va dal 22 al 28 dicembre, infatti, vi è stato un aumento dei nuovi casi (27,9%) rispetto alla settimana precedente e una performance in peggioramento per i casi attualmente positivi per 100.000 abitanti (635) secondo i dati del report settimanale della Fondazione Gimbe che analizza l'andamento dell'epidemia.
Sopra soglia di saturazione i posti letto in area medica (28%) e in terapia intensiva (13%) occupati da pazienti positivi al Covid-19.

Il ciclo vaccinale in Calabria: i dati della Fondazione Gimbe

Sempre secondo i dati della Fondazione Gimbe in Calabria la popolazione che ha completato il ciclo vaccinale è pari al 72,9% (media Italia 78,1%) a cui aggiungere un ulteriore 3,3% (media Italia 3,2%) solo con prima dose. Il tasso di copertura vaccinale con terza dose è del 51,2% (media Italia 58,9%). 

L'aumento dei contagi e la mascherina Fpp2

Le festività natalizie di certo non hanno aiutato a fermare i contagi, anzi, tra cene e auguri i contagi sono cresciuti e adesso per la notte del 31 dicembre sono stati annullati i festeggiamenti in piazza ed i veglioni. 

C'è da stare molto attenti e così ecco che ritorna l'uso della mascherina Fpp2 e la corsa all'acquisto. Con l'ultimo decreto legge il governo le ha rese obbligatorie, oltre che per i treni a lunga percorrenza, per i regionali e per tutti i mezzi del trasporto pubblico locale, dai tram agli autobus, alle metropolitane, anche per accedere a musei, teatri, cinema, palazzetti dello sport e stadi di calcio. E se in quest'ultimo caso molti dubitano sulla capacità di far rispettare la norma, la caccia è comunque partita.

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