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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Fondi europei, l'allarme dei sindacati: "Intervenga il Governo"

Per i segretari di Cgil, Cisl e Uil Calabria si rischia di vedere andare sciupata un'occasione irripetibile di ripartenza per la regione

“La Calabria non può mancare l’appuntamento con la corretta programmazione dei fondi europei. Il Governo, davanti allo stato dell’arte delle vicende politiche ed amministrative regionali, abbia un occhio di riguardo verso questa regione e si faccia promotore dell’attivazione in via straordinaria, attraverso l’uso dei poteri sostitutivi, del tavolo del partenariato sociale e avvii con il Sindacato e le altre parti sociali, il confronto sulla riprogrammazione dei fondi Por 2014/2020 e non si sottragga al ragionamento sulla linea di finanziamenti europei previsti per l’arco temporale 2021/2027”. A lanciare l’allarme sono Angelo Sposato, Tonino Russo e Santo Biondo, rispettivamente segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Calabria.

L’appello è fondato sul fatto che in Calabria, regione con debolezze storiche acuite dalla pandemia da Covid-19, non si possa accettare la prassi romana - seguita anche dall’attuale Ministro per il Sud, di chiudere gli accordi di partenariato senza dare spazio al dialogo sociale.

“La Calabria - spiegano Sposato, Russo e Biondo - è una regione che ha bisogno di essere assecondata nei suoi bisogni di rinascita economica, sociale e culturale. Quello calabrese è un territorio che non si può permettere gli errori commessi nel passato nella programmazione dei fondi europei, quando sono stati lasciati inutilizzati fondi per oltre 1 miliardo e 700 milioni di euro. Oggi più che mai è necessario dare vita ad una politica attenta di finalizzazione dei fondi europei, un'azione di investimento che sia sganciata dalle logiche del passato che hanno privilegiato la parcellizzazione di questi fondi, ma che punti sull'indirizzo di queste ingenti risorse verso il sostegno di scelte strategiche per rilanciare l'economia regionale e creare nuova e sana occupazione in Calabria”.

Per i sindacalisti: “La giunta regionale, orfana della sua presidente Jole Santelli, non sembra in grado di poter gestire questa delicata fase di transizione. I poteri limitati in capo al governo regionale impediscono la corretta e strutturata programmazione dei fondi europei. Si aggiunga a ciò il fatto che la giunta regionale, scegliendo di non convocare il tavolo del partenariato economico e sociale, si è arroccata ai piani alti della Cittadella rinunciando al confronto di merito sui finanziamenti europei ed ha creato un vulnus fra le scelte di governo e le reali necessità del territorio, mettendo seriamente a rischio la possibilità che questi fondi possano essere complementari a quelli previsti nel Piano nazionale di resilienza e ripartenza”.

"Ma non solo. La politica regionale - affondano il colpo i tre segretari - ha fatto orecchie da mercante rispetto alla nostra richiesta di confronto rispetto alle proposte inserite nella piattaforma unitaria del Primo maggio, trascurando non solo le richieste del sindacato ma anche la naturali aspirazioni di una regione che, da troppo tempo, è stritolata da una crisi senza fine e nessuna via d’uscita. Il tempo perso è davvero tanto. La pausa estiva e la ormai prossima tornata elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale rischiano di affossare questa grande occasione di ripartenza per il territorio calabrese”.

“Non è accettabile - concludono Sposato, Russo e Biondo - la stratificazione di questo ritardo. Per questo chiediamo al Governo di intervenire con prontezza e decisione, sostituendosi alla Regione nella gestione di una strategia determinante per la Calabria, una regione che si trova in condizioni di particolare ritardo rispetto alle altre 248 regioni europee e per questo necessita di attenzioni rafforzate. Allo stesso tempo, infine, chiediamo alle altre parti sociali presenti al tavolo del partenariato di unirsi a noi in questo appello per studiare e trovare insieme le soluzioni migliori per levare d’impaccio questa terra che si trova davanti un’occasione irripetibile, forse l’ultima possibilità di ridurre il gap che la separa dal resto del Paese”.

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