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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Centro

Diego Laurendi vivrà ancora: cinque persone riceveranno i suoi organi

Cuore, reni e cornee sono stati donati dai familiari del giovane morto improvvisamente. Parla il responsabile del centro regionale trapianti Rino Mancini: "Il grande gesto di Diego adesso deve essere d'esempio ai reggini, ai calabresi, affinché dicano sì alla donazione degli organi"

Ha finito da poco di lavorare il dottore Rino Mancini, responsabile  del centro regionale trapianti. Al Grande ospedale metropolitano, infatti, si è lavorato da ieri mattina per poter eseguire l'espianto degli organi dal giovane Diego Laurendi, morto improvvisamente per un aneurisma cerebrale a soli 35 anni. “I familiari di Diego – racconta Mancini – in un momento di grande dolore, hanno dovuto fare una scelta e hanno compiuto un gesto di grande solidarietà, un gesto che parla di vita”.

Mancini Pellegrino-2“Il cuore e i due reni di Diego sono stati dunque espiantati – spiega il medico, (nella foto), – e per questo sono arrivati al Gom due equipe mediche: una dalla Lombardia e una dall'Emilia Romagna. Le due cornee invece saranno donate a due pazienti calabresi”.

Cinque persone torneranno così a vivere grazie al gesto dei familiari di Diego che hanno voluto scegliere la via della donazione degli organi. “Purtroppo ancora qui da noi, - spiega Mancini – non c'è questa cultura della donazione, abbiamo percentuali basse e molti pazienti sono costretti ad emigrare al nord Italia per ricevere un organo. Dare il consenso all'espianto degli organi e alla donazione vuol dire essere altruisti, pensare che si aiuta qualcuno che può tornare alla vita dignitosa, senza più soffrire per una grave patologia. Se pensiamo, ad esempio, a chi ha un insufficienza renale acuta o terminale che per sopravvivere deve fare dialisi, con la donazione di un rene torna alla vita”.

Pochissimi i casi di donazione da vivente

“I dati parlano chiaro e ci dicono che ancora abbiamo molto lavoro da fare per sensibilizzare le persone alla donazione: tra chi deve indicare il proprio consenso alla donazione degli organi quando rinnova o fa per la prima volta la Carta d'identità, ben oltre il 40% delle persone dice no. E' un dato elevatissimo! Per non parlare poi delle donazioni da vivente: abbiamo, quando va bene, una o due donazioni l'anno. Eppure queste sono gesti di grande amore verso un proprio familiare. Per poter effettuare l'espianto, del rene, dobbiamo essere sicuri, da protocollo, che non ci sia stata costrizione nelle scelta e che il donatore sia stato libero nella sua scelta. Quasi sempre si tratta di consanguinei, a volte, tra coniugi. Noi non accettiamo – così come prevede il protocollo – donatori esterni per evitare qualsiasi eventuale situazione di compravendita o di necessità. Dopo tutte le nostre verifiche, e gli aiuti psicologici dati, spetta l'ultima parola al magistrato che dovrà dare il nulla osta per l'intervento”.

Diffondere la cultura della donazione

“Stiamo lavorando molto, anche adesso in estate, per diffondere la cultura della donazione e cercare di sconfiggere i pregiudizi e la cattiva informazione. Facciamo incontri, parliamo con le persone grazie ad eventi organizzati anche dalle associazioni presenti sul territorio (Aido, Avis e associazioni di pazienti trapiantati) proprio per favorire la conoscenza della donazione. Spesso ci sentiamo dire dalle persone che hanno paura che se capita loro qualcosa poi improvvisamente in ospedale gli prendono gli organi.

Ecco non è così, occorrono delle situazioni ben precise per poter effettuare l'espianto e la morte deve essere certa. Il grande gesto di Diego adesso deve essere d'esempio ai reggini, ai calabresi, affinché dicano sì alla donazione degli organi. Noi stasera, alla Pinetina, dove si giocherà una triangolare con gli informatori del farmaco, alle ore 20,30, ricorderemo Seby Trapani, un informatore che continua a vivere grazie al gesto della moglie Loredana che proprio per celebrare la vita ha scelto di donare gli organi”.

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