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Cronaca

Deragliamento Frecciarossa, in quindici verso il processo

Nell'incidente ferroviario perse la vita il macchinista reggino Giuseppe Cicciù, per tutti l'accusa è di disastro colposo e omicidio colposo plurimo

Disastro colposo e omicidio colposo plurimo. Sono questi i reati contestati dalla Procura di Lodi all'esito delle indagini sul deragliamento del Frecciarossa, a Ospedaletto Lodigiano, che il 6 febbraio 2020 provocò la morte di due macchinisti - Giuseppe Cicciù, 52enne di Reggio Calabria, e Mario Dicuonzo, 59 anni di Capua - oltre al ferimento di 10 passeggeri. Quindici le persone verso il processo, tra cui Maurizio Gentile, ex amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana, e Michele Viale, presidente e ad di Alstom Ferroviaria.

A risultare indagati - riferiscono i colleghi di MilanoToday - nell'ambito dell'inchiesta alcuni dirigenti di Alstom come Maurizio Pula nel cda di Alstom e responsabile del segnalamento ferroviario dell’unità produttiva di Firenze, e Tiziana Impera e Francesco Muscatello, all’epoca rispettivamente direttore per l’Italia della sicurezza funzionale e System Program Manager sempre di Alstom. In base a quanto ricostruito dei magistrati, la causa del deragliamento sarebbe stata la posizione sbagliata di uno scambio, dovuta a "un difetto di produzione presente all’interno" di una sua componente, "l'attuatore telaio aghi" fornito da Alstom a Rfi. Scambio "interessato poco prima" dell’incidente "da lavori di manutenzione programmata".

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