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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Coronavirus, la denuncia del Nursind: "Personale sanitario non sottoposto al tampone"

In una lettera a firma del coordinatore Vincenzo Marrani, il sindacato propone una serie di procedure urgenti tra cui "la tutela dei dipendenti affetti da patologie croniche"

Le giornate avanzano e la preoccupazione aumenta. L'emergenza Coronavirus è ormai una triste realtà da dover fronteggiare quotidianamente. Gli italiani attendono nelle loro case il momento della svolta, mentre medici, infermieri e operatori sanitari lottano negli ospedali insieme ai contagiati.

Le massime e più giuste misure precauzionali sono state adottate ma per fronteggiare e arginare l'onda del contagio, il Nursind ha proposto una serie di provvedimenti per migliorare la generale situazione sanitaria.

Il sindacato delle professioni infermieristiche ha raccolto i punti all'ordine del giorno in una lettera a firma del coordinatore regionale Vincenzo Marrari e indirizzata al presidente regionale Jole Santelli, al commissario del dipartimento della salute Regione Calabria Saverio Cotticelli e alle sedi calabresi dell'Asp.

Il quadro generale

Il Nursind non può che sottolineare "con immenso rammarico ciò che le aziende sanitarie calabresi applicano in merito alla gestione del personale sanitario venuto a contatto diretto con casi Covid-19. In particolare, apprendiamo che, tutto il personale sanitario, che non dispone di idonei Dpi, a seguito dì un contatto diretto con caso Covid-19, non viene sottoposto al test (tampone) per verificarne l'eventuale contagio se asintomatico.

Consapevoli che, la salute di tutto il personale sanitario non possa essere volutamente messa a rischio, invitiamo le Aziende Sanitarie della Calabria ad eseguire il test (tampone) a tutti gli operatori che non utilizzando gli idonei Dpi siano entrati in contatto, con persone Covid-19 positivo.

In queste giornate - continua la lettera - stiamo tutti chiedendo sforzi immensi, ai biologi e ai tecnici sanitari di laboratorio biomedico impegnati giornalmente con le procedure di analisi e diagnosi del nuovo coronavirus, anche agli infermieri e a tutti gli altri operatori sanitari: disponibilità, professionalità e spirito di sacrificio! Tuttavia non potete chiederci di restare muti di fronte a questa scellerata decisione che potrebbe non solo mettere a repentaglio la salute degli operatori e delle loro famiglie, ma soprattutto potrebbe rallentare il contenimento della diffusione del virus."

Dotazione essenziale

Un'arma fondamentale in tali circostanze è ovviamente la mascherina chirurgica che, secondo il sindacato rappresenta "un valido dispositivo medico. Siamo altresì convinti che non può una nota ministeriale modificarne l'utilizzo corretto. A tal proposito vale la pena sottolineare che le raccomandazioni del Oms a riguardo devono intendersi come standard minimi, giustificate dalla carenza di Dpi a livello globale, e che, in base alla valutazione del rischio possono e dovrebbero essere modificate al rialzo. Come noto a tutti gli addetti ai lavori, gli unici Dpi capaci di proteggere efficacemente gli operatori sanitari da possibili contagi da Covid-19 sono i facciali filtranti Ffp2 e Ffp3.

A tal proposito, per frenare efficacemente e celermente il diffondersi del virus e al fine di garantire la sicurezza degli operatori e la loro disponibilità a poter continuare il loro lavoro, chiediamo, come già segnalatovi con nota del 05/03/2020, di dotare di mascherine Ffp2 e Ffp3 tutto il personale sanitario operante nelle strutture sanitarie calabresi. Solo un'azione forte e congiunta potrà definitivamente sconfiggere la minaccia del Covid-19."

Le misure urgenti

Analizzata e identificata l'intera situazione sanitaria, il Nursind ha deciso di ribadire l'importanza di assunzioni urgenti, potenziamento dei servizi maggiormente in difficoltà e fornitura dei dpi previsti, arrivando a sviluppare 9 punti da proporre alle autorità competenti.

Si parte dalla "remunerazione prestazione aggiuntive per il personale costretto a lavorare oltre le 7/12 h e comunque garanzia della retribuzione del lavoro straordinario", per poi proseguire con "l'utilizzo di eventuali residui fondi per retribuire il disagio del personale del comparto sanità coinvolto nell'emergenza o comunque incremento della premialità al fine di poter agevolare lo stesso nella gestione dei figli o familiari da assistere (babysitter, badante....); preservare le indennità contrattuali per variazione turnistica o trasferimento di reparto in caso di esigenza di servizio; estensione indennità malattie infettive e sub-intensiva/intensiva al personale dei servizi coinvolti."

Impossibile, dunque, non prendere in grande considerazione la "tutela dei dipendenti affetti da patologie croniche o con stati di immunodepressione; prevedere ove assente, tempo vestizione e passaggio consegne; aumentare il numero di divise per permettere un cambio quotidiano, soprattutto dove non sono presenti armadietti che permettono di separare indumenti puliti e sporchi; prevedere la possibilità al personale di poter usufruire di docce se non presenti."

Ultima ma comunque essenziale tematica riguarda il "potenziamento servizio di sicurezza presso tende pre-triage e servizi a rischio."

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