rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Piazza Duomo, 8

Funerali in Cattedrale, Reggio piange Nino: "Vivrai per sempre nei nostri cuori"

Ad accompagnare il feretro da Piazza Garibaldi sino al Duomo il corpo dei vigili del fuoco. La città, le autorità civili e militari e la curva sud della Reggina hanno dato il loro ultimo saluto al giovane vigile che ha perso la vita ad Alessandria

Oggi la città saluta per l’ultima volta Nino Candido, quel figlio che ha visto partire anni fa per realizzare il suo sogno e che oggi, lo vede rientrare avvolto dal tricolore. È una città in lutto per un ragazzo dal sorriso pulito, un ragazzo che abbiamo imparato a conoscere ed apprezzare. Al quale ci siamo affezionati perché in lui abbiamo rivisto il figlio, il fratello, il fidanzato, l’amico che aveva un sogno che è riuscito a realizzare e che, per quel sogno ha perso la vita.

Il corteo funebre: la salma sull'autoscala dei vigili

Uniti dall’abbraccio di una città che soffre all'inverosimile la famiglia, scortata da quel corpo che Nino, come il padre Angelo, aveva deciso di servire e che, per tutto il tempo ha fatto loro da scudo.

Troppo il dolore, troppa l'emozione e l'incredulità per riuscire a gestire la folla che, minuto dopo minuto, si è riversata in Cattedrale. Accanto alla famiglia, le autorità cittadine, religiose e militari: il prefetto Massimo Mariani, il questore Maurizio Vallone, il presidente del consiglio regionale Nicola Irto, il primo cittadino Giuseppe Falcomatà, accompagnato dagli assessori comunali Armando Neri, Giovanni Muraca e Anna Nucera e il vice sindaco metropolitano, Riccardo Mauro.  La celebrazione eucaristica è stata animata dal coro del “Cantate Domino”.

L'omelia dell'arcivescovo

Ad una morte così assurda, ai tanti perché, ai dubbi sull'esistenza di un Dio che permette la morte di uomini come Nino, Matteo e Marco, che la famiglia si è fatta e continua a porsi, risponde il vescovo Fiorini Morosini nella sua omelia: "A me il compito quasi impossibile di consegnarvi parole che vi consolino e vi facciano ancora sperare nella vita e nella fratellanza universale.

Cattedrale stracolma per l'ultimo abbraccio a Nino: le foto dei funerali

Il dolore per questa morte è incolmabile, come il dolore per ogni morte, ma tanto più incolmabile questo perché assurdo, provocato dall’odio cieco di chi si pone al di fuori dalle regole del vivere umano e civile, ahimé forse anche religioso, per quella matrice cristiana che gran parte di noi portiamo dentro, perché battezzati. Cecità coltivata nell’assurda convinzione egoistica, matrice di ogni organizzazione malavitosa, che nessuno mai deve intralciare il mio interesse, il mio tornaconto, costi quel che costi, anche la morte di persone innocenti, che servono la collettività, esponendo abitualmente la propria vita, non importa neanche il dolore di una giovane sposa e quello di una madre e di un padre e di una famiglia intera”.  

"Antonio sapeva, come ogni vigile del fuoco sa, che ogni volta che usciva dalla caserma a sirene spiegate andava incontro ad un pericolo, che gli avrebbe potuto costare la vita, ma usciva ugualmente, perché l’amore alla divisa del vigile del fuoco era qualcosa di grande per lui. Egli ha amato il suo lavoro e la divisa che indossava, ereditata dal servizio paterno".

“La certezza - prosegue Morosini - di trovarci dinanzi ad una morte che sa di eroismo e di offerta di vita per la sicurezza degli altri, sappiamo tutti, che tale sentimento non vi restituirà la vita di Antonio. Ma vi deve rimanere il ricordo dell’offerta che lui ha fatto per la vita serena dei cittadini. E questo nell’abisso del dolore in cui vivete vi dà grande forze e serenità. La sua lapide al cimitero non parlerà genericamente di una vita spezzata, della morte di un giovane. Quella lapide sarà indicata a ragazzi e a giovani come un giovane è  posto come ideale per altri ragazzi e giovani per come sapersi giocarsi la vita dignitosamente”.

Forse le parole di Morosini, forse la volontà di aggrapparsi a qualcosa, ha dato la forza alla madre di Antonino, annientata dal dolore, sorretta dai parenti, di avvicinarsi alla bara del figlio e riuscire a prendere il corpo di Cristo, quel Cristo che forse per un instante ha allontanato.

La giovane sposa Elena e la sua forza

Un gesto di  profonda fede e forza, la stessa che ha contraddistinto la giovane moglie Elena che, nonostante il dolore, ha confortato uno dei tanti vigili del fuoco, colleghi del suo adorato Nino, che si era avvicinato per salutarla e vedendolo piangere è lei a dirgli: “Forza mi raccomando”.

Il saluto del comandante provinciale dei vigili del fuoco

Al termine della cerimonia, è il comandante dei vigili del fuoco di Reggio Calabria, Carlo Metelli a prendere la parola. Con la voce rotta dalla commozione, ricorda il primo giorno in cui Nino è entrato come volontario nel corpo nazionale: “Era il 29 settembre del 2017, ricordo ancora la bellezza dei vostri volti e la consapevolezza dei vostri occhi. La magia di Capannelle descritte in due tue foto che ti ritraggono appeso ad una corda. Il mitico castello K2 dove tutti noi ci siamo cimentati e quello dove tu, il giorno del giuramento baci la tua Elena.  

Salvare una vita significa salvare il mondo intero questo versetto di un testo ebraico calza a pennello per il nostro mestiere. Antonino, Marco, Matteo voi l’avete fatto la notte del 5 novembre, consapevoli che salvare una vita è salvare il mondo, solo la consapevolezza che chi è pronto a perdere la vita in questo mondo la conserverà in eterno”.

Rivolgendosi poi alla giovane Elena, Metelli dice:  “A te che ieri ad Alessandria nonostante il tuo dolore, tenendo in mano un modellino del camion dei vigili. mi hai rivolto parole nel momento più tragico della tua vita, mi hanno reso orgoglioso di appartenere a questo corpo.  Un corpo che diventa per tutti noi una famiglia, e tu Elena, anche tu sei la nostra famiglia”.

A fatica il comandante conclude con una raccomandazione ai suoi uomini, “Noi non siamo eroi, siamo professionisti del soccorso. Conosciamo il pericolo a cui ci prepariamo ed esponiamo valutandolo in una frazione di secondo non distraiamoci mai, prepariamoci sempre, questo lo dobbiamo per onorare la memoria di Antonino”.

Il Duomo esplode in un applauso fragoroso. All’uscita dalla Cattedrale, lo strazio diventa ancora più forte. i vigili che portano sulle spalle per l'ultimo viaggio il loro giovane collega non riescono più a trattenere il dolore, le lacrime segnano la loro anima.

L'uscita del feretro dalla Cattedrale

Il silenzio e un cielo plumbeo si abbandonano ai fumogeni color amaranto dei tifosi della Reggina, la squadra che Nino aveva nel cuore insieme al Milan. E' un coro che cattura l'attenzione della sorella e della moglie che ringraziano i giovani supporter che stretti dal  dolore: "Ciao Nino! Vivrai per sempre nei nostri cuori".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Funerali in Cattedrale, Reggio piange Nino: "Vivrai per sempre nei nostri cuori"

ReggioToday è in caricamento