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Cronaca Taurianova

Con l'operazione "Shotgun" fatta luce sulla cerchia di fiancheggiatori di Giovanni Sposato

Gli uomini della polizia di Stato hanno notificato un'ordinanza di custodia agli arresti domiciliari nei confronti di quattro soggetti ritenuti colpevoli del reato di favoreggiamento personale

Gli uomini della polizia di Stato, diretti dal questore Maurizio Vallone, sono riusciti a ricostruire la catena di collaborazioni che hanno garantito e coperto la latitanza di Giovanni Sposato: 52enne considerato un elemento di vertice della ‘ndrangheta. Oggi, nel Comune di Taurianova, personale della Squadra Mobile di Reggio Calabria e del Commissariato di Cittanova, coadiuvato da pattuglie dei Commissariati di Gioia Tauro, Polistena e Taurianova, al termine di lunghe e complesse attività investigative, ha dato esecuzione a quattro ordinanze di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, nell’ambito dell’operazione “Shotgun”, emesse dal giudice per le indagini preliminari di Reggio Calabria, nei confronti di altrettanti soggetti, tutti indagati per il reato di favoreggiamento personale dell’ex latitante Giovanni Sposato, aggravato dall’aver agevolato l’associazione mafiosa di cui lo stesso è ritenuto elemento di vertice. 

Le indagini, svolte dagli investigatori del Commissariato di Cittanova in collaborazione con la Squadra Mobile di Reggio Calabria e coordinate dal Procuratore aggiunto Calogero Gaetano Paci e dal Sostituto procuratore Giulia Pantano della Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, sono iniziate nel dicembre del 2017, all’indomani dell’operazione “Terramara-Closed”, allorquando il 52enne Giovanni Sposato si sottrasse all’esecuzione del relativo provvedimento cautelare. 

Le certosine indagini poste in essere dagli inquirenti, svolte con metodi investigativi tradizionali e con il supporto di strumenti tecnologici, hanno consentito oggi, alle prime ore dell'alba, di fare scattare le manette ai polsi, nei confronti di: Antonino Fucile, nato a Taurianova 48 anni fa; Giuseppe Rao, 59enne di Anoia; Giovanni Sposato, 30enne di Oppido Mamertina e Giovanni Sposato, nato ad Oppido Mamertina 29 anni fa.

In particolare, gli elementi investigativi acquisiti tra il il dicembre del 2017, data in cui Giovanni Sposato riuscì a fuggire alla cattura, ed il giugno del 2018 giorno del suo arresto, hanno consentito di riscostruire la rete di favoreggiatori che lo aiutarono a sottrarsi all’esecuzione del provvedimento cautelare pendente su di lui.

In quella data, infatti, alle ore 16.00 circa, Giovanni Sposato si presentò - accompagnato dai suoi parenti - al pronto soccorso di Polistena per ricevere cure mediche in quanto accusava problemi respiratori. A causa delle note patologie di cui era affetto il ricercato e grazie al costante monitoraggio delle attività tecniche poste in essere, gli investigatori erano in grado di accorgersi della presenza del ricercato presso il nosocomio di Polistena. Infatti, recatisi tempestivamente sul posto riuscivano a scorgerne la presenza nella sala del pronto soccorso, mentre i medici erano intenti a prestargli le prime cure.

Contestualmente all’arrivo presso il pronto soccorso del personale operante del Commissariato di Cittanova, l’ufficiale responsabile della Squadra investigativa del commissariato medesimo ricevette la telefonata dal legale di fiducia del ricercato il quale gli comunicava che il suo assistito si trovava all’ospedale di Polistena e che voleva costituirsi.

La ricostruzione degli eventi portò a comprendere che, in realtà Giovanni Sposato, così come confermato dal Gip non aveva alcuna intenzione di costituirsi, anzi, quello spostamento doveva avvenire il più possibile “in anonimato”, cosi come dimostrato dalla presenza dei fiancheggiatori e di alcuni familiari all’esterno della struttura ospedaliera mentre erano intenti a controllare la zona circostante e che aveva chiamato il suo legale solo allorquando si era reso conto della presenza della Polizia sul luogo.

Dalle attività investigative è stato possibile delineare i ruoli svolti dai vari fiancheggiatori: Antonino Fucile, soggetto non in rapporti di parentela con gli Sposato, ma da sempre legato alla famiglia (aveva lavorato per molti anni in numerose imprese riconducibili al gruppo Sposato) metteva a disposizione del latitante un’abitazione di sua proprietà sita in contrada Latinis di Taurianova; Giovanni Sposato classe 1990 e Giovanni classe 1991, erano coloro che fornivano supporto al latitante, assicurando inoltre il necessario scambio di informazioni con la sua famiglia.

Infine, Giuseppe Rao, infermiere professionale presso il reparto di cardiologia dell’ospedale di Polistena, il quale ha garantito al latitante consulti sanitari e, in occasione del suo ricovero in ospedale nel giorno della cattura, si è attivato affinché egli ricevesse tutte le cure del caso e ad assicurare la riservatezza della sua catena comunicativa al fine di sottrarlo alle ricerche delle forze dell’ordine.

Gli arrestati, dopo le formalità di rito, sono stati posti agli arresti domiciliari, a disposizione dell’autorità giudiziaria competente.

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