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L'altra faccia di Sanremo

A Domenica In Venier indignata per Mia Martini, ma è polemica

Nella puntata dedicata a Sanremo, la conduttrice reagisce al racconto di Aragozzini sulla fama negativa della cantautrice di Bagnara e il pubblico si divide

"No, non dire queste cose, i amo Napoli e gli artisti napoletani sono gente di cuore, non posso pensare che qualcuno abbia fatto certe cose! Non voglio sapere i nomi!" 

Così ieri pomeriggio a Domenica In Mara Venier ha zittito il produttore discografico Adriano Aragozzini, che stava raccontando un episodio da brividi sul bullismo subìto da Mia Martini e la fama di personaggio menagramo attorno all'indimenticata cantautrice  calabrese. Nello slot della puntata dedicato al festival di Sanremo, Aragozzini rievocava il festival dell'89 - nel quale Mimì cantò la magnifica "Almeno tu nell'universo": in quell'occasione il produttore aveva organizzato l'evento internazionale Sanremo in the World, portando in tour all'estero i partecipanti di quell'edizione. "Tutti gli artisti - ha detto Aragozzini - si dovevano presentare all’aeroporto e quando dovevamo partire metà degli artisti non si presentarono. Non volevano prendere l’aereo insieme a….". A quel punto la conduttrice lo ha interrotto, dichiandosi incredula di comportamenti così beceri. Ma l'ospite, molto preso dal racconto, ha continuato: "Sto parlando di fatti successi davvero. Alla fine a New York arrivarono quasi tutti gli artisti per via di diffide delle varie case discografiche. Ma la cosa più triste è che c’erano artisti napoletani, non faccio nomi altrimenti diventa uno squallore, che nelle giacche giravano con corni, ferri di cavallo… una vergogna". 

Mara Venier però non si è soffermata sulla tragica vicenda umana di Mimì, protestando vivacemente per il riferimento ai napoletani e spiegando di non poter credere che persone dal cuore così grande fossero capaci di tali bassezze. Aragozzini ha insistito garantendo di poter fare nomi e cognomi, in privato, ma Venier ha chiuso la conversazione troncando la prosecuzione della storia e ogni altro dettaglio.

Esplode l'affetto dei fan per Mimì: "Doveva fare i nomi, l'hanno uccisa"

L'episodio ha suscitato un acceso dibattito tra chi ha guardato la trasmissione, e a molti non è piaciuto il modo in cui la conduttrice ha gestito la situazione. Quei nomi andavano fatti, hanno concordato tutti, perché l'isolamento della cantautrice di Bagnara e il peso della nomea che si portava addosso sono una vergogna nota nell'ambiente dello spettacolo. E, sostengono coralmente, chi ha contribuito alla disperazione che condusse Mimì alla morte dovrebbe assumersene le responsabilità pubblicamente.

Nei commenti sui social esplode la stima e il grande amore del pubblico per Mimì. "Lo si sa da sempre! Ora si casca dalle nuvole! Hanno ucciso una grande artista lentamente e crudelmente! Era troppo brava per lo stuolo di personaggi da cui era circondata, finiti assolutamente nel dimenticatoio. Mia Martini invece è indimenticabile". E ancora: "Tutti sapevano come veniva trattata ma quasi nessuno l'hai mai difesa quando era in vita. Poi, dopo morta tutti gridavano 'poverina'. I nomi andavano fatti ed esclusi da manifestazioni canore o televisive, come loro escludevano la Martini". Qualcuno sarebbe pronto anche a un boicottaggio contro chi ha ferito Mimì: "I nomi per noi contano, magari ai concerti di gente così non si vuole andare, oppure non si vogliono comprare i dischi". 

I racconti dei colleghi e i tabù ancora forti sulla tragica vicenda della cantautrice

La critica a Mara Venier è quella di aver voluto in un certo senso mettere la testa sotto la sabbia. Dimostrando che a distanza di 28 anni dalla scomparsa di Mia Martini la vicenda dei pettegolezzi crudeli che l'hanno distrutta sono ancora un tabù nell'entourage musicale italiano. Troppe le conventicole ancora in piedi, troppo alto il rischio di rovinare rapporti d'interesse e un'immagine che si sgretolerebbe se si sapesse costruita sulla sofferenza di una donna fragile (e invidiata perché talentuosa, temuta come concorrente da far fuori con qualunque mezzo).

La scorsa settimana ne aveva parlato anche Maurizio Vandelli, sempre a Domenica In: “Sapevo che Mimì aveva questa diceria secondo cui portava sfortuna e, per questo, era andata molto in crisi. Io avevo passato con lei molto tempo, andavo tutti i giorni con lei al ristorante. Dopo un pò che ci eravamo persi di vista, l'ho incontrata a una mostra di disegni di John Lennon. Io le feci cucù arrivando alle spalle e coprendole gli occhi con le mani, lei quasi si spaventò. Vidi che stava piangendo di brutto. Mi disse che era da molto tempo che più nessuno la abbracciava”.

Ma ieri al centro della polemica c'è stato pure quello che viene percepito come un attacco ai napoletani. Aragozzini ha infatti parlato di artisti partenopei, e qualche riscontro a quell'episodio esiste e arriva però da un napoletano doc. Nella community "Mia martini la voce dell'anima" si riporta quanto dichiarò in un'intervista Tullio De Piscopo, proprio a proposito dell'evento internazionale organizzato nell'89 da Aragozzini: "Ricordo che sull'aereo i manager, a causa delle ignobili dicerie che la volevano porta-sfiga, la facevano sempre sedere da sola in terza classe lontana dai colleghi". Il musicista protestò minacciando gli organizzatori di tornare a Milano se Mia Martini non si fosse seduta in prima classe accanto a lui. "Da quel giorno io - raccontò - e Mimì fummo compagni di viaggio". Scoprirono di condividere la passione calcistica del Napoli e videro persino insieme qualche partita tra i tifosi della curva B. "L'incontro tra Napoli e Mimì - sostenne De Piscopo - è stato magico, unico ".

Su cornetti e ferri di cavallo qualche utente social campano si è difeso così: "Le illazioni di Aragozzini sui napoletani sono ingiustificate e diffamatorie. È evidente che non conosce il cuore e gli usi e costumi dei napoletani. Se i cantanti in questione li avevano addosso, è perché si usano in generale per scaramanzia contro il malocchio, ma non verso una specifica persona. È usanza di noi campani averne sempre uno". 

Ma sui nomi i fan di Mia Martini oggi scoperchiano una pentola. Ricordando anche quanto dichiarato da Loredana Bertè su una collega, che non avrebbe accettato il premio sanremese della critica intitolato alla sorella, ironizzando sul poco spazio per esporlo negli scaffali di casa. Loredana aveva anche annunciato una querela contro quest'artista (bionda e recentemente ospite del festival), e chi ha amato Mimì chiede una giustizia postuma che escluda i diffamatori dal circuito discografico e televisivo. 

Ma, pure fingendo di non saperlo, nell'ambiente li conoscono tutti e sono tantissimi. Stanarli è un'utopia perché in fondo non conviene a nessuno, non porta vantaggi. Per la maggior parte di loro neanche servirebbe: a pareggiare i conti, se mai fosse possibile, ci hanno già pensato il tempo e l'inesorabile declino di popolarità, condanna degli artisti che grandi non sono. La vendetta di metterli alla gogna non risarcirebbe Mimì, un'anima pura che di quello stesso veleno è morta. 

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