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L'indagine / Taurianova

Spaccio di droga, scatta l'operazione "Good": nove indagati

I carabinieri hanno chiuso il cerchio su un gruppo operante nel territorio di Anoia, sotto indagine un intero nucleo familiare, due finiscono in carcere, cinque ai domiciliari e due con l'obbligo di presentazione

Produzione e spaccio di sostanze stupefacenti e porto e detenzione abusiva di armi, sono questi i reati dai quali dovranno difendersi le nove persone tratte in arresto dai carabinieri del comando provinciale reggino, guidati dal colonnello Marco Guerrini, a conclusione dell'operazione "Good".

I provvedimenti, richiesti dalla procura di Palmi, coordinata dal procuratore Emanuele Crescenti, sono stati emessi dal gip palmese e sono stati eseguiti all'alba di oggi.

L’operazione, convenzionalmente denominata “Good”, giunge ad esito di una complessa attività d’indagine condotta dai militari della compagnia di Taurianova sotto il costante coordinamento della locale procura della Repubblica.

In particolare, le investigazioni sono state avviate nel gennaio del 2021, quando, nel corso di un controllo in strada, i militari della stazione carabinieri di Nicotera Marina hanno fermato due minorenni provenienti dalla piana di Gioia Tauro, trovati in possesso di alcuni grammi di marijuana. Immediati accertamenti hanno permesso di risalire all’identità di uno degli odierni indagati, ritenuto il responsabile di aver ceduto lo stupefacente ai due sedicenni.

Il quadro indiziario, rassegnato alla procura della Repubblica di Palmi, ha permesso quindi di raccogliere un dettagliato scenario probatorio e di identificare i responsabili negli odierni destinatari della misura cautelare.

Fra questi, un intero nucleo familiare, originario di Anoia, i cui componenti, sulla base delle valutazioni del gip di Palmi, si sarebbero resi autori di almeno 30 episodi di cessione, acquisto o detenzione di sostanze stupefacenti di varia tipologia, in particolare marijuana e hashish.

In ordine all’ipotesi d’accusa formulata, gli stessi sono stati anche ritenuti responsabili di aver detenuto armi comuni da sparo, precisamente due fucili e una pistola, alcune delle quali portate lungo la pubblica via. Due degli indagati, inoltre, sulla scorta delle risultanze investigative, si erano anche vantati di avere fatto, nella notte di capodanno del 2021, il tiro al bersaglio contro la segnaletica stradale in Contrada Tubà, frazione di Anoia dove dimorano i catturati.

I numerosi fotogrammi raccolti nell’ambito dei vari servizi di osservazione svolti, hanno permesso al gip di ricavare il proprio convincimento circa il riconoscimento dei principali indagati, nonché l’attribuibilità soggettiva agli stessi della realizzazione della piantagione di piante di canapa indiana, realizzata in Contrada Tubà e sequestrata dai militari dell’Arma nel giugno del 2021.

Inoltre, l’esito degli accertamenti tossicologici sulle piante in sequestro ha permesso di stabilire un Thc pari a quasi 5.000 dosi. Laddove immessa sul mercato, infatti, è ipotizzabile che la sostanza stupefacente avrebbe consentito di realizzare ingenti guadagni.

L’accusa ha, ad oggi, trovato un preliminare accoglimento nell’ordinanza emessa dal gip di Palmi, che ha disposto la misura cautelare della custodia in carcere per 2 degli indagati, sottoposto 5 agli arresti domiciliari e disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per i restanti 2.

“Il quadro indiziario - si legge nella nota dell’Arma - ha permesso quindi di raccogliere un dettagliato scenario probatorio e di identificare con qualificata probabilità i responsabili negli odierni destinatari della misura cautelare. Trattandosi di provvedimento in fase di indagini preliminari rimangono salve le successive valutazioni in sede processuale”.

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