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Cronaca Motta San Giovanni

Comunia, l'Ancadic al Comune: "Chiedere scusa ai cittadini e rassegnare le dimissioni"

Il referente unico Vincenzo Crea torna sul disastro avvenuto sul territorio di Motta San Giovanni. Secondo l'associazione "non  sono stati chiariti i motivi che hanno determinato i ritardi nell’intervento"

“Quello che la cittadinanza di Lazzaro sta vivendo in questi giorni è al di fuori di ogni ideologia politica e di ogni appartenenza partitica.” A ritornare sulla vicenda della combustione di fanghi in località Comunia è l'Ancadic, con il suo referente unico Vincenzo Crea.

L’associazione, dopo aver recentemente commentato quanto accaduto, analizza nuovamente la complicata vicenda, affermando che si tratta di “un fenomeno che riguarda la salute di tutti. Ci saremmo aspettati che sebbene la questione, riteniamo, non sia stata direttamente sottoposta a liberi professionisti operanti nel paese di Lazzaro, tra cui avvocati, che gli stessi prendessero atto della situazione e delle dichiarazioni del Sindaco nella comunicazione di questi giorni e manifestassero il loro parere anche quali semplici cittadini, genitori, persone direttamente interessate da tale fenomeno.

Anche i consiglieri di minoranza – aggiunge Vincenzo Crea - di cui prendiamo atto delle iniziative del consigliere Domenico Mallamaci, non hanno affrontato la questione con convinzione e determinazione che il caso richiede e chiediamo agli stessi di dimettersi in segno di protesta e di rispetto verso i cittadini.  Gli assessori e i consiglieri che abitano a Lazzaro hanno vissuto e continuano a vivere direttamente i disagi determinati dalla combustione dei fanghi, perciò un assessore all’ambiente, un vicesindaco, un consigliere che di fronte a tale grave e perdurante episodio rimane in silenzio per tanti giorni e condivide una comunicazione del Sindaco che banalizza il grave fenomeno in atto dovrebbero chiedere scusa ai cittadini e senza alcuna esitazione rassegnare le dimissioni, come peraltro dovrebbe fare la Giunta comunale. 

Non  sono stati chiariti – rivela l’Ancadic - i motivi che hanno determinato i ritardi nell’intervento e sulla base di quali elementi sia stato accertato che le emissioni non sono pericolose anche in considerazione che dopo il sequestro dell’impianto di compostaggio è stato certificato dall’Arpacal, previo esami di laboratorio su alcuni campioni di fanghi prelevati il superamento dei limiti di legge di alcuni metalli pesanti, dello zinco su campioni di compostato misto, del cromo totale, e del cromo esavalente.  Del cadmio – conclude Vincenzo Crea - su campioni di fanghi di depurazione e il superamento dei limiti del cromo totale e del cadmio su campioni di compost in uscita."

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