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L'evento

Serata di emozioni e bellezza nel concerto di Natale della Mediterranea

Con la star Beatrice Venezi a dirigere coro e orchestra del Cilea, arie celebri magistralmente eseguite da musicisti e cantanti

Non ha lesinato la passione e la presenza scenica che la caratterizzano Beatrice Venezi, dirigendo il coro lirico e l'orchestra del teatro Cilea e il coro polifonico dell'Università Mediterranea, protagonisti del concerto di Natale con il quale il rettore Giuseppe Zimbalatti ha voluto rivolgere gli auguri del suo ateneo alla città. Nella serata a inviti, il teatro di tradizione era pieno in ogni ordine di posto, con il pubblico delle grandi occasioni: artisti, musicisti, amministratori (in testa il sindaco facente funzioni Paolo Brunetti e l'assessora alla cultura Irene Calabrò), personalità del mondo delle professioni cittadine e una comitiva di ospiti particolarmente numerosa, composta dai giovani allievi carabinieri. 

Il maestro Venezi (maschile d'obbligo, espressamente richiesto da lei), attuale responsabile del settore musica del ministero della cultura, elegantissima in abito nero a ricami argentei con i nastri di una lunga sciarpa a ondeggiare sulla schiena insieme agli scenografici capelli biondi raccolti in una coda, ha impresso la sua verve a una compagine musicale come sempre eccezionale, quella dell'orchestra del teatro Cilea, accanto ai colleghi Bruno Tirotta (coro lirico Cilea) e Carmen Cantarella (coro polifonico UniRc).

Il maestro Venezi

Dopo l'apertura con l'inno nazionale di Mameli e quello europeo di Beethoven, il programma ha regalato emozioni oltre che performance virtuosistiche mozzafiato, tra cui quelle delle soprano Francesca Canale e Maria Antonietta Corradino, entrambe orgogliosamente diplomate nel nostro Conservatorio. Una scaletta natalizia classica (e, ha detto Venezi, scelta in modo congiunto con l'orchestra), dal Gloria di Vivaldi, a Stille Nacht di Gruber, Tchaikovsky con il celebre valzer del Lago dei Cigni e la danza della Fata Confetto nello Schiaccianoci, poi l'Inno al Sole di Mascagni, Strauss e fuori libretto, a sorprese, una versione di Jingle Bells Rock. Menzione a sè per il potente O Fortuna dai Carmina Burana di Orff, esecuzione di grande effetto, del quale è stato concesso un bis finale.  Applausi dal pubblico, destinatario di due ore di alto talento musicale e pura bellezza.

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