Parità di genere lontana, Nucera: "L'otto marzo deve servire da monito per riflettere"
Il presidente della commissione comunale pari opportunità: "Il cambiamento deve partire da noi donne, perché a volte, si tende ad accondiscendere per sudditanza e sottomissione il volere degli uomini nelle decisioni"
"La Giornata dell'otto marzo deve servire da monito per riflettere su quanto ancora sia lontana la parità di genere nel nostro Paese. A differenza delle altre nazioni europee e americane, dove il cambiamento culturale sembra affermarsi sempre più con l'inevitabile assolvimento di ruoli di primo piano delle donne in politica, ma in generale nelle posizioni chiave della società civile e sociale, in Italia si stenta e sono ancora poche le cariche ricoperte da donne".
Ad affermarlo è Lucia Anita Nucera, presidente Commissione pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali e immigrazione. "Il cambiamento, però, deve partire principalmente da noi donne, perché spesso ancora le iniziative sono isolate e a volte, si tende ad accondiscendere per sudditanza e sottomissione il volere degli uomini nelle decisioni. Questo non deve assolutamente succedere.
Purtroppo, invece accade in politica come in tanti altri settori. Lo dico da donna e da mamma - continua Lucia Anita Nucera - si deve avere il coraggio di ribellarsi e di opporsi, anche a costo di essere isolate, ma di avere la coscienza di avere agito con dignità e rispetto della propria persona. Solo con una presa di coscienza forte e collettiva ci potrà essere un reale cambiamento culturale che deve per forza di cose, passare dalle nuove generazioni e avvenire nel tempo.
Questo riguarda anche la questione della violenza sulle donne per la quale c'è bisogno di interventi e azioni concrete per creare una rete di sostegno e protezione oltre che di inserimento lavorativo. A poco servono i gesti simbolici e le vetrine per la propria visibilità. Nell’attivo penso che sarebbe opportuno inserire gli strumenti avviati e che non sono stati portati avanti, per dare supporto alle donne vittime di violenza, attraverso anche il coinvolgimento delle scuole e con diverse figure delle associazioni al volontariato. Non abbiamo bisogno di simboli e retorica-conclude la presidente- abbiamo bisogno di rispetto, soprattutto dalle istituzioni".