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Cronaca Centro

L'Osservatorio: l'ex Polveriera non è stata liberata, ci sono ancora famiglie

"Chiediamo che anche i restanti 10 nuclei familiari, ancora presenti nell'area, ma non oggetto al momento di interesse funzionale alla realizzazione del progetto del comando militare, possano presto lasciare le loro abitazioni precarie"

Mimma e la sua famiglia sono ancora lì, all’ex polveriera di Ciccarello e osserva gli altri lasciare la baraccopoli. Lei deve lasciare la sua casa, le ruspe tra pochi giorni abbatteranno tutto. L’assessore Albanese è soddisfatto di quanto fatto ma Giacomo Marino di “Un mondo di mondi” e gli enti riuniti nell’Osservatorio sul disagio abitativo non ci stanno e affermano: “apprendiamo dalla stampa che, secondo le dichiarazioni dell'assessore Rocco Albanese, l'area dell'ex Polveriera sarebbe stata liberata e il ghetto smantellato, fatta eccezione per una famiglia che dovrebbe lasciare la baracca in cui alloggia entro cinque giorni. Purtroppo la realtà è ben diversa”.

“Il Comune, - spiegano - impegnato in queste settimane a liberare solo la parte della baraccopoli funzionale alle richieste del ministero della Difesa (che lì prevede ingenti investimenti per la costruzione di una nuova caserma e di altre strutture sia civili che militari), ha creato un precedente di gravissima portata, assegnando a tre nuclei familiari, conviventi per necessità, solo due alloggi. Il terzo nucleo familiare, costituito anche da minori, è stato privato del diritto all'assegnazione dell’alloggio, perché per il Comune, contraddicendo la definizione di nucleo familiare autodichiarato e previsto dalla normativa e dalla prassi sulle assegnazioni degli alloggi, fa appello alla solidarietà familiare anziché al diritto, intimando alla famiglia di coabitare forzatamente con i parenti. Lo stesso avviene per un quarto nucleo familiare, al quale il Comune intima di trasferirsi presso l'alloggio di un altro familiare non convivente”.

“Riteniamo grave per l'intera collettività quanto sta avvenendo all'ex Polveriera nel silenzio dell'opinione pubblica, - denunciano - nonostante l'aspetto molto positivo per quei due nuclei familiari che potranno lasciare finalmente la baraccopoli, trasferendosi in due appartamenti confiscati alla ‘ndrangheta. Chiediamo che anche i restanti 10 nuclei familiari, ancora presenti nell'area, ma non oggetto al momento di interesse funzionale alla realizzazione del progetto del comando militare, possano presto lasciare le loro abitazioni precarie e la condizione di pericolo, tenendo conto che più nuclei familiari conviventi per necessità hanno diritto ad assegnazioni di alloggi nel rispetto della nozione di nucleo familiare non estensivo della parentela”.

“Il metodo per raggiungere questo risultato - concludono - è principalmente quello del dialogo aperto con le famiglie e le associazioni ed il pieno rispetto delle normative vigenti. Chiediamo al sindaco ed al prefetto che si avvii, da domani, il dialogo con le famiglie in modo da liberare l’area non con uno “sgombero coatto” ma nel pieno rispetto del diritto alla casa per tutti i nuclei familiari”.

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