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Cronaca

Crocefisso in classe, Iofrida: "Non è solo un simbolo identitario, è qualcosa di più"

Le polemiche sono scaturite dopo le parole del ministro dell'istruzione Fioramonti, il quale giorni fa si è espresso a favore di una scuola laica, aprendo nuovamente l'infinito dilemma: crocefisso si, crocefisso no

Dopo le polemiche seguite alla parole del ministro dell'istruzione Lorenzo Fioramonti, il quale giorni fa si è espresso a favore di una scuola laica, affermando che è "meglio appendere alla parete una cartina del mondo con dei richiami alla Costituzione" in quanto "le scuole non devono rappresentare una sola cultura ma permettere a tutte di esprimersi", in molti si sono espressi sull'infinita querelle che, regolarmente, torna in auge. Crocefisso si, crocefisso no nelle scuole? A dire la sua, anche il presidnete dell'associazione culturale Anassilaos, Stefano Iofrida. 

"Come se non bastassero i problemi che il nostro Paese ha dinanzi a sé, gravosi e urgenti – afferma  Iorfida -, di recente il neo ministro dell’istruzione è tornato sulla presenza del Crocifisso nelle aule scolastiche che già alcuni anni fa aveva alimentato uno sterile dibattito e acceso gli animi. Anche in questi giorni – prosegue Iorfida - abbiamo assistito ad una serie di interventi politici, e quindi strumentali, di cattolici “À la carte”  pronti a sbandierare pubblicamente, nella piazze, simboli religiosi di cui comprendono poco il significato e le profonde implicazioni".

"La Croce infatti  - scrive il presidente di Anassilaos - non è soltanto un simbolo identitario per i cristiani ma qualcosa di più che tutti ci riguarda, laici, credenti e non credenti, appartenenti ad altre fedi e religioni. Il Cristianesimo risultato vincitore sul paganesimo antico avrebbe ben potuto scegliere come proprio simbolo l’immagine del Cristo trionfante della Resurrezione, quel Cristo che troviamo in molte delle raffigurazioni artistiche medievali e rinascimentali, che si eleva dal sepolcro circondato da soldati abbacinati dalla sua luce (per esempio la resurrezione di Piero della Francesca); ha invece scelto l’immagine della Croce, e quindi del Cristo deriso, flagellato e, infine, messo a morte sulla croce (uno dei supplizi più atroci del mondo antico riservato agli “ultimi” e ai reietti della società)". 

"Quella Croce dunque e quel Crocifisso, lungi dall’essere soltanto un simbolo per i Cristiani, ha rappresentato ieri e rappresenta oggi, l’umanità che soffre: i bambini violati e resi schiavi, le donne vittime di soprusi e violenze, gli uomini torturati e vilipesi. In tale significato  andrebbe appesa alle pareti non soltanto delle scuole italiane, affinché i nostri giovani, spesso smarriti e talora vittime di pregiudizi, possano in quel simbolo cogliere il segno del pregiudizio supremo e della violenza inaudita inferta ad un profeta disarmato, messo a morte per il suo messaggio pacifico e, ad un tempo, rivoluzionario ma anche in tutti gli uffici pubblici, in ogni stanza -prosegue Iofrida-, affinché anche coloro che hanno responsabilità nel gestire la cosa pubblica siano consapevoli, nel disbrigo di ogni pratica, di avere dinanzi a sé un uomo o una donna che sono l’immagine concreta e vicina di  quell’uomo in croce".

"Sarebbero sufficienti le considerazioni sopra svolte  non dico a giustificare – ove ci fosse bisogno di una qualsiasi giustificazione – ma a rendere “utile”, direi “necessaria” la presenza del Crocifisso nei luoghi pubblici,  al di là di ogni obbligo derivante dai Concordati. Ma non bisogna neppure dimenticare che la Croce  è uno dei simboli di quella civiltà occidentale, il cui valore e significato siamo orgogliosi di rivendicare, che accanto alle radici greche e latine e giudaiche, è stata fecondata dal Cristianesimo che ha innestato su quell’albero, vetusto e forse fatiscente, valori nuovi e detto parole fino ad allora inaudite. Questa – conclude Iorfida - è la Croce che vediamo e immaginiamo ovunque intorno a noi, la Croce che ci rende partecipi delle sofferenze e dei bisogni dell’umanità non la Croce da brandire, come taluni purtroppo fanno, contro qualcuno o qualcosa". 
 

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