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Restyling Piazza De Nava, Vitale sollecita l'intervento dell'Università

Il presidente della Fondazione Mediterranea, in una lunga nota, si interroga sul silenzio del Dipartimento Pau dell'Università Mediterranea sul progetto di ristrutturazione

Sulla questione del rifacimento di Piazza De Nava, torna il presidente della Fondazione Mediterranea Enzo Vitale. Il presidente Vitale, molto attento e sensibile, si chiede “come mai l'Università Mediterranea non si pronuncia sul progetto?”. In una lunga nota ecco che Enzo Vitale spiega: “Il progetto di Piazza De Nava è già stato definito “fragile” dal già rettore Alessandro Bianchi e  “poco attento” all'identità dei luoghi dal prof. Salvatore Settis, ma resta l'imbarazzato silenzio del Dipartimento Pau dell'Università”.

Aggiunge Vitale un silenzio  “comprensibile, visto che allegato al progetto di fattibilità tecnica ed economica dell'arch. Giuseppina Vitetta troviamo il parere della prof. Francesca Martorano del Pau che abbiamo letto: “interessante ed esaustivo, con buoni spunti e sostanzialmente corretto nella sua essenzialità”. Mi sarei stupito di trovare punti oscuri. Con una sola eccezione, al punto sette delle conclusioni, in cui si legge a proposito di "eliminazione di barriere superflue": "Potrebbero essere rimossi ad esempio i parapetti, oggi fortemente degradati, che delimitano la piazza". 

“È un'affermazione che collide con quanto esposto in dettaglio nelle pagine precedenti, - aggiunge Vitale - non motivata nè giustificata, buttata così senza alcun legame con quanto dichiarato in precedenza. È stato "suggerito" il suo inserimento dopo che il committente aveva letto il pregevole pezzo, in cui peraltro vengono poste delle precisazioni sullo storico dello scorrere delle acque torrentizie nella zona, suggerimenti ampiamente trascurati? Oppure è stata una banale svista? Comunque è un non sense: non si demolisce un manufatto storico sol perché è degradato: lo si restaura adeguatamente. Personalmente propendo per la seconda ipotesi anche se non mi sento di escludere la prima”. 

“Comunque è un'affermazione quantomeno imbarazzante, soprattutto perchè ha legittimato l'azione dei demolitori. Infatti l'arch. Vitetta, chiamata a deporre di fronte alla Commissione cultura della Regione, dopo il rinvio della decisione per acquisire anche il suo parere, a riguardo della prevista "demolizione" si è giustificata dicendo che aveva avuto il parere da parte del Pau e che, comunque, avrebbe riutilizzato il materiale lapideo di risulta (ovvero, mutatis mutandis, con le pietre del Colosseo costruire in situ uno stadio al fine di salvaguardarne la memoria). È così che la Commissione cultura della Regione Calabria ha avuto l'occasione, - conclude Vitetta - purtroppo non persa, per essere annoverata tra i demolitori di piazza De Nava, esempio della scuola razionalista architettonica italiana del primo Novecento”.

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