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"Dimettiamoci tutti e torniamo al voto!", Marcianò e Iatì pretendono dignità per i cittadini |VIDEO

L'ex candidata a sindaco di Reggio Calabria e il consigliere comunale sottolineano: "A noi pare che la misura della decenza morale, umana, politico-istituzionale sia stata abbondantemente superata"

"Antonino Castorina è stato un candidato di punta del Partito democratico e quei voti sono andati a Falcomatà sindaco, esponente dello stesso partito. Si determinino tutti di conseguenza se hanno un briciolo di dignità e di rispetto per le istituzioni e per la cittadinanza".

E' quanto dichiarano Angela Marcianò e Filomena Iatì che aggiungono: "Assistiamo alla stessa storia di sempre, un sindaco che non sa, non vede, non conosce a “convenienza” i suoi candidati e compagni di
partito anche di fronte a questa raccapricciante vicenda di brogli elettorali che infligge un colpo mortale a quei reggini persone per bene che contavano, in questa società falsata, almeno sulla autenticità del loro voto".

"Siamo i primi a rispettare le indagini e gli sviluppi delle stesse - continuano Marcianò e Iatì - ma diciamo basta ai soliti copioni: si ringraziano le autorità inquirenti e si scaricano compagni storici di viaggio e di partito dopo aver beneficiato del loro “bottino” elettorale.

Non tocca a noi parlare di reati, ma tocca certamente ad ogni consigliere farsi garante della reale volontà dell’elettorato, tradito nel peggiore dei modi possibili con la violazione di un diritto fondamentale e costituzionalmente garantito. Non si può minimizzare perché questo delegittimerebbe tutti, nessuno escluso. Il sindaco, testualmente, si è rivolto “alla Giunta e al Consiglio invitandoli a continuare a lavorare senza distogliere la loro attenzione dagli obiettivi di risanamento e di crescita che i cittadini meritano e ci hanno richiesto con il voto”.

Ma quali obiettivi? Quale risanamento? Le montagne di spazzatura o gli allagamenti dei quali si è
sempre scusato come se fosse stato eletto per la prima volta e senza provare vergogna dopo aver amministrato per ben sei anni. E poi continuare a lavorare con il voto di chi? Dei morti, degli anziani allettati o di gente trasferita all’estero ? Le schede vuote sono venute fuori dagli uffici di Hermes e non è dato immaginare quante in verità possano essere". 

"Noi stessi - continuano le due rappresentanti politiche - abbiamo ricevuto diverse segnalazioni in
quei giorni. Ci hanno parlato di ben 75 presidenti di seggio nominati in modo del tutto equivoco con la presenza di interi nuclei familiari nello stesso seggio a fare da scrutatori. Anomalie di ogni tipo, voti non risultati ai nostri candidati, neppure quelli personali e della famiglia.

Eppure non sapevamo come provare questo scempio. Erano dei sospetti insistenti che oggi si sono rilevati fondati. A noi pare che la misura della decenza morale, umana, politico-istituzionale sia stata abbondantemente superata. Rammentiamo che la vicenda può certamente aver influito quantomeno sul raggiungimento della percentuale del 40 per cento a favore della compagine di Falcomatà, determinando così inopportunamente che la stessa potesse godere del “premio di maggioranza” e dunque di un numero considerevole di rappresentanti in Consiglio comunale.

E’ anche verosimile che altre liste, a causa di questi brogli, siano state pregiudicate e che diversi candidati abbiano perso la possibilità di entrare in Consiglio comunale". Secondo Marcianò e Iatì "non può ignorarsi il fondato rischio che la vicenda abbia potuto determinare una composizione del Consiglio comunale non conforme alla volontà popolare.

E quest'ultima è l’unica legittimazione che dà a qualunque politico senso di esistere! Dimettiamoci tutti e ritorniamo a votare. Noi siamo pronte a farlo per dare a Reggio un’altra opportunità".

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