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Le feste mariane

Madonna della Consolazione, le solenni ricorrenze dell'anno di grazia

La storia degli anniversari che si celebrano nel 2022 attorno alla Patrona di Reggio Calabria e il suo Santuario

La festa della Madonna della Consolazione quest’anno sarà un abbraccio infinito alla Patrona da parte dei reggini. Il 2022 è infatti un anno di grazia per la devozione della protettrice della città, segnando importanti ricorrenze religiose, legate alla venerata icona e all’ordine dei frati cappuccini. Si celebrano infatti 300 anni dalla prima solenne incoronazione, mentre da cinquant’anni l’Eremo è stato proclamato basilica minore. Ricorrono poi anche i 450 anni dell’Effigie.

Tanti sono gli eventi previsti per quest'anno celebrativo, con il culmine della festa, dal 10 al 13 settembre, a cui conduce il ciclo dei “sette sabati" in corso, iniziati il 30 luglio. Si tratta di un itinerario spirituale che invita i fedeli a momenti di riflessione e preghiera sui brani evangelici di annunciazione, visitazione, natività, nozze di Cana, calvario e Croce, pentecoste e assunzione. Temi che si ritrovano nella pala dell’artista Antonino Monteleone, che accoglie il quadro della Madonna della Consolazione presso l’Eremo. In occasione dei sabati, così come accade per la discesa dell’Effigie verso la Cattedrale reggina, è stata richiesta alla penitenzieria apostolica una particolare indulgenza, che si estende ai fedeli ammalati o impediti che si uniranno spiritualmente alle celebrazioni.

Il venerato Quadro che protegge la città da morte e miseria

Quella del venerato Quadro della Madonna della Consolazione è una storia affascinante e carica di suggestioni storiche e religiose. E’ stato dipinto nel 1547 da Nicolò Andrea Capriolo su commissione del nobile reggino Camillo Diano, perché fosse collocato nel nuovo convento dei cappuccini, che ampliava l’originaria cappella dell’Eremo dedicata alla Madonna della Consolazione e ormai troppo piccola per accogliere i frati, sempre più numerosi. Nella prima chiesetta c’era già un’icona bizantina di piccole dimensioni, il cui destino resta misterioso: secondo fonti mai accertate, quel quadro sarebbe stato conservato da Diano a Malta presso un altro ramo della nobile famiglia, ma alla fine del Settecento quella piccola tela sparì e una leggenda tramandata nel tempo la vuole trafugata dalle truppe napoleoniche; secondo un’altra teoria il dipinto sarebbe invece quello che attualmente si trova nel convento del monte di Catanzaro e che fino agli anni Ottanta era stato custodito dai padri cappuccini dell’Eremo di Reggio.

Il quadro della devozione alla Patrona, realizzato dal pittore Capriolo, ha la particolarità di affiancare, ai due lati della Vergine con il Bambino in braccio, le figure di San Francesco e Sant’Antonio, personaggi che in realtà potrebbero rappresentare i benefattori del convento, il ricordato Diano e Bernardo Mileto (donatore del terreno dove sorse il primo luogo di culto).

L’incrollabile fede nella Madonna nacque durante la terribile pestilenza che colpì la città di Reggio dal 1567 al 1577. I frati cappuccini diedero instancabile assistenza ai malati, e mentre si trovava in preghiera davanti al quadro, a padre Antonino Tripodi apparve proprio la Madonna, che gli annunciava la fine dell’epidemia. In segno di ringraziamento e come richiesto dalla Vergine, si svolse la prima processione di devoti fino all’Eremo, definita poi vera e propria festa cittadina quando la protezione della Vergine divenne chiara e incontestabile ai fedeli nelle nuove ondate di peste e poi durante varie carestie e terremoti che si abbatterono su Reggio. Per oltre un secolo la Madonna della Consolazione ha messo i reggini al riparo da morte e miseria con episodi miracolosi come quello del 1672, quando navi con generi alimentari salvarono la popolazione dalla fame fermandosi a Reggio per caso, obbligate da una tempesta, proprio mentre l’Effigie si trovava in città.

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Con un atto notarile del 1657 si stabilì che fosse offerto ogni anno un cero alla Vergine, poi, il 12 settembre 1693, sarebbe stato fissato ufficialmente il giorno della devozione della Madonna, a cui si legava il titolo di Consolatrice, iniziando la storia della festa. Il 26 agosto 1752 con decreto della Santa Congregazione la Madonna del dipinto è stata dichiarata compatrona di Reggio (insieme a San Giorgio). L’imponente Vara in lamina d’argento ha fatto invece la sua apparizione nell’Ottocento, avviando la più fastosa e popolare processione con i portatori, che da allora si tramanda senza mai fermarsi, nonostante le calamità e in tempo di guerra e di pace. 

Oro e preziosi in segno di ringraziamento, la tradizione delle Corone

La prima incoronazione dell’Effigie risale al 15 settembre 1722, quando il Capitolo romano di San Pietro attribuì alla sacra immagine della patrona reggina due corone d’oro, ad ornamento della Madonna e del Bambino, per il tradizionale riconoscimento che il Vaticano riserva a raffigurazioni mariane venerate in tutto il mondo e ritenute miracolose. Il racconto di quel giorno è quasi fiabesco e lo riporta lo storico e padre cappuccino Giuseppe Sinopoli nel suo libro "La Madonna della Consolazione. I Frati Cappuccini ed il Popolo Reggino”.

In occasione delle candidature alla prestigiosa onorificenza attribuita ogni anno dal Capitolo per sorteggio, il canonico reggino don Antonino Spizzicagigli inserì nel bussolotto anche il nome del nostro sacro Quadro, che venne estratto (scrive padre Sinopoli, “come Provvidenza volle”).

L’Effigie era già allora adornata da corone d’argento oltre che da una cornice sempre argentea, doni che arrivavano dalle famiglie benestanti, che sin dalla fine del Seicento avevano la consuetudine di offrire oro e preziosi in onore della Madonna. Dopo l’apposizione di quelle d’oro del Vaticano, le corone precedenti furono conservate per poi usarle per disegnare la grande iniziale M che si trova nella parte posteriore della Vara.

Una seconda solenne incoronazione fu invece celebrata nel 1936, omaggiando la Patrona di diademi realizzati a Napoli con oro donato dal popolo reggino, rubini, raffiri, brillanti e perla, tra cui quella offerta dalla madre di monsignor Basilio Abenavoli.

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La storia di questo lungo evento è ripercorsa in immagini nella mostra a cura dell’associazione dei Portatori della Vara, inaugurata il 30 luglio. Lo speciale rito dell’incoronazione del trecentesimo anniversario si svolgerà adesso il 13 settembre, giorno della solennità della Madonna: in onore della speciale ricorrenza, le corone sono state benedette da Papa Francesco lo scorso maggio, recate al Pontefice dal vescovo di Reggio-Bova Fortunato Morrone assieme a una delegazione dei frati cappuccini, guidata dal padre provinciale padre Pietro Ammendola e un gruppo in rappresentanza dei portatori della Vara.

La festa della Basilica minore, cinquant’anni e un’antica storia travagliata

Veglia Madonna della Consolazione 1-2Cacciati due volte dai francesi e vittime di due crolli del santuario, i cappuccini dell’Eremo hanno mantenuto sempre viva la devozione alla Madonna, diventando testimoni della protezione della Patrona, che continuò a dare prova della sua potenza limitando morte e distruzione durante i terremoti e le pestilenze che flagellarono il territorio.

Arrivarono qui nel 1533 in sette da Valletuccio, tra loro c’erano i reggini Ludovico Comi, Bernardino Molizzi, Francesco Palemone e Ludovichello, invitati da monsignor Gerolamo Centelles per coinvolgerli nel progetto pastorale per le popolazioni locali.  I cappuccini dell’Eremo sono sempre stati un esercito a difesa della Sacra Effigie. Testimoni della cessazione di calamità per intervento miracoloso della Vergine, furono protagonisti di episodi significativi, come quello del 4 settembre 1594, quando nascosero il Quadro per sottrarlo alle mire dei Turchi, sbarcati a Pellaro con una temibile flotta e intenzionati a invadere e razziare la città. A loro si deve la fiducia nell’amore protettivo della Patrona, condotta sui luoghi delle catastrofi per salvare i reggini. L’epidemia di colera del 1854 provoca pochissimi contagi in città, il sisma del 1908 fa crollare il santuario ma il quadro e la vara restano intatti.

Dopo alterne vicende e sforzi per ricostruire la casa dei frati devastata dai terremoti, l’attuale santuario in cemento armato è stato inaugurato nel 1954. Aperto al culto dopo la benedizione di monsignor Ferro, avvenuta nel 1965, è un luogo amato dai reggini, che ne hanno sostenuto il progressivo completamento contribuendo agli arredi e le opere d’arte che lo adornano. E’ stato proclamato basilica minore il 6 gennaio 1972.

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